LA _FAMIGLIA _NICOLA _CALVANESE
DAL _CATASTO _ONCIARIO
Nota sul Catasto Onciario ( fonte GIUSEPPE 0RLANDI IL REGNO DI NAPOLI NEL SETTECENTO Il mondo di S. Alfonso Maria de Liguori )
Estratto da PAG 24
Il 20 settembre 17 42 venne stabilito che i sudditi dovevano essere tassati: per i beni immobili posseduti (imposta patrimoniale); «per la testa», cioè in quanto persone («testatico» o «capitazione» ); per il mestiere, l'arte o la professione esercitata; per i capitali impiegati in commerci e industrie, dato che a base dell'imposizione tributaria furono assunti tutti i beni immobili e i capitali investiti in attività produttive. Per quanto si riferisce in particolare al testatico, esso doveva essere versato dal capofamiglia di ogni fuoco, mentre gli altri componenti erano sottoposti al pagamento delle «once d'industria» (per metà, dai 14 ai 18 anni, e per intero dai 18 ai 60 anni). Insomma, erano previsti due tributi personali e un'imposta reale. Dal testatico e dalla tassa sui mestieri erano esenti oltre alle donne - i feudatari, gli ecclesiastici (fino al 1742), coloro che vivevano «nobilmente>> o esercitavano «arti liberali», oltre ad al cune categorie privilegiate (cittadini napoletani, padri «onusti» di prole, ecc.). Dai tributi diretti sopra i «frutti di qualunque genere (terre, fabbricati, animali, capitali investiti)» erano esentati i beni patrimoniali degli ecclesiastici e dei luoghi pii in genere, e i feudi. • Nelle università feudali il barone era tenuto a pagare la «bonatenenza», cioé un tributo per i beni ivi posseduti. Ma capitava che, oltre a sottrarsi a quell'obbligo, approfittasse del suo potere per usurpare beni comunali .
FOTORIPRODUZIONE COMPLETA DEL DOCUMENTO
PARTE 1°
PARTE 2°
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