_______ IL NAVICORDO

San Giorgio Storia

 

Castel San Giorgio

Sant' Alfonso Maria Dei Liguori

La Missione di San Giorgio e Lanzara

di Rocco Amendola

 

LA MISSIONE DI SANT' ALFONSO

A_ SAN GIORGIO_ E_ AIELLO

( LANZARA IN ATTESA DI RISCONTRI )

 

Prima di trattare nei dettagli l' episodio legato alla predicazione di Sant' Alfonso a San Giorgio, si vuole quì chiarire quale " verità storica " è realmente contenuta nella vita del Santo nei riguardi della nostra terra di San Giorgio.

Verità Storiche di Sant' Alfonso a San Giorgio

1) Sant' Alfonso non è mai stato ospite di nessuno a San Giorgio

2) Sant' Alfonso non è mai stato ospite di nessuno a Lanzara

3) Sant' Alfonso non viaggiava da Pagani a Ciorani

L' unico e solo contenuto " storicamente vero " è legato strettamente alla predicazione del Santo, nella missione del 1738 e alla sua " Estasi Mariana " di cui fu investito, durante tale predicazione, così come testimoniato dal Padre Antonio Tannoia, primo Biografo di Sant' Alfonso, quando S. Alfonso era ancora vivente, quindi conoscitore diretto degli eventi e dei fatti, scrupolosamente appuntati e verificati sempre con testimoni.

I racconti popolari che citano " presunte amicizie e soggiorni " indicati nei punti (1) e (2) , non trovano nessun riscontro di verità storica.

Basta leggere infatti, qualche passo della biografia di Sant' Alfonso, per comprendere che Sant' Alfonso preferiva un pagliericcio a comodi " letti nobili " che aveva peraltro abbandonato da tempo, e che con la sua personalità, così forte e così umile nello stesso tempo, non avrebbe mai accettato inviti di questo tipo. Lui che ha osato rifiutare la nomina fatta da parte del Re Carlo III che lo voleva Arcivescovo a Palermo.

Inoltre, nei suoi 15 comandamenti, scritti per se stesso, da rispettare in qualità di prete, dopo l'ordinazione avvenuta il 21 dicembre 1726, si legge, relativamente al 10° :

" Rifuggirò da ogni rispetto umano e dalle amicizie mondane come dall' inferno : sono cose che infangano il sacerdozio. "

( estratto da Theodule Rey- Mermet " Alfonso De Liguori " pag. 48)

Inoltre la sua semplicità ed umiltà, che era il suo " essere ", così come ebbe a dire anche l' Arcivescovo di Salerno, non avrebbe accettato più queste agiatezze.

" L'Arcivescovo di Salerno conobbe , che Alfonso si contentava di un biscotto , e di un angolo di Sacristia ."

Estratto da : CARDINAL D. LUIGI LAMBRUSCHINI CAPITOLO IX . ALFONSO PROSIEGUE LE SUE MISSIONI SPECIALMENTE NELLA DIOCESI DI NAPOLI Pag. 73 - 4° capoverso

 

Infine, in merito a questi presunti spostamenti da Pagani a Ciorani, si precisa che la " Casa " dei Redentoristi di Pagani fu " autorizzata ed iniziata " solo nel 1743 vale a dire ben cinque anni dopo le predicazioni nei nostri territori. La Casa di Ciorani invece, era già operativa dal 1735, e Sant' Alfonso la utilizzava come base per le missioni sui nostri territori. Utilizzava invece quella di Scala, precedente a quella di Ciorani, per le missioni ad Amalfi, Maiori, ecc..

SE VUOI APPROFONDIRE

Se poi, si ripercorrono le tappe di Sant' Alfonso dopo la missione di San Giorgio del 1738, si può vedere chiaramente che la sua presenza è dislocata in altri luoghi, e che questo " presunto e continuo spostamento " da Pagani a Ciorani non trova nessun riscontro storico.

LE CASE DI SANT' ALFONSO

 

Pertanto, lasciamo i " Racconti " al fascino popolare e immergiamoci nella " Storia " di questo episodio che ha visto San Giorgio spettatore di un evento " miracoloso ", realmente accaduto ed inconfutabile, di cui si è persa nel tempo la sua verità " storica "

 

 

ANTICA MAPPA DEL 1750

( cliccare per ingrandire )

Come si può vedere dalla mappa sopra riportata la viabilità nel '700 non è certo quella attuale, le strade, anzi i viottoli, il più delle volte costeggiavano i corsi d' acqua e nel nostro caso la prima strada ben definita è quella che porta a Salerno con un percorso che da Camerelle si inoltra per Mater Domini. Camerelle come si legge dalla mappa è già segnalata con tale denominazione nel '700

 

PER FARE CHIAREZZA SULLE MAPPE RIPORTATE

Le mappe riportate in questo lavoro servono solamente ad inquadrare storicamente in linea di massima i luoghi descritti dagli eventi storici e, pertanto non hanno nessuna pretesa di voler descrivere lo stato dei luoghi da un punto di vista Urbanistico ( le case e le Chiese, per intenderci )

Per la descrizione geometrica di questi manufatti e della loro reale collocazione bisogna attendere gli inizi del 1900 con la formazione del Catasto, pertanto, si invitano i lettori più esigenti, a voler cliccare sul pulsante approfondimenti appresso riportato per ulteriori conoscenze in merito alle mappe.

NELLA STESSA MAPPA QUI RIPORTATA SI VEDONO ANCHE LE STRADE

Si porta a conoscenza dei lettori per comprendere meglio il perché ci furono due missioni separate una a San Giorgio e l'altra a Lanzara, che il territorio nel 1738, epoca delle missioni, era suddiviso in Baronìa di San Giorgio a cui apparteneva San Giorgio e Aiello e territorio di Sanseverino, stato in provincia di Principato Citeriore , compreso nella diocesi di Salerno. Sanseverino era diviso in quattro quartieri , chiamati : Calvanico , Penta , Acquamela , e Mercato.

Nel quartiere di Mercato si trovavano i casali di Lanzara , Castelcuccio , Fimiani. Pertanto, volendo sintetizzare occorrevano due permessi diversi per poter condurre queste due missioni da parte di Sant' Alfonso.

(rif. Giustiniani - DIZIONARIO GEOGRAFICO RAGIONATO DE L REGNO DI NAPOLI)

 

 

DA NOCERA LA STRADA PROSEGUE PER PECORARI MALLUNI

 

CHIESA S. MARIA DELLE GRAZIE

 

P. A. Tannoia Libro II Cap. X pag. 86

 

Cap. X. Alfonso prosegue il corso delle missioni, va a dimorare nella nuova Casa di Ciorani e abbandona quella di Scala.

P. A. Tannoia Libro II pag 84 (109 )

Avendo inteso le monache carmelitane del monistero di san Giorgio feudo de’ signori Sarno-Prignano, le rare qualità del missionario e come per suo mezzo comunicavasi Iddio alle anime, a neh‘esse lo vollero per comune consolazione. Vi fu Alfonso, e coi santi esercizi operò del gran bene in quel sagro luogo. Vi erano, non v’ha dubbio, in quel monistero delle anime molto elevate in santità, ma con questi esercizi si vide in quella rispettabile comunità crescere il fervore in modo affatto singolare. Così viva rimase la rimembranza di quello che operò la grazia per mezzo di Alfonso, che tuttavia se ne raccontano i prodigi.

 

A SAN GIORGIO DURANTE LA PREDICA

" IL SANTO FU SOLLEVATO PIU' PALMI ALTO DALLA CATTEDRA "


Ben largo campo si aprì ad Alfonso sul finir dell’anno 1737 e sul cominciar del susseguente. La prima missione fu data al casale di Carifi, luogo poco distante da Ciorani ; ed indi al casale di Acigliano. Iu gennaio Alfonso si portò nello stato di Forino paese popolato da molti casali e molto bisognoso d’aiuto. In seguito fu nella Contrada, alla Penta e nella baronia di s. Giorgio, ove non fu dimenticato il picciol villaggio chiamato Aiello. Questa missione di s. Giorgio fu da Dio benedetta con modo particolare ; ed universale fu la commozione tanto in questa terra, quanto nei casali vicini.

Non si vide più uno scandalo, nè per lungo tempo s’udì bestemmia o altra parolaccia: deserte erano le taverne e frequentate le chiese. Fu promossa la frequenza de' sacramenti, la divozione a Maria santissima, la visita d’ogni sera alla Vergine ed a Gesù sacramentato ; nè vi era casa ove non si recitasse il rosario. Più di tutti ne pro­ fittarono i preti ; e sino a questi ultimi tempi sono sopravvivuti ottimi sacerdoti o convertiti o migliorati da Alfonso colle sue prediche ed istruzioni.


In questa missione diede ad intendere la Vergine quanto caro le fosse Alfonso. Quello che in Scala succedeva di nascosto, qui si fé’ palese. Una sera predicando egli sulle grandezze di Maria, ed animando il popolo ad ossequiarla, fu sorpreso da tal estro amoroso verso di lei, che a vista del popolo fu sollevato più palmi alto dalla cattedra e nello stesso tempo un raggio risplendente, che usciva dal volto della statua della Vergine andò a riflettere nel volto del missionario. Alcuni anni fa eranvi parecchi che se ne ricordavano ; e fra gli altri il parroco d. Silvio Corvino ed il sacerdote d. Domenico Sarno. che attestarono al nostro p. Villani un tal favore. Questo diede maggior credito alla santità di Alfonso e maggior efficacia alle sue parole.

 

QUADRO DELL' ESTASI MARIANA DI FOGGIA

( il quadro si trova nella Casa dei Redentoristi di Roma )

 

Non usava palco, come taluni, nè pulpito, ma servivasi di una cattedra ; la quale essendo bassa fa sì, che anche parlandosi piano si sente dal popolo la voce del predicatore, e le sue parole fanno in quello una maggior impressione.

( notizia da P. A. Tannoia Libro II pag. 228 )

 

Questo episodio " ricordato dal popolo " sarà scolpito nel marmo di una lapide che verrà affissa solo nel 1923 dopo la relativa missione di maggio ad opera dei Padri Liguorini

 

LAPIDE AFFISSA NEL 1923 NELLA CHIESA DI SAN GIORGIO A SEGUITO DELLA MISSIONE DEI PADRI LIGUORINI TENUTA NEL MAGGIO DEL 1923

( altre date delle missioni sono a fondo pagina )

 

EPISODIO RACCONTATO DA ALTRI AUTORI

 

DECRETUM

NUCERINA PAGANORUM

CANONIZATIONIS B. ALPHONSI MARIA

DE LIGORIO

FUNDATORIS CONGREGATIONIS

Ss.MI REDEMPTORIS

AC OLIM EPISCOPI S. AGATHÆ GOTHORU

1830

 

CAPO X I

Missione del B. Alfonso in Amalfi , ed in qualche altro luogo.

Pag. 159 - 160

 

Nè fu già soltanto nella missione di Amalfi, che la Vergine con visibili raggi di luce illuminò il volto di Alfonso. Tal prodigio , oltre al già mentovato di sopra avvenuto nella città di Foggia , mentrechè egli era an cora semplice Sacerdote, avvenne altra volta in detta città , allor che dopo fondata la Congregazione vi andò a predicare nella missione dell'anno MDCCXLV., come altresi, mentre stava nella missione della terra di san Giorgio, diocesi di Salerno. Ora se tutte le missioni di Alfonso produssero sì grandi vantaggi, e sì gran bene nelle anime ; molto più certamente queste che furono accompagnate da si strepitosi portenti.

 

VITA DEL B. ALFONSO MARIA DI LIGUORI VESCOVO DI S. AGATA DE' GOTI E FONDATORE DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE

SCRITTA DAL P. D. PIER LUIGI RISPOLI

MDCCCXXXIV

CAPITOLO IX pag. 81

Riposava Alfonso appena nei mesi estivi , ma per aumentare il raccoglimento , il fervore , ed applicarsi allo studio. .Ripigliava con maggior impegno le Apostoliche fatighe . Lo Stato di Forino , la Penta , la Baronia di S. Giorgio ricevettero le sue Missioni e ne restarono contenti , edificati , e pieni di grazie , e benedizioni di Dio.

Nella Missione di S. Giorgio diede a divedere la Vergine , quanto Alfonso le fosse caro . Quello che in Scala succedeva spesso di nascosto , quì si fè palese . In una delle sere predicava Alfonso sulle grandezze di Maria . Animava il popolo ad amarla , e ad ossequiarla . Fu sorpreso da tal estro amoroso verso Maria Santissima , che a vista del popolo elevato si vide più palmi sulla cattedra . Nel tempo stesso un raggio risplendente usciva dal volto della Statua della Vergine , ed andava a fissarsi in faccia ad Alfonso. Oltre tanti altri il Parroco D.Silvio Corvino , ed il Sacerdote D. Domenico Sarno un tal portentoso avvenimento. Così cresceva sempre una più alta stima per Alfonso e le sue parole maggiormente penetravano i cuori .

 

S. E. Alfonso Capecelatro

Cardinale Arcivescovo di Capua

Vol. I Libro II Capo II pag. 196 ediz. M.DCCC.XCIII

 

Non mancano intanto in queste missioni alcuni fatti prodigiosi, o almeno creduti tali anche da persone gravi e autorevoli.

In San Giorgio, Alfonso fu rapito in estasi davanti all' immagine della Madonna, e per l'estasi divenne tutto raggiante di luce.

 

R. P. A. Berthe

Libro I Cap IX Ciorani pag. 124 e nota a fondo pagina Ediz. 1933

Fin dai primi mesi del 1738 , per appagare i desideri dell' Arcivescovo di Salerno, si mise a percorrere questa diocesi.

Lo si vedeva a volta a volta evangelizzare Acigliano, Carifi, Forino, Contrada, Penta, San Giorgio, Priati, Pellezzano, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

A San Giorgio egli predicava un giorno sulla devozione alla Vergine Santissima, quando ad un tratto un raggio di luce, simile ad un raggio di sole, spiccò da un' immagine di Maria posta alla destra del predicatore, e andò a posarsi sul volto di lui, che sembrò assolutamente trasfigurato.

Non deve quindi recar meraviglia se quegli abitanti, testimoni di un simile prodigio, rinunziarono alle cattive abitudini dalle bestemmie, dall' ubriacatura e dall' immoralità, e se dopo la missione non si trovava più famiglia, nella quale il padre e la madre non recitassero il rosario con i propri figli.

* nota a pié pagina : IL Tannoia che racconta questo fatto, lo aveva appreso da Padre Villani e da molti altri testimoni oculari.

 

ESTERNO DELLA CHIESA OGGI 2022

 

RICORDO DELLE MISSIONI NEL CORSO DEGLI ANNI

 

RICORDO DELLE MISSIONI DEI PADRI LIGUORINI

TENUTE NEL DICEMBRE 1910 NEL MAGGIO 1923 E NEL MAGGIO 1931

 

PROCESSO DI BEATIFICAZIONE

IL Miracolo di S. Alfonso nella chiesa di San Giorgio

 

 

 

 

NEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE VENGONO CONDOTTE APPROFONDITE INDAGINI CON RELATIVI RISCONTRI DEL MIRACOLO AVVENUTO

 

Prove testimoniali dei fatti accaduti

 

PRESENZA DI SANT' ALFONSO A LANZARA

L' unico documento attualmente rinvenuto che ci da certezza della presenza di Sant' Alfonso nella Chiesa di Lanzara è la descrizione che ci dà Padre Tannoia, di cui si riporta per intero l'estratto documentale

 

IL 24 Agosto 1738 Sant' Alfonso lascia la Casa di Scala

E' questo un passaggio storicamente importante per comprendere la collocazione temporale dei successivi avvenimenti.

 

Queste sono le uniche notizie " Storiche " che emergono per ora

 

MISSIONI REDENTORISTE A LANZARA

(fot. gentilmente concesse dalla Parrocchia S. Biagio di Lanzara)

 

PADRI LIGUORINI 1910 - REDENTORISTI 1948

(fot. gentilmente concesse dalla Parrocchia S. Biagio di Lanzara)

 

REDENTORISTI 1962

(fot. gentilmente concesse dalla Parrocchia S. Biagio di Lanzara)

 

SI RIPORTANO INFINE ALCUNE BIOGRAFIE DI NOSTRI CONTERRANEI

Profilo tratto da Biografie manoscritte del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani Archivio Provinciale Redentorista

 

Fr. Antonio Lauro (Pasquale) (1723-1763).

Era di Castelluccio, vicino Ciorani (SA), e contadino, essendo il padre un piccolo possidente. Fu ammesso nel 1746 a seguito della missione di Lanzara; Professò nel 1748. Morì a Pagani di erisipela (un'infezione acuta della pelle).

Dopo la missione [di Lanzara] il giovane Lauro bussò più volte a Ciorani, ma inutilmente. P. Saverio Rossi lo inviò a S. Alfonso che predicava alla Rocca e fu da questi escluso perché di bassa statura, di gracile costituzione, e perché non poteva reggere alle fatiche.

Egli insistette col p. Rossi, che lo fece restare come garzone [aiutante] e non come fratello: “Mangerai fuori del refettorio e dopo la prima tavola. Alla fine io vedrò come ti sarai comportato!”. Come San Gerardo, alla fine fratello Antonio convinse tutti e fu ricevuto.

Di questo santo Fratello c'è un'ampia documentazione che ha indotto studiosi e confratelli a definirlo “degno emulo di San Gerardo”: Tutto da riscoprire.

Qui riportiamo solo alcune testimonianze della sua umiltà e pazienza in occasione della tensione dei Contaldi con i Padri di Pagani.

– “Egli, più volte, veniva chiamato da Don Francesco Contaldi sozzo, sfrattapanella, e con altri epiteti ingiuriosi…Mai egli rispose né si risentì, anzi neppure lo diceva a noi. Noi lo venivamo a sapere dalla serva e dal servo di D. Francesco… (P. Mazzini).
– “Un giorno egli zappava nell'orto di casa, e un uomo del Contaldi, stando fuori della recinzione, lo ingiuriava. Il virtuoso fratello non dava retta e continuava a zappare. Ma tanta pazienza pece infuriare l'offensore, il quale, scavalcata la recinzione, gli tirò uno schiaffo. Il buon Fratello non si risentì, anzi, postosi in ginocchio, gli presentò l'altra guancia. Questo atto confuse il cattivo uomo, che si ritirò, lasciandolo in pace”.

(da una conferenza di P. Salvatore Brugnano)

Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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Lauro (1723-1763)

Il Fratello Laico Antonio Lauro, emulo di S. Gerardo, fu involato alla terra in età di 40 anni. Umile fino all' eccesso, si deliziava degli uffizi più vili: tutti i giorni si flagellava, e talvolta con tanta asprezza, che il sangue restavagli aggrumato alle carni. L' ingiuria e il disprezzo erano la  sua compiacenza.

Un giorno un miserabile lo schiaffeggiò, e tosto Fratello Antonio si gittò in ginocchio presentando l' altra guancia. La sua più gran devozione era quella di ascoltare la Santa Messa. L' ultimo giorno della sua vita, che fu il di 24 Gennaio 1763, il P. Mazzini celebrava il divin sacrificio in camera sua, e mentre si parava degli abiti sacerdotali, gli disse: «Padre, fate presto, perché altrimenti morirò prima di comunicarmi» .

Ricevé infatti il suo Dio quando già la morte decomponeva il suo volto, ed egli andò a fare il suo ringraziamento in Cielo. Tutta la Comunità di Pagani con a capo il rettore P. Fabrizio Cimino rimpiansero la perdita di sì santo e laborioso fratello, ed insieme al devoto popolo gli celebrarono solenni funerali.  (Berth. 817).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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