_______ IL NAVICORDO

Narrativa

IL CAN DANTE NEL POLLAIO

RACCONTI DI STORIE VERE

di Margherita Tirelli

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" IL CAN DANTE NEL POLLAIO CAPITOLO QUARTO "

 

CAPITOLO QUARTO -

Non tutti i mali vengono per nuocere - pensa Dante a voce alta osservando compiaciuto tutti quegli ospiti dall'alto del suo vecchio barile rosso.

- A chi lo dici! - gli fa eco Geppino il Piccione, dondolandosi sul ramo di uno strano albero dai chicchi rosa. Ogni tanto è infastidito da piccoli e improvvisi starnuti che lo costringono a grattarsi freneticamente le minuscole narici.

- Perchè? Anche tu sei stato confinato in un pollaio?

- Macchè. Al contrario, mi sono imbattuto in una umana un mese fa ed è stata la mia fortuna.

-E da quando in qua si ritiene che un umano sia una fortuna per noi? - bubola il Gufo Elfo, drizzando i ciuffetti grigi sulle piccole orecchie. Tutti gli altri animali zittiscono incuriositi.

- Eppure è così... etcì... - insiste Geppino tra uno starnuto e l'altro. - vedete le mie zampette? - e le alza una dopo l'altra mostrandole con orgoglio alla comunità riunita - ebbene, un mese fa erano entrambe gonfie e rosse da far paura. Mi si erano attorcigliati tantissimi fili intorno che me le stringevano a sangue. Colpa di quegli umani che li lasciano per strada! E così mentre mi posavo su di un piccolo davanzale per alleviarne il dolore, ho visto davanti al mio becco delle dita con dell'appetitoso farro che scivolava sul marmo del davanzale. Dopo un momento di paura e di dubbio mi sono precipitato su quella delizia e ho beccato tutto in un battibaleno! Sapevo di rischiare grosso, ma la fame e il dolore erano più forti....

- Dico il vero se sei tornato lì altre volte? - chiede timidamente il pacifico Micio Merlino un po' lontano dall'uscio di casa, socchiuso per lui.

- Sì, hai ragione, mio buon Merlino. Quelle dita non mi facevano più paura. Anzi mi accarezzavano delicatamente. Proprio come la tua umana che ti riempie di carezze e che tu sai ricambiare perdendoti tra i suoi riccioli d'argento! E' una gioia e una fiducia inspiegabilmente sconfinate!

- E poi? - chiede Omero impaziente.

- E poi l'umana mi ha afferrato improvvisamente, ma ha continuato ad accarezzarmi...

- Hai avuto paura...?

- gridano in coro le gallinelle, tenendosi strette e vicine, incuriosite dal suo racconto.

- Sì, una certa paura sì, devo ammetterlo. Chi non ne avrebbe davanti ad un umano?. Ma anche fiducia e coraggio. Ho visto le "zampe" dell'umana lavorare delicatamente intorno alle mie zampette. Pian pianino le sentivo fresche e libere dai fili che le stringevano, mentre l'umana mi verseggiava tanti suoni usando un tono dolcissimo. La osservavo incredulo mentre operava con due piccoli duri rametti incrociati tra di loro, con due anelli in cui l'umana infilava due dita, e che riuscivano a spezzare con un colpo secco tutti quegli odiosi fili, alcuni doppi, altri sottilissimi, come i peli lunghi sulla testa degli umani. Un miracolo!

Le gallinelle lo guardano incredule. Pendono dal suo... becco ! C'è un silenzio diverso, stavolta molto interessante in tutto il pollaio.

La Talpa Proserpina inforca i suoi occhialini per scrutare meglio le zampette ormai guarite di Geppino. Poi chiede : "Alla fine ti ha liberato?"

- Sì, dopo aver messo del liquido fresco e piacevole sulle zampette mi ha rimesso delicatamente sul davanzale. Da quel momento e tutti i giorni successivi fino ad oggi, prendo farro, granaglie, lenticchie e altre delizie direttamente dalla zampa dell'umana. E ci sforziamo di capirci e di comunicare tra di noi.

- Che coraggio, Geppino ! - esclamano tutti. Ma la frase non è neanche finita che all'improvviso le galline schiamazzano e svolazzano terrorizzate sul posatoio più alto e irraggiungibile. Anche tutti gli altri ospiti si rintanano spaventati. Il silenzio cade nel pollaio, interrotto solo di tanto in tanto dagli irresistibili starnuti di Geppino.

Allarme rosso per tutti ! Si salvi chi può !

 

 

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