_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

IL _PALAZZO_ CALVANESE

TRA_ STORIA_ E_ LEGGENDA

Vanvitelli _e_ S. Alfonso

In questo Capitolo sulle " Leggende ", sorte intorno a questo Palazzo, finalmente riusciamo a fare chiarezza e, ad individuare le " inaffidabili fonti storiche " che le hanno diffuso .

E' chiaro che Domenico Calvanese ha sottoscritto un documento in cui afferma tali notizie, quindi, in questo momento può essere individuato come la fonte primaria delle stesse.

E' pur vero però, che una certa " Manìa di Grandezza " i Calvanese l' anno sempre avuta, grazie anche alla loro posizione economica agiatissima.

Vedasi anche i matrimoni del ramo femminile, e si comprende come le ambizioni non siano mai mancate in famiglia .

Inoltre, nel 17. . . visto la ricchezza economica raggiunta, i Calvanese, con Nicola e Carmine, chiederanno al . . . di essere considerati non più dei semplici " Mastri Muratori " , ma di passare nella classe delle famiglie " Benestanti " .

Passiamo ora ad esaminere le due questioni più volte citate :

(1°)

La prima riguarda Sant Alfonso Maria Dè Liguori, ed i suoi soggiorni nel Palazzo e nella Villa.

Secondo quando " racconta " Domenico Calvanese, aveva a disposizione una stanza nel Palazzo, quando si recava nei nostri territori, vista la grande amicizia con Nicola e Carmine .

(2°)

L' altra invece, riguarda il grande Architetto Luigi Vanvitelli, a cui Domenico Calvanese attribuisce i disegni di progetto del Palazzo e della villa, e amicizia strettissima con Carmine Calvanese " suo collega " perché anch' egli Architetto.

(1°)

Sant' Alfonso Maria De' Liguori

Non ha mai messo piede nel Palazzo Calvanese, perché il Palazzo fu ultimato solo nell'_ anno 1782, a 5 anni dalla morte di S. Alfonso, che era già in precarie condizioni di salute dal 1770, data in cui aveva inviato al Papa Clemente XIII le sue dimissioni .

SI LEGGA A TAL PROPOSITO LA CRONOLOGIA ALFONSIANA

Dal Grafico sotto riportato, vengono sintetizzate le tappe della vita di S. Anfolso, confrontate parallelamente alla costruzione del Palazzo, ed è palese l' anacronismo di questo passaggio del Santo dai Calvanese.

Se a questo si associa la conoscenza della vita " umilissima " che conduceva S. Alfonso, vedasi a tal proposito la pubblicazione fatta sempre sul Navicordo, di Sant' Alfonso, allora il cerchio si chiude definitivamente e la " Bugia " viene a galla in maniera evidente .

Per coloro i quali si stanno chiedendo : ma chi ci dice che il Palazzo sia stato ultimato nel 1782, a questi lettori diciamo di leggersi per intero il capitolo sulla Costruzione del Palazzo, dove troveranno " ristoro " e documenti che lo provano in maniera inconfutabile .

FINE

DELLA QUESTIONE SU SANT' ALFONSO

(2°)

Architetto Luigi Vanvitelli

L' Architetto Luigi Vanvitelli non ha mai realizzato nessun progetto, nessun disegno, o altra qualsivoglia opera, realizzata nel Palazzo Calvanese .

Dal Grafico sotto riportato, vengono sintetizzate le tappe di Luigi Vanvitelli in parallelo con la costruzione del Palazzo, come si vede dal grafico, Vanvitelli morirà 9 anni prima che il Palazzo venisse ultimato .

Per coloro che non conoscono la vita di Luigi Vanvitelli vi invitiamo ad un percorso culturale alla Reggia di Caserta, dove, nelle sale multimediali situate al primo piano, potrete osservare, con tanti documenti, lettere e testimonianze, che " vita infernale " conduceva Vanvitelli durante i lavori della erigenda Reggia di Caserta .

VI CONSIGLIAMO INOLTRE DI VERIFICARE CHI ERANO GLI ALLIEVI DI VANVITELLI

La scuola del Vanvitelli. Dai primi collaboratori del maestro all'opera dei suoi seguaci 

di  Salvatore Costanzo  (Autore)

Editore :   CLEAN giugno 2006

•  Codice ISBN-10 :  8884970148 ____ •  Codice ISBN-13 :  Codice 978-8884970145

Inoltre si invitano i lettori ancora " dubbiosi " su come due persone, leggere attentamente il Capitolo della " Costruzione del Palazzo ", ed il Capitolo della Soprintendenza Archeologica di Salerno - Avellino, ed in particolar modo la " Relazione Tecnica Storica " relativa a questo Palazzo .

Per quanto riguarda le millantate amicizie con Vanvitelli, nelle migliaia di documenti che abbiamo consultato, e nelle opere pubblicate da Strazzullo sulle lettere di Vanvitelli, non emerge nessuna conoscenza e nessun legame con i Calvanese, sia sotto il profilo prettamente tecnico lavorativo che di rapporti personali di conoscenza .

CONCLUDIAMO QUESTO CAPITOLO CON QUESTE OSSERVAZIONI

IL VIZIETTO DELLE ATTRIBUZIONI VANVITELLIANE

alle opere del passato presenti sui nostri territori

IL _ MALCOSTUME _ DELLA _ SUPERFICIALITA' _ E _ DEL _ PROTAGONISMO

I tentativi maldestri di " attribuzioni Vanvitelliane " , riguardo a diverse opere presenti sul nostro territorio, sono innumerevoli: dal Palazzo Comunale di Mercato Sanseverino, alla Cappella Ravaschieri di Roccapiemonte, e per finire, al Palazzo Calvanese di Lanzara .

Palazzo Arenelli - sede del Comune di Mercato San Severino

Cappella Duca Ravaschieri Roccapiemonte

Si riporta qui l' episodio capitato a Don Mario Vassalluzo , Storico e Letterato di Roccapiemonte, allorquando si è trovato a leggere la " fantasiosa attribuzione " al Vanvitelli della Cappella dei Duchi Ravaschieri a Roccapiemonte .

Viene qui riportata in originale, la dimostrazione del " Falso Storico " prodotto dalla pochezza culturale di chi, in maniera superficiale ha " scritto " tale notizia .

TRASCRIZIONE

La Cappella « Ravaschieri » è del Sanfelice *

Egregio Direttore,


sotto il titolo « Un museo nella villa » , apparso, anonimo, nel numero 7 del giornale da Lei diretto, leggo: « Importantissima è la cappella progettata dal Vanvitelli » . Il riferimento è alla chiesa dei Sette Dolori, comunemente detta di S. Vincenzo, realizzata in continuità del Palazzo ducale dei Ravaschieri - Fieschi di Roccapiemonte.
Quale modesto ricercatore e scrittore di cose riguardanti la storia di alcuni centri che esistono nella Valle del Sarno, mi permetto di precisare quanto segue :


1) La cappella « Ravaschieri » fu costruita nel 1717 su progetto di Ferdinando Sanfelice , uno dei più significativi tra gli architetti del settecento napoletano. E che la notizia sia vera lo dimostra un atto originale custodito nel fondo cartaceo dell'Archivio della Badia di Cava .

È un testamento redatto in Napoli nel 1716 . In esso, nominandosi il duca Aniello erede universale di Giovan Battista Ravaschieri, Ferdinando Sanfelice esecutore tore testamentario dello stesso, tra l' altro si legge:


« L'ill.mo Giovan Battista Ravaschiero... ordina e comanda, che nella terra di Rocca Piemonte si abbia quanto prima da edificare, e fabbricare una chiesa sotto il titolo della Madonna dei Sette dolori con cinque altari, uno in mezzo e due per ogni lato secondo il disegno che fornirà il signor D. Ferdinando Sanfelice Suo Cognato, nella quale edificazione e fabbrica si abbia da spendere docati duemila e li suddetti docati duemila si abbiano da prendere dalla infratta quantità da esigersi dal Signor Duca della Rocca Suo fratello, e non passando da altri effetti della sua eredità ».

La cappella fu consacrata il 7 dicembre 1720 da Mons. Crisostomo Verchi , vescovo di Montemarano;

* Questa cappella, che è nella « Villa Ravaschieri » di Roccapiemonte,
fu colpita gravemente dal terremoto del 23 novembre 1980.
Nel 1982, a spese della principessa Ornella Ravaschieri Fieschi, que­
sto gioiello del 700 è stato restaurato in tutte le sue parti.
A questa cappella si sono interessati, nel 1971, Calby G. (Una chiesa di F. Sanfelice a Roccapiemonte, in Napoli Nobilissima, X, pp. 106-109) e Natella Pasquale (Cosimato D.-Natella P., Il territorio del Sarno: storia società arte, Di Mauro Editore, pp. 109-110) nel 1980.
La lettera di cui al pezzo fu diretta, a mò di rettifica, al Direttore
dell'Espresso del Sud sul quale apparve una nota che attribuiva la cap­
pella del Sanfelice al Vanvitelli (cfr. Espresso del Sud, n. 7 del 1976).
Vedi foto della cappella a pag. 180.

TRASCRIZIONE


2) La chiesa (che presenta, all'esterno, l'aspetto di una sistemazione neogotica, diversa, s'intende, da quella originale) è tra le opere sanfeliciane non solo la più significativa, come opera catalogata al primo periodo di attività dell'artista, ma anche la più documentata, tanto da assumere una certa importanza nella ricostruzione dell'attività del Nostro. Intorno alla cappella, infatti, oltre alla documentazione custodita nell'Archivio della Badia di Cava, esiste anche una vasta bibliografia, che va dal De Dominici al Pane, al Kalby, se proprio si vuole ignorare il libro che il sottoscritto ha pubblicato nel 1967 sul Castello di Rocca , le cui pagine sono state onorate da Elena Croce, figlia di Don Benedetto ( n.d.r. - ovviamente si parla di Benedetto Croce ) , avendo da esse attinto molte notizie per il suo libro La patria napoletana, edito da Mondadori nel 1974;


3) Il Vanvitelli, cui nel « pezzo » si attribuisce la cappella « Ravaschieri », all'anno 1717 era poco più che adolescente .

Tanto Le dovevo per amore alla verità storica.
* 1976

 

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