IL _PALAZZO_ CALVANESE
Cap. 1
LETTERA _INTEGRALE _DEL_ 2_GENNAIO_1966
La prima parte di questa lettera è stata già esaminata dettagliatamente nel Capitolo precedente " Tra Storia e Leggenda ", pertanto si passerà qui ad esaminare altri punti salienti di tale missiva.
Premessa
Basterebbe leggere solo la quarta pagina di questa lettera scritta da Domenico Calvanese al Prof. Vito per ritenere " INATTENDIBILI " i contenuti di tale Dossier di notizie sulla famiglia Calvanese ed il relativo Palazzo .
Precisiamo meglio però
inattendibili per la ricostruzione " Storica " del Palazzo .
Noi cercheremo di analizzare e " depurare " , documentandolo, tutti i contenuti posti in essere da Domenico Calvanese, atti ad enfatizzare il cognome dei " Calvanese " , e poter consegnare alla Storia questa " Potente " famiglia del XVIII Sec.
I contenuti relativi alla seconda e terza pagina, a parte i nomi illustri dei mariti del ramo femminile, non trovano nessun riscontro oggettivo in documenti e o stato dei luoghi, quando vengono associati al Vanvitelli, a S. Alfonso, a Giovanni Amendola, a Zanardelli, a De Nicola .
Il Vanvitelli e S. Alfonso verranno trattati in un capitolo a parte, in modo da approfondire nei dettagli, le inesattezze e le " fantastiche " attribuzioni fatte da Domenico Calvanese .
Per tutto quanto concerne invece la genealogia di famiglia, questa è ben rappresentata nell' Albero genealogico che ha curato l' amico Gaetano Izzo, sulla base di tutti idocumenti di Archivio, sia della Diocesi di Salerno che dell' Archivio di Stato di Salerno .
Per la parte politica invece, è previsto anche qui un capitolo a parte, documentato, che troverete nel Capitolo : La Famiglia Calvanese.
Ad ogni modo, per chi volesse leggere il testo integrale di tale lettera, lo può fare cliccando sul pulsante sotto riportato .
ANALIZZIAMO IL - QUARTO FOGLIO - DELLA RISPOSTA
CHE E' PIU' ATTINENTE AGLI SCOPI DI QUESTA PUBBLICAZIONE
__CIOE' _DELLA _COSTRUZIONE_ DEL_ PALAZZO__
QUARTO FOGLIO DELLA RISPOSTA
DETTAGLIO DELLA RISPOSTA
ANALISI CRITICA DELLA RISPOSTA
ATTI_ DOCUMENTALI
Analisi dei punti (1) - (2) - (3)
(1) - La prima casa a Lanzara sorse verso il 1710 ;
(2) - Fu ingrandita e riedificata su disegni del Vanvitelli ;
(3) - L' argenteria portava la data del 1717 ;
Atto di nascita originale di Nicola Calvanese - 8 Novembre 1703
Da questo PRIMO documento si evince la palese incongruenza della dichiarazione (1) in quanto nel 1710 Nicola Calvanese aveva appena sette anni perché nato nel 1703 e Carmine Calvanese non era ancora nato , nascerà infatti nel 1734 .
IL Vanvitelli come si dimostrerà in seguito più dettagliatamente, non ha mai avuto nessun rapporto di lavoro con i Calvanese, e non c' è nessun documento che attesti collaborazioni lavorative o di altra natura con il grande Architetto, anche in virtù del fatto che sia Nicola Calvanese, sia Carmine Calvanese suo figlio, erano " Mastri Fabbricatori " e nessuno dei due posseseva titoli tecnici di Ingegnere o di Architetto .(*)
(*) La questione dei titoli sarà affrontata nel Capitolo relativo a Carmine Calvanese.
Se si prendono in esame le lettere del Vanvitelli, raccolte e trascritte da Strazzullo , si potrà vedere che il Vanvitelli aveva alcuni capomastri di riferimento per l' approviggionamento di maestranze che di volta in volta necessitavano alla realizzazione di determinate opere, e nei lavori della costruzione della Reggia di Caserta, esiste negli archivi, un elenco dei fornitori d' opera, e dall' esame di detti documenti non è emerso nessun Calvanese riconducibile a Nicola oppure a carmine .
Inoltre la memoria di Domenico Calvanese, e delle sue fonti, ignorano la data di nascita del capostipite, fondatore della dinastia, ma ricordano molto bene l'episodio dei disegni del Vanvitelli .
Questi sopra riportati, sono disegni originali di Luigi Vanvitelli, redatti nel 1753 in seguito al sopralluogo fatto a Persano alla Casina di Caccia del Re, in cui erano crollate 9 volte di copertura di ambienti adiacenti alla Cappella Palatina .
Come può vedersi dai fogli originali manoscritti dal Vanvitelli, per dare indicazioni tecniche precise al prosieguo dei lavori a Persano, non c'è nessuna firma, pur essendo frutto del suo lavoro e delle sue conoscenze tecnico-scientifiche .
Quando Domenico Calvanese parla di disegni firmati ancora con il cognome Van Wittel, probabilmente vuole far credere che i disegni siano esistiti veramente, perché avendoli visti in prima persona ricorda questo importante ed inusuale dettaglio, legato alle origini della famiglia di Vanvitelli, probabilmente studiati a scuola o ripresi da una enciclopedia.
Si ricorda al lettore che all' epoca della lettera, datata 1966, non c' era ne Google né Wikypedia, quindi non una semplice firma Luigi Vanvitelli, ma Luigi Van Wittel .
L' unica notizia che probabilmente ha un fondo di verità, in questo punto (2) , ma è confusa nella sua esternazione, nel lontano ricordo del Palazzo, è l' uso dei termini : " fu ingrandita " fu " riedificata " .
Effettivamente però, c'è un vago ricordo sulle lungaggini di costruzione del Palazzo, che Domenico Calvanese attribuisce ad ampliamenti e riedificazioni.
Questo ricordo opportunamente rielaborato dalla sua fantasia, per non dire dal suo maldestro tentativo di valorizzare il proprio casato, ha portato ad interventi Vanvitelliani nel processo di costruzione.
In realtà la lunga costruzione del palazzo è avvenuta, però non corrisponde ad una riedificazione, ma ad un continuo ampliamento del Palazzo stesso nel corso di circa 30 anni .
Ci sono voluti infatti 14 anni per costruire il primo nucleo abitativo e circa 18 anni per completare la parte finale del Palazzo dal lato della Taverna di Lanzara, per cui i lavori, sono durati effettivamente 32 anni circa, e questo fatto è rimasto effettivamente impresso nei ricordi di famiglia.
In realtà, nel capitolo relativo alla costruzione del Palazzo, saranno dimostrate le fasi in cui il palazzo fu edificato, ed effettivamente ampliato, ma il Vanvitelli non avrebbe mai potuto fare nessun progetto, in quanto, l' idea progettuale era già stata avviata da Nicola Calvanese nel 1741, Carmine suo figlio aveva appena 7 anni, quando compra dal Barone Negri la prima parte della proprietà, quella su cui sorgerà effettivamente il Palazzo.
Ma già in questa data, gli accordi con il Barone prevedevano successivi acquisti di terreno tali da consentire un allargamento del fabbricato, i cui lavori iniziarono nel 1768 e che terminarono nel 1782 per la prima parte, ed agli inizi del 1800 per la seconda ed ultima parte, quindi in circa 32 anni .
A dir poco disperata la prova della datazione dell' argenteria 1717 a supporto della tesi relativa alla costruzione del palazzo nell' anno 1710 .
Pur volendo accettare il ricordo di questo particolare legato all'argenteria ed alla data incisa sopra, nulla dimostra l' appartenenza di quell' argenteria alla famiglia Calvanese.
Si ricorda al lettore che il matrimonio di Nicola Calvanese con Catarina Grimaldi avvenne nell' anno 1731 e quello di Carmine Calvanese con Francesca Apostolico avvenne il 11 Dicembre 1760 .
Detta argenteria, qualora fosse esistita, potrebbe provenire dal mercato antiquario, oppure da altra famiglia nobile che ne era in possesso e l'ha dismessa, ecc. .
La mancanza di un documento di inventario di beni, di un testamento, ecc . , che ne associ la provenienza alla famiglia Calvanese, rende inaccettabile questo ricordo di famiglia ai fini della datazione della prima casa a Lanzara nel 1710 .
APPROFONDIMENTO DOCUMENTATO
Dalle ricerche effettuate peresso gli Archivi di Stato e relativi protocolli notarili, nullo è emerso a riguardo della descrizione o citazione di tale Argenteria.
E' presente invece l' inventario con relativa descrizione di botti da vino, tini e mobili, che si riporta qui in prosecuzione .
La presenza della descrizione di beni mobili all'interno dI testamenti da parte dei Calvanese era cosa normale, come si può vedere in questo atto testamentario del 1832 che si riporta in copia autentica e con relativa trascrizione per le sole parti di interesse :
A favore di D. Francesco Calvanese.
Archivio di stato di Salerno, Prot. Not. San Severino, notaio D. Nicola Montefuscoli, b.6383, pp.302r. - 319r.
Il giorno venticinque 25 aprile mille ottocento trentadue 1832 nel Comune di San Giorgio “ Il Signor Carmine Calvanese del fu Nicola, proprietario, domciliato nel villaggio di Lanzara, Comune di San Giorgio, d'età maggiore, e cognito a noi notaio, e testimoni, agente e stipulante per se da una parte.
PARTE INIZIALE DEL TESTAMENTO IN ORIGINALE
Dichiara inoltre il ripetuto Signor Don Carmine che di tutti i fusti, tini, copelloni, che si ritrovaranno in casa dopo la sua morte, ed anche de commodi per riposta delle vettovaglie, come cassoni, ed altri simili oggetti, ve ne sono li seguenti d'assoluta proprietà di suo figlio Don Francesco per averseli fatti con suo proprio danaro, per rimetterci il vino, e generi che raccoglie nei suoi propri particolari fondi, cibe, Fusti numero ventitre 23 cerchiati di ferro. Copelloni grandi, e piccolo numero otto 8. Tini numero due 2, e cassoni numero tre 3, quali oggetti si trovano tutti distinti colla marca a fuoco portando due lettere F C che riportano Francesco Calvanese : e tutti gli altri si appartengono alla sua eredità.
PARTE DEL TESTAMENTO IN ORIGINALE
PARTE DEL TESTAMENTO IN ORIGINALE
CONCLUSIONE DELLA QUESTIONE ARGENTERIA
L' infondatezza della attribuzione della data del 1717, fatta all' argenteria di famiglia, è palese nel momento in cui non viene descritta l' eventauale incisione presente " F. C. " o di altro tipo, ma sempre con una " C " al suo interno, a testimonianza di Calvanese, visto che detti marchi erano stati apposti addirittura sulle botti da vino, per individuare univocamente l' appartenenza .
Al diligente lettore le conclusioni di questa disamine dettagliata su queste notizie fornite da Domenico Calvanese sulla Storia del " Palazzo "