_______ IL NAVICORDO

San Giorgio Capoluogo

SAN ROCCO PATRONO

NOTIZIE STORICHE

SULLA DEVOZIONE LOCALE DI SAN ROCCO

 

a cura di Gennaro Cibelli e Gaetano Izzo

 

Il culto di San Rocco risale a molto prima della peste dell'anno 1656, che causò tante vittime nel regno di Napoli ed anche nelle nostre zone, come risulta dalla consultazione dei registri parrocchiali.

Il Santo era patrono dell'antico Stato di Sanseverino, dell'Univerità di San Giorgio, Siano, Casale di Mercato Sanseverino, Saragnano e di altri piccoli centri del circondario.

In località Passo di Pandola sorge un 'edicola dedicata a S.Rocco, da cui inizia cosi detta “via del grano ”, che conduceva verso Avellino e la Puglia e poco innanzi si dipartiva da Sanseverino per Salerno e per Castel San Giorgio, indi Nocera e Napoli.

Era un'antica via romana e, poi, medioevale.

L 'edicola era un buon viatico per l 'attraversamento del lo stato di Sanseverino e di cui era nota la devozione.

All'epoca della visita di Giovanni Boccaccio nelle nostre zone (peste del 1348, che occasionò la “location ” del DECAMERONE ”) era in auge il culto per S. Sebastiano, divenuto, poi, alla fine del 1600 per San Rocco, che andò diffusamente a propagarsi.

In un atto amministrativo del 10 agosto 1567 dell'Università di Siano si legge che essa si riunì “proprio nella strada pubblica davanti alla chiesa dei Beati Sebastiano e Rocco di detto casale dove l 'Università è solito congregarsi ”.

Sono tuttora tipici del comune dare il nome dei due Santi ai neonati.

I due Santi taumaturgici sino raffigurati nella pala del ‘500 e nella gloria della Madonna di Loreto nella chiesetta del SS.Salvatore della frazione Aiello (o Costarella), chiamata “ab antoquo ” Marigliano.

Ciò testimonia l'abbinamento a S. Sebastiano di San Rocco, il cui culto andrà a primeggiare.

La pietà popolare verso il ” martirio”di S.Sebastiano perdura nell'agro Sarnese con la tradizione di non macellare animali, lavorare e mangiare carne nei giorni dell'anno in cui ricorre la festa (20 gennaio: il nome deriva dal greco Sebastos “ degno di venerazione, di rispetto”).

Il 23 maggio del 1790 l 'Universitas di San Giorgio, dopo gli esiti di numerose udienze pubbliche, il cosi detto “parlamento pubblico ”, chiede all'Arcivescovo di Salerno, don Giulio Pignatelli, di dichiarare San Rocco “protettore” dell'attuale Comune.

All'appello del Sindaco si associa quello delle monache del monastero di Santa Teresa alla Barra.

In data 6 luglio1792 l 'Arcivescovo della Diocesi , don Giulio Pignatelli, confermava e approvava la scelta di San Rocco come confessore e protettore del comune di Castel San Giorgio.

La statua di San Rocco è descritta per la prima volta nell'inventario del fondo Intendenza dei beni chiese e conventi dell 'anno 1811, conservato presso l 'Archivio di stato di Salerno.

Vi si legge ”Una statua di legno sotto il titolo di San Rocco esistente in una nicchia sopra altare sotto lo stesso titolo anche dalla parte sinistra di detta parrocchia ”.

La nicchia originaria era quella ora del Cuore di Gesù e oggi si venera il Santo nella cappella a lui dedicata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie del Capoluogo di Castel San Giorgio.

 

Edicola dedicata a San Rocco in Pandola frazione di Mercato S. Severino,

importante snodo stradale in epoca romana e medievale.

 

 

Edicola dedicata a San Rocco all 'imbocco di via Europa del Capoluogo,per tradizione località det ta “Aia di San Rocco ”.

 

Chiesetta del SS.Salvatore nella frazione Aiello di Castel San Giorgio.

Pala dell 'altare con i Santi Sebastiano e Rocco

nella gloria della Madonna di Loreto.

 

 

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