_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

 

LANZARA_ E _IL CULTO _DI _SAN BIAGIO

La Storia Tra Sacro e Profano

IL_ PROBLEMA _DELLE_ RELIQUIE

DEI _SANTI

 

TRANSLATIO SANCTITATIS

( spostamento dei corpi dei Santi e dei Martiri )

( Miniatura di Anovelo da Imbonate - Traslazione dei corpi dei S.S. Aimo, Vermondo )

IL presente capitolo vuole evidenziare una problematica attuale, legata appunto alle reliquie dei Santi, alla dovuta e necessaria prudenza, peraltro segnalata anche dalla Chiesa Romana, da tenere nella manifestazione della propria fede cristiana, recandosi nei luoghi deputati al loro culto.

IL primo documento ufficiale di grande importanza sull' argomento Reliquie

IV Concilio Lateranense
Dall'11 al 30 novembre 1215, 3 sessioni

Papa Innocenzo III (1198-1216)

Capitolo LXII 

Le reliquie dei santi devono essere esposte in un reliquiario, le nuove non possono essere venerate senza autorizzazione della chiesa Romana

Poiché dal fatto che alcuni espongono le reliquie dei santi per venderle, si è spesso presa occasione per detrarre la religione cristiana, perché ciò non avvenga in futuro, col presente decreto stabiliamo che le reliquie antiche da ora in poi non siano messe in mostra fuori del reliquiario, né siano poste in vendita. Quelle nuove nessuno si azzardi a venerarle, prima che siano state approvate dall'autorità del Romano pontefice. Per l'avvenire i prelati non permettano che chi va nelle loro chiese per venerare le reliquie sia ingannato con discorsi fantastici o falsi documenti, come si usa fare in moltissimi luoghi per lucro.

 

ESTRATTO DALLA BIBLIOTHECA SANCTORUM VATICANA

Biagio vescovo di Sebaste in Armenia

LA SOVRABBONDANZA DELLE RELIQUIE

SEGNALATA DAL VATICANO

 

" LA CALOTTE " - Giornale satirico anticlericale del 1900 in Francia

PROBLEMA AFFRONTATO DA PADRE TROPEANO NEL 1982

( VEDI MARATEA STORIA )

 

PER CHI ANCORA MOSTRA SCETTICISMO

SULLA SOVRABBONDANZA DI RELIQUIE DI SAN BIAGIO

osserviamo quanto segue

CHIESA SAN NAZARIO E CELSO

(Verona)

 

IL CORPO DI SAN BIAGIO A VERONA

 

CAPPELLA DI SAN BIAGIO CHIESA DI SAN NAZARIO E CELSO VERONA

( nella cappella è custodito il corpo di San Biagio )

 

PUR NON CONOSCENDO IL LATINO SI CAPISCE CHE

IL CORPO DI SAN BIAGIO E' GIUNTO NEL 1174

( La data 1174 è congruente con la Seconda Crociata terminata nel 1149 )

i tedeschi erano comandati da Corrado III di Germania

 

TESTO ORIGINALE DELLA LAPIDE PRESENTE NELLA CAPPELLA

anche qui, senza essere Latinisti, risulta comprensibile il contenuto, che indica in questo luogo la presenza del corpo di San Biagio e ei suoi due discepoli

 

Nella pubblicazione del 1834 sopra citata e riportata in estratto, vi è tutta la storia di come questo corpo di San Biagio e dei suoi due dicepoli, sia arrivato a Verona.

Si riporta qui una sintesi descrittiva della Cappella di San Biagio, redatta in maniera semplice per i visitatori della chiesa.

La Chiesa dei Santi Nazario e Celso

Nel transetto di sinistra si trova  LA CAPPELLA DI SAN BIAGIO, REALIZZATA A CAVALLO DEL CINQUECENTO  (1488-1528) per accogliere le spoglie mortali del santo,

che furono donate al convento nel 1174 da un crociato tedesco.

Ultima, pregevole memoria di un antico monastero benedettino, la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso sorse fra il 1464 e il 1483, forse sui resti di un edificio sacro dell' ’VlII secolo. Introdotta oggi da un elegante cortile ad esedra realizzato nel 1688 e preceduto da un monumentale portale d’ingresso, essa presenta una sobria ma agile facciata in mattoni su cui si aprono grandi finestre rinascimentali. Il campanile risale al 1552.

L’interno si articola in tre navate, concluse da tre absidi, e in una interessante serie di cappelle laterali. Fra queste si segnalano in particolare la Cappella Maggiore, ingentilita dagli affreschi del Farinati e daglfscomparti di polittico raffiguranti i Santi Benedetto e Battista e Nazaro e Celso, opera di Bartolomeo Montagna, e la Cappella di San Biagio, nel braccio sinistro della crociera. Quest’ultima, in particolare, spicca per la marcata identità architettonica che rispecchia la personalità artistica del suo creatore, il lombardo Beltramo di Valsolda, che la realizzò nel 1488, anche se la sua consacrazione ebbe luogo solo nel 1529.

Le pareti appaiono affrescate mirabilmente con le Storie di San Biagio, opera di Bartolomeo Montagna (1504-1505), mentre alla decorazione della cupola sovrintesero Giovanni Maria Falconetto e Domenico Moronc. Sullo splendido altare marmoreo spicca invece l’Arca dei Santi Biagio e Giuliana, di Bernardino Panteo (1508). Splendide anche la pala col Martirio dei Santi Biagio e Giuliana, del Bonsignori, e la predella di Girolamo dai Libri.

Nella sagrestia, arredata con superbi armadi quattrocenteschi magistralmente intarsiati, sì conservano un trittico conila Pietà e i Santi Benedetto e Francesco (XV secolo), una Madonna e Santi del Brusasorci, nonché, di mano di Bartolomeo Montagna, gli scomparti di polittico con i Santi Biagio e Giuliana e Cristo sul Sepolcro.

 

RELIQUIA DI SAN BIAGIO

PRATO (FI) MUSEO OPERA DEL DUOMO

Nell'inventario del 1631 (ACF, Archivio Capitolare di Fiesole, XVI 6/1, Libro delli Inventari della Sagrestia di Fiesole, 1631-1746)

Proviene da una vendita all'asta della casa londinese di Sotheby's del 1998, mancano le tappe intermedie che lo hanno immesso nel mercato antiquario.

 

CHIESA DI SAN LORENZO A BRESCIA

 

RELIQUIA BRACCIO DI SAN BIAGIO DUBROWNIK

 

RUVO DI PUGLIA

 

HEAD VUOL DIRE TESTA

RELIQUIARIO DELLA TESTA DI SAN BIAGIO DUBROWNIK

 

Si potrebbe continuare questo elenco " tangibile ", cioè fotografico e documentale, sulle reliquie di San Biagio, ma risulterebbe talmente lungo e noioso che lascio questo lavoro, al lettore ancora scettico, basterà inserire la parola chiave " reliquia di san biagio " nei motori di ricerca sul web e continuare l'elenco.

 

Diamo spazio invece alle considerazioni che nascono dalla problematica esposta sopra, problematica, di cui anche la Chiesa Romana oggi finalmente ne prende atto.

Quel " oggi finalmente " riportato sopra, non è da considerarsi un " sarcasmo editoriale " ma una constatazione storica che scaturisce dall' analisi di quanto avvenne nel 1563.

La questione venne infatti affrontata dal Concilio di Trento.

CONCILIO DI TRENTO

Durante i lavori della XXV sessione (1563), la nona e ultima sotto il pontificato di Pio IV , - Nel decreto ordinarono ai vescovi, e a tutti coloro che hanno il compito della formazione dei fedeli,

1) d'insegnare “che i santi, regnando con Cristo, offrono a Dio le loro orazioni per gli uomini; che è cosa buona ed utile invocarli supplichevolmente e ricorrere alle loro orazioni, alla loro potenza e al loro aiuto,

2) Insegnino ancora diligentemente che i santi corpi dei martiri e degli altri che vivono con Cristo - un tempo membra vive di Cristo stesso e tempio dello Spirito Santo -, e che da lui saranno risuscitati per la vita eterna e glorificati, devono essere venerati dai fedeli, quei corpi, cioè, per mezzo dei quali vengono concessi da Dio agli uomini molti benefici.

Nello stesso tempo però, la Chiesa Romana si rese conto dei forti attacchi prodotti da altre Chiese nei riguardi di questa specie di " idolatria " ( adorazione di idoli sotto forma di reliquie ) ed emanò una norma :

la nuova normativa conciliare che introdusse una novità significativa: l'esposizione alla venerazione dei fedeli di una qualsiasi reliquia doveva essere sottoposta alla valutazione dell'autorità ecclesiastica, che solo dopo averne comprovato l'autenticità sulla base di una documentazione certa, o perlomeno di una lunga tradizione, ne avrebbe autorizzato il culto.

Era il 26 gennaio 1564. In questo nuovo scenario europeo, segnato drammaticamente dalle guerre di religione, la distruzione iconoclasta di reliquie e di immagini sacre si diffuse ben presto in tutti i paesi riformati, suscitando grande turbamento nell'universo cattolico. Sull'onda dei Decreti tridentini, furono in tanti ad adoperarsi per la salvaguardia delle reliquie a rischio, promuovendone il trasferimento dai paesi riformati a quelli cattolici come l'Italia, la Spagna e il Portogallo.

(n.d.r.)

Secondo quest' ultima considerazione fatta nel Concilio di Trento : - " che solo dopo averne comprovato l'autenticità sulla base di una documentazione certa, o perlomeno di una lunga tradizione, ne avrebbe autorizzato il culto" - , allora, le reliquie, o meglio, il " corpo " di San Biagio esistente nella chiesa di San Nazario e Celso di Verona, esistendo dal 1174, quindi di millenaria tradizione (oggi) con 400 anni di tradizione all' epoca del Concilio stesso, sarebbe stato automaticamente autorizzato al culto.

Qualcosa allora non quadrava già all'epoca, infatti, se come si racconta a Maratea, il sacro torace di San Biagio fu portato nel 732 nella cittadina della Lucania, come faceva ad esistere, contemporaneamente, un corpo intero di San Biagio a Verona ed una parte del corpo a Maratea ?

Lascio al lettore il commento di questa mia personale considerazione

ECCO CHIARITO

il significato di " oggi finalmente "

Infatti, leggendo dalla Bibliotheca Sanctorum, anche se non espressamente detto, la Chiesa Romana segnala una sorta di cautela nei riguardi della " sovrabbondanza" di queste reliquie.

Non aggiungo altro a quanto traspare da questa analisi ufficiale della Chiesa romana.

 

Dalla lettura di quanto sopra esposto, scaturiscono quindi una serie di quesiti, che evidenziano le problematiche emerse da questa " sovrabbondanza " indicata anche dalla Chiesa Romana.

Si chiarisce al lettore l' uso del termine " Chiesa Romana " che sta ad indicare in maniera sintetica il " Vaticano " e quindi tutti gli aspetti ad esso legati, sia sul piano strettamente religioso, sia sul piano amministrativo legislativo.

 

1) Quando inizia il problema delle reliquie dei Santi ?

2) Perché queste reliquie di San Biagio sovrabbondano ?

3) Chi certifica l' autenticità di una reliquia ?

4) Come si risolve il difficile problema sollevato anche dalla Chiesa Romana ?

Risposta (1)

Il possesso di reliquie divenne essenziale quando fra III e IV secolo si diffuse l'abitudine di collocare i resti di un santo in ogni altare delle chiese (un surrogato del primitivo costume di costruire le chiese sul luogo stesso del martirio) chiudendoli dentro una cavità scavata nell'altare stesso, oppure cucendoli all'interno di una stoffa da porre sotto la tovaglia d'altare.

Infatti è già con Papa Damaso (366-384), che attuando un' idea di diffusione del Cristianesimo più " immediata " , più attraente per i fedeli, ricercando le tombe dei martiri , su cui costruire gli edifici di culto, si inizia a pensare alla reliquia del Santo, là dove non è possibile reperire tombe o luoghi del Martirio.

Recarsi sui luoghi di culto, per sintonizzarsi con il tipo di devozione che il pellegrinaggio, già in queste sue prime manifestazioni, aveva innescato: il devoto, giunto alla meta , forse stressato da quella che Peter Brown (1) definisce “terapia della distanza” , prova un irrefrenabile desiderio di contattare fisicamente il martire .

(1) Storico irlandese della cultura tardo-antica (n. Dublino 1935), prof. di storia alle università di Londra (1975-78), di Berkeley (1978-86) e dal 1986 di Princeton.

Però lo " smembramento " del corpo di un Santo Martire non è consentito dalla Chiesa, ma nemmeno dalla Legislazione Romana, ci vorrà una " motivazione forte " per poter fare questo, ma soprattutto ci vorrà una " autorizzazione superiore " per consentire contemporaneamente sia lo smembramento sia la separazione e distribuzione dei resti mortali del Santo.

Silvestre Hubert. Commerce et vol de reliques au Moyen-Âge.

In: Revue belge de philologie et d'histoire, tome 30, fasc. 3-4, 1952. pp. 721-739;

TRADUZIONE

il primo testo ufficiale che allude al furto e al traffico di reliquie è la costituzione del 26 febbraio dell'anno 386, promulgata da Graziano, Valentiniano e Teodosio:

Nemo martyrem distrahat, nemo mercetur.

( nessuno sottrarrà il martire, nessuna vendita è consentita )

 

QUESTO E' IL TESTO INTEGRALE DELLA LEGISLAZIONE ROMANA

CTh. 9.17.7: Idem aaa. Cynegio praefecto praetorio. Humatum corpus nemo ad alterum locum transferat; nemo martyrem distrahat, nemo mercetur. Habeant vero in potestate, si quolibet in loco sanctorum est aliquis conditus, pro eius veneratione quod martyrium vocandum sit addant quod voluerint fabricarum (386 febr. 26). V. sul punto B. Biondi, Diritto Romano Cristiano, La giustizia II, cit., 261.

 

TRADUZIONE

A Cinegio prefetto del Pretorio : Nessuno traferisca in altro luogo un corpo seppellito, nessuno faccia a pezzi un martire, nessuno lo metta in vendita. Anzi  lo abbiano come protettore, se qualcuno è sepolto in un luogo sacro per la venerazione di chi sarà chiamato martire  si aggiungano quanti edifici vorranno .

(n.d.r.)

Come si può ben vedere dalla Legislazione Romana è fatto divieto assoluto di trasferire corpi seppelliti, ma soprattutto di smembrare un corpo .

L' occasione verrà a seguito dell' Editto di Leone III detto Isaurico (675 - 741). Leone III che aveva combattuto e respinto i Musulmani oltre la Mesopotamia, per non essere accusato dagli stessi Musulmani, ormai di religione monoteista, di essere a capo di un impero in cui la fede religiosa era ritornata alla " idolatria ", iniziò la lotta contro le immagini sacre, emanando delle disposizioni prese a partire dal 726 .

Alla motivazione di cui sopra, si aggiunge quella della preoccupazione che Leone III aveva, per la crescente influenza sulle masse popolari dei monasteri e dei monaci, presso i quali si trovavano immagini particolarmente e fanaticamente venerate. Nacquero ovviamente diversi contrasti con il Papa.

I papi Gregorio II e Gregorio III protestarono, e quest'ultimo fece dichiarare la legittimità del culto delle immagini nel sinodo romano del 1 Novembre 731, viene inoltre prevista la scomunica di tutti coloro che levano, distruggono, maltrattano immagini di Cristo, di sua Madre, degli Apostoli e dei Santi.

Porre in salvo sia le immagini sacre, sia i corpi dei Santi Martiri che erano venerati nei rispettivi luoghi di martirio, contribuì a dare l'inizio a questa fase in cui " parti del corpo mortale " appartenute ad un Santo, dall' Oriente iniziarono ad arrivare in Occidente.

Secondo Concilio di Nicea

Dal 24 settembre al 23 ottobre 787.
Papa Adriano I (772-795).
Convocato dall'Imperatrice Irene.
8 sessioni. Significato e liceità del culto delle immagini. 20 canoni.

Il secondo concilio di Nicea  fu convocato nel 787, su richiesta del papa Adriano I, dall'imperatrice d'Oriente Irene l'Ateniana, per deliberare sul culto delle immagini (iconodulia) . È il VII  Concilio ecumenico , riconosciuto dalla Chiesa cattolica, dalle Chiese ortodosse, dai luterani e dai vetero-cattolici.

PAPA ADRIANO I - IMPERATRICE IRENE

VII. Canone

Bisogna completare le nuove chiese, consacrate senza le reliquie dei santi .

Dice il divino apostolo Paolo:  I peccati di alcuni uomini si manifestano prima, quelli di altri dopo  (37). Quindi ai peccati precedenti, seguiranno altri peccati. Per questo, all'empia eresia dei calunniatori dei cristiani, sono seguite altre empietà. Come infatti hanno tolto dalla chiesa la vista delle venerande immagini, cosi hanno abbandonato anche altre consuetudini, che bisogna ripristinare secondo la legislazione sia scritta, che solo tramandata.

Comandiamo che nelle chiese che sono state consacrate senza le reliquie dei santi martiri, venga fatta la deposizione delle reliquie, naturalmente con la consueta preghiera. Da oggi in poi un vescovo che consacrasse una chiesa senza reliquie, sia deposto per aver trasgredito le tradizioni ecclesiastiche.

(n.d.r.)

A seguito di questo VII canone approvato con il secondo concilio di Nicea del 787, nasce una maggiore richiesta di reliquie, proprio per poter soddisfare la maggiore esigenza di consacrazione di nuovi altari.

 

Questa opera di " traslazione " del corpo dei Santi, avrà il suo apice nelle crociate, dove però, al nobile intento di sottrarre ai Musulmani le testimonianze cristiane dei Santi Martiri, inizierà un vero e proprio commercio delle reliquie.

Il sacco di Costantinopoli, miniatura del XV secolo

 

La quarta crociata, denominata da alcuni la crociata della vergogna, mise a ferro e fuoco Costantinopoli, uccidendo diversi cristiani e depredandola di tutti i suoi tesori.

Molti di questi tesori consistevano appunto in reliquie di importanti Santi, di frammenti della Sacra Croce di Cristo, e di tante opere d' arte custodite nella città, che furono trafugate e portate ( vendute ) in Occidente.

Costantinopoli, la grande città di civiltà cristiana, inespugnata dai tempi di Costantino il Grande, non fu conquistata dagli arabi o dai “pagani” ma da un esercito di crociati.

La razzia che ne seguì fu senza precedenti. Geoffroy de Villehardouin, che pure era l'apologeta della spedizione, ricordò quel 13 aprile 1204 come “il più grande saccheggio dalla creazione del mondo”. Così, poco più di ottocento anni fa, naufragò l'Impero Cristiano Bizantino e prese corpo l'Impero Latino d'Oriente.

 

2) Perché queste reliquie di San Biagio sovrabbondano ?

Risposta (2)

Si premette alla risposta una serie di fotografie, che chiariranno le idee, e saranno di aiuto nella formulazione esaustiva al quesito posto.

 

RELIQUIARIO BASILICA DI SAN PETRONIO

 

RELIQUIARIO CASTEL BOLOGNESE

 

RELIQUIARIO SANTA MARIA NOVELLA FIRENZE

 

RELIQUIARIO SANTA MARIA NOVELLA FIRENZE

 

MONASTERO RELIQUIARIO DELL' ESCORIAL

A circa 60 Km da Madrid, possiamo visitare il famoso Monastero dell'Escorial, un enorme complesso formato da basilica, monastero, palazzo e biblioteca. Fu fatto costruire da Filippo II (1527-1598) per commemorare la vittoria contro i francesi nella battaglia di San Quintino, nel 1557, il 10 agosto giorno di San Lorenzo e gli fu data la forma di una graticola, lo strumento del martirio del santo.

La basilica, iniziata nel 1563 e consacrata nel 1586, fu concepita, e così si volle presentare sin dall'inizio, come il massimo baluardo della Controriforma contro il protestantesimo.

 

FILIPPO II DI SPAGNA

Il re credeva anche nel potere spirituale delle reliquie come mezzo di remissione dei peccati, nelle loro indulgenze e virtù curative. Passava giornate intere ordinando, catalogando e contemplando la sua collezione di reliquie alle quali ricorreva continuamente per alleviare e curare i suoi mali. Le baciava, le applicava sulle sue lesioni, e si arrabbiava se qualche monaco del monastero ne alterava l'ordine. In punto di morte il re si volle circondare di reliquie.

La cifra totale delle reliquie secondo l' 'Inventario y Memorial'  è di 7.420, che una targa murale presente nell'antecoro della basilica, con 678 santi disposti in ordine alfabetico ed in 10 colonne, distribuisce, a seconda dell'importanza delle reliquie, nella seguente maniera: Insigni: 460; Notabili (quasi insigni): 255; Minori: 1006; Corpi interi: 12; Teste intere: 144; Ossa lunghe grandi: 306; Presenza del nome: 678; Piccole: 4.168. Tutte perfettamente catalogate, con certificati d'origine e documenti che raccontano le testimonianze di dove e come sono state ritrovate.

Risposta (2)

2) Perché queste reliquie di San Biagio sovrabbondano ?

La risposta al quesito a questo punto è quasi scontata, ma entriamo meglio nei dettagli della vicenda.

E' stato detto in precedenza che, partendo da un nobile principio, quello di salvare i corpi dei Martiri dall' Iconoclastia (726-732) , essi vennero portati dall' Oriente all' Occidente, e questa operazione si intensificò sotto le crociate.

Ebbene, furono proprio le Crociate, e gli uomini che si aggregarono, avventurieri, commercianti, ecc. che fiutarono l' affare delle " reliquie " , ricercate a peso d' oro in occidente, perchè secondo le indicazioni della Chiesa esse erano il " mezzo di comunicazione con i relativi Santi " .

Le Chiese facevano a gara ad accaparrarsi queste reliquie perché, maggiore era il numero di reliquie possedute, maggiore era anche il numero di pellegrini che si recavano a "comunicare con il rispettivo Santo" , maggiore numero di pellegrini significava quindi maggiori entrate per la Chiesa.

IL grande numero di " Armadi Reliquiari " riportati nelle fotografie sopra esposte, rendono bene l'idea di questo fenomeno.

Vi starete chiedendo che centra questo con la " sovrabbondanza " delle reliquie di San Biagio ?

Ebbene, purtroppo pur essendo una triste considerazione, anche per i Santi c' era allora e c'è tuttora un " listino prezzi ", come si dimostrerà appresso, che ne individua l' importanza da un punto di vista " taumaturgico " ( dei miracoli prodotti per intenderci ).

Se avete letto con attenzione la Storia di San Biagio, vi sarete accorti che, pur se " tardivi " i suoi atti, ma tardivi da parte di chi e perché lo si è ben capito ( almeno spero ), San Biagio è riconosciuto nel Sinassario Armeno come Santo Martire di prima classe, inoltre il suo potere di " Taumaturgo " ( miracoli fatti ) era ben noto a tutti, sia in vita che dopo il martirio.

Anzi dopo il martirio era venerato ancora di più, anche da individui di religione non cristiana, ed era conosciuto anche dai Turchi : - nella loro lingua Bogas Evliasy – che significa appunto " Santo della Gola " .

Questa sua fama lo aveva preceduto in tutto l' Occidente ancor prima che giungessero le sue reliquie, ed ancor prima che la Chiesa Romana lo inserisse nel Martirologio.

Conclusione, tutti volevano entrare in possesso di " reliquie di San Biagio " e purtroppo, quando il " mercato " ha una forte richiesta, e la richiesta non può essere evasa per motivi oggettivi ( il corpo umano ha un numero limitato di parti ossee ), allora uomini senza scrupoli, hanno venduto " spacciandole per vere " diverse quantità di " false reliquie " .

3) Chi certifica l' autenticità di una reliquia ?

Risposta (3)

I feroci attacchi dei Protestanti alla Chiesa Romana, proprio per la questione dell' autenticità delle reliquie, fece si che La questione venne infatti affrontata dal Concilio di Trento 1563, dove fu emanata una " nuova " normativa :

la nuova normativa conciliare che introdusse una novità significativa: l'esposizione alla venerazione dei fedeli di una qualsiasi reliquia doveva essere sottoposta alla valutazione dell'autorità ecclesiastica, che solo dopo averne comprovato l'autenticità sulla base di una documentazione certa, o perlomeno di una lunga tradizione, ne avrebbe autorizzato il culto.

Se non vi è sfuggito nella lettura di sopra, ho scritto : anche per i Santi c' era allora e c'è tuttora un " listino prezzi " .

Che cosa voglio dire con queste parole !

Voglio dire che purtroppo questo commercio delle reliquie non si è fermato, ed è ancora oggi fiorente, come vi dimostrerò con queste immagini sconvolgenti, di cui però dovrò oscurare la provenienza per motivi di " Privacy " , ma sono tutte reliquie con certificazioni autentiche, datate e con sigilli integri.

Il loro commercio è lecito ed è garantito dalle case d' asta internazionali che sovrintendono alla loro vendita e ne garantiscono autencità e provenienza.

 

RELIQUIA AUTENTICATA DI SAN BIAGIO

( AGGIORNAMENTO AL 20 MAGGIO 2023 )

 

RELIQUIA DI SAN BIAGIO AUTENTICATA CON ATTESTATO E SIGILLO

 

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PARTICOLARE DEL BUSTO RELIQUIARIO

 

DETTAGLIO DELLA RELIQUIA

 

RELIQUIE DI ALTRI SANTI

SI NOTI CHE IL CERTIFICATO FA RIFERIMENTO AL CONCILIO DI TRENTO

 

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( si omette il prezzo )

 

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Io mi fermo qui in questa esposizione, ma la trattazione di questo argomento può essere approfondita su diversi lavori, sia dell' '800 che più recenti, in cui si evidenziano nei dettagli, tutte le storture, tutte le manipolazioni, tutti i benefici prodotti da questo commercio, che come si vede dalle certificazioni, ha avuto un ottimo " lasciapassare " da parte della Chiesa Romana, che non ha esitato a produrre scismi con altre Chiese, pur di mantenere vivo questo commercio.

 

4) Come si risolve il difficile problema sollevato anche dalla Chiesa Romana ?

Risposta (4)

Voglio rispondere a quest' ultimo quesito, dando due suggerimenti, il primo indirizzato alla " Chiesa Romana " che dovrebbe fare un passo indietro rispetto al Concilio di Trento e riconoscere il grave errore commesso sulle reliquie, il secondo indirizzato alle " comunità di fedeli " partendo dalle parole di Padre Placido Tropeano, pronunciate a Maratea nel 1982 in occasione del 1250° anniversario della traslazione delle sacre Spoglie di San Biagio :

MARATEA

( estratto dalla conferenza di Padre Placido Tropeano 1982 )

Dopo cinque secoli, che hanno visto la chiesa di Maratea Superiore trasformarsi in san- tuario famoso ed accorsato, questo è divenuto maggiorenne, è entrato nel numero degli antenati del culto cristiano e può liberamente rinunziare al traballante sostegno di graziose leggende e pie tradizioni; dopo cinque secoli anche la vostra fede e la vostra devozione verso il padre e patrono San Biagio è divenuta adulta, per cui potete lasciare ai vostri padri l'orgoglio di aver indovinato nell'introdurre un nuovo culto, a qualche altro la responsabilità di averlo retrodatato, a voi la gioia di averlo spogliato delle sovrastrutture e riportato nell'alveo della genuina fede cristiana, che, come dice San Paolo, est argumentum rerum non apparentium, e, come dice il Cristo, venit hora et nunc est, quando veri adoratores adorabunt Patrem in spiritu et ventate.

Attualizzato al Nostro San Biagio di Lanzara potremmo dire, non importa se le " reliquie " del Nostro Santo sono vere oppure false, non ci interessa sapere se vengono veramente da Maratea oppure da altro luogo, insomma non ci interessa come è stato costruito il Culto verso San Biagio a Lanzara.

Quello che ci interessa è che i " Nostri Avi " lo hanno fatto per noi, per creare una comunità, per credere e pregare insieme, aiutandoci l' un l'altro, indipendentemente dalle verità storiche, il vero miracolo è proprio questo, ed ora che " siamo adulti " ( cioè abbiamo la conoscenza ), siamo in grado di proseguire e rafforzare quello che ci è stato lasciato.

 

 

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