_______ IL NAVICORDO

Storia

La Terra di Sanseverino nel XVI Secolo

Di Gaetano Izzo

Luigi Noia - Pasquale Trotta

 

INTRODUZIONE - PREMESSA

 

INTRODUZIONE

L'associazione “ Lefogliecesoie” - sempre attenta al recupero della nostra identità culturale – ancora una volta si propone al territorio, presentando lo “Studio” di tre appassionati ricercatori, che “ rubano” le ore di riposo per studiare il territorio. Questo nel tentativo di far luce nei meandri della storia, per illustrare i momenti di vita politica, socio-economica, religiosa di un territorio del quale tutti parlano, ma pochi sono quelli che realmente lo riescono a comprendere. Questi studiosi hanno approntato la loro ultima fatica letteraria non solo per soddisfazione propria, ma allo scopo di lasciare ai posteri qualcosa che si potrebbe – già oggi – ancora salvare. Il tutto in modo da rendere testimonianza alla civiltà e all'operosità di un popolo che nel suo piccolo è stato artefice della grande storia, quella con la “S“ maiuscola. L'associazione, ancora una volta operativa sul territorio, vuole proporre e promuovere la valorizzazione dei “tesori” della Valle. Perciò si vuole presentare un volume che susciti soprattutto nei giovani, nella fattispecie studenti universitari, la curiosità di andare ad attuare ulteriori ricerche per approfondire la storia, la vita, l'economia e i toponimi dei luoghi visitati e attentamente studiati dagli autori.

Josè Maria Gallo Presidente dell'Associazione Le fogliecesoie

 

PREMESSA

Per tramandare una corretta Memoria dei luoghi in cui si vive, si è reso necessario andare alla ricerca di fonti che ci parlassero o ci illustrassero la Società e la vita che si svolgeva in una determinata epoca nella Terra di San Severino.

E' chiaro che non ci fermiamo qui, siamo sicuri di trovare altri documenti e quindi di ritrovare la nostra vera identità nel passato storico, per correggere gli errori commessi finora dalle “carte” di storici disattenti, che ci hanno fatto rimanere “vittime” di teorie mai dimostrate, di ipotesi che hanno falsato la storia della nostra Comunità, delle bugie dette che si riescono a confutare solo con i documenti. I documenti “difficili” da raggiungere dormono indisturbati negli Archivi e nessuno si avvicina ad essi perché non trova giusto disturbare il loro riposo, o perché non sa che esistono, o per non saperli interpretare; e poi non si sa quale strada percorrere per andarli a trovare. Le ricerche archeologiche languono, anche per mancanza di fondi, inoltre non si sa da dove incominciare e con chi approcciarsi.

Non si osserva più e si è insensibili a tutto ciò che abbiamo ereditato, anzi: se possiamo lo stravolgiamo perché “il vecchio” non porta utile; stiamo perdendo la memoria; non conosciamo l'ambiente in cui viviamo, e in questi paesi – dormitorio hanno perso gli usi ed i costumi, non si riconoscono i vecchi toponimi, per cui diventa difficile leggere il Territorio quando ci rapportiamo alle stesse carte degli archivi.

A tutto ciò si aggiunge il depistaggio e la disinformazione ad opera di sedicenti ed improvvisati “storici locali”, furbastri e profittatori, che costruiscono “castelli di sogno e di favola” su quanto essi hanno detto senza peritarsi di sudare sulle fonti scritte o sui monumenti rimasti; si eclissano su chi ha fatto proprie le considerazioni forse interpretando in buona fede i documenti ed essi si arrogano il diritto di essere i veri alfieri della verità storica diventando gli “ ipse dixit” .

Ecco spiegato il perché del silenzio che per troppo tempo ha avvolto il territorio dell'Università Generale di San Severino.

 

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