Giochi di una volta
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Di Gerardo Alfano
Giochi dei nonni quando erano ragazzi
Armi Giocattolo
Insieme ai miei compagni eravamo in grado di costruire pistole e fucili giocattolo, anche pericolosi. Su un pezzo di legno come si vede in figura si legava un tubo di fontana con un tappo che lo chiudeva da un lato. Sopra il tubo, a pochi centimetri dal tappo, si realizzava con una sega una piccola fessura. Poi si inseriva una molletta di legno, quella per i panni, con la parte di sotto tagliata a metà sicché la parte di sopra potesse percuotere sulla fessura. Si inserivano alcuni caps nella canna e poi del pietrisco. Un caps andava sulla fessura, si alzava la molla grilletto e si sparava a bersagli di carta, come in una gara di tiro a segno.
Cerbottana " 'O Tiracuppette"
LA CERBOTTANA. Altra arma giocattolo era la cerbottana. Si poteva realizzare con carta o cartone o meglio con canne. Si inseriva un cuppetiello di carta e si soffiava forte. Se si ammorbidiva la punta del coppetto con la saliva lo si poteva appiccicare al soffitto o al muro.
Fionda
LA FIONDA. Facile da costruire quasi tutti i ragazzi ne avevano una. Occorreva un ramo robusto a forcina, una camera d'aria di bicicletta e una pelle al centro delle corde. Si giocava a tiro a segno. A volte tuttavia si rompeva qualche vetro o si colpiva qualche animaletto.
Lo Stantuffo " 'O Scuoppo "
LO STANTUFFO. Oppure o scuopp'. Era una specie di cerbottana ad aria compressa. Si prendeva un pezzo di legno, il sambuco era il migliore, che veniva vuotato dentro. Poi si realizzava lo stantuffo con un pezzo di legno. Dentro si mettevano alcune palline di stoppa uno dietro l'altra e per lanciarle una alla volta si dava un colpo secco con la mano allo stantuffo. Non si usava molto, ma lo ricordo con piacere
Le Scacciapensieri
SCACCIAPENSIERI. Molto usato in Sicilia, noi lo chiamavamo chitarra a bocca e pure con un altro nome che non riesco a ricordare. Lo costruivano gli zingari quando venivano alla festa di San Biagio e, seduti a terra, lo forgiavano assieme ad altri pezzi di ferro. Personalmente l'ho usato raramente perché mia madre diceva che ci si poteva tagliare la lingua. Ma alcuni compagni erano bravi a suonarlo. Ne ho un vago, simpatico ricordo.
IL Carruocciolo
I)L CARRUOCCIOLO. Era un mezzo di trasporto e per competizioni sportive. Si era negli anni 50-60 quando incominciavano a comparire le prime rare macchine e il carruocciolo rappresentava un po' una imitazione. Era facile da costruire. Quattro cuscinetti a sfera procurati dal meccanico senza pagare, un'asse anteriore di legno fissata con un perno per girare. Un'asse posteriore e una tavola. I piedi con scarpe di suola servivano per la frenata. Il circuito era ovviamente in discesa. Le gare erano a volte spericolate e le cadute dal mezzo poco frequenti.
IL Monopattino
IL MONOPATTINO. Altro mezzo di trasporto giocattolo era il monopattino. Anch'esso era usato per gare. In figura il mezzo è a tre ruote, ma si costruiva più spesso a due ruote
Trampoli
I TRAMPOLI. Facili da costruire: si inchiodavano due pezzi di legno (pezzotti) ad una certa altezza su due robuste aste sempre di legno. Mostra meno
Aquilone
L'AQUILONE. Si intrecciavano delle canne tagliate come in figura, poi si comprava dalla signora Rosa a Casalnuovo in piazza Ferdinando Calvanese la carta oleata o più carte oleate di colori diversi. Si confezionava l'aquilone e lo si legava a un lungo filo di spago. Quando eravamo in molti a farlo volare, ognuno il proprio aquilone, creavamo uno spettacolo che incantava grandi e piccoli.
Quattro Cantoni
I QUATTRO CANTONI. Si gioca a 5; quattro ragazzi negli angoli di un quadrato e uno a centro. I quattro girano in senso orario o antiorario e chi sta in centro cerca di occupare una posizione dei ragazzi che si muovono. Se ci riesce chi rimane fuori dal cantone va a centro.
IL Battimuro
IL BATTIMURO. O tozz' a muro si giocava con le monete del periodo fascista, la mezza lira, la lira, i quattro soldi; che chiamavano soldi falsi. Il gioco di gruppo consisteva nel tirare una moneta contro il muro facendola rimbalzare a terra. Il giocatore che sempre battendo contro il muro si avvicinava alla moneta nella misura di un palmo della mano la conquistava. Se lanciava la moneta oltre la misura del palmo, essa resta a terra e tirava il giocatore successivo. Il turno veniva sempre stabiliti mediante o' tuocco
La Cavallina
LA CAVALLINA: uno monto la luna si diceva mentre si saltava il compagno che stava sotto. Intanto saltando a turno si faceva il giro del paese. Due monto il bue, continuava la filastrocca. Poi tre la figlia del re, quattro monto il gatto. Cinque raccolgo formelle con le mani per terra, e bisognava prendere qualcosa per terra. Sei incrocia tu, e bisognava incrociare le gambe quando si completava il salto. Sette tirolese. Otto ‘na ngulata e bisognava saltando toccare il dorso del compagno con il sedere. Si arrivava a dieci ma non ricordo più cosa si diceva.
Scaricacavallina
SCARICAVALLINA. Gioco a due squadre molto praticato. Una squadra di 4 ragazzi va sotto, cioè funge da cavallo, e un'altra salta sopra a mo' di cavaliere. Perché tutta la squadra riuscisse a mettersi a cavallo occorreva che il primo avesse fatto un bel salto lungo. Il primo ragazzo prima del salto diceva:”statt' attiento ca mo' me ne vengo”. L'ultimo invece, per dare agli altri la facoltà di scendere da cavallo, diceva:”piri piri bot, scaricavallotto, scarica mulino, scinne scinne cumpagno mio”. Ovviamente cavallo e cavaliere durante il gioco si scambiavano le posizioni specialmente se i cavalieri non riuscivano a completare il gioco.
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