_______ IL NAVICORDO

San Giorgio Storia

 

Castel San Giorgio

Peregrinazione delle Sacre Spoglie di Sant' Alfonso Maria De Liguori

San Giorgio - Lanzara - Fimiani

di Rocco Amendola

 

GLI _SCRITTI__ALFONSIANI

Prefazione S.E. Mons. Jolando Nuzzi

Vescovo di Nocera De' Pagani

Amministratore Apostolico di Amalfi e Campagna

( 2-2-1911 , 27-12-1986 )

 

PREFAZIONE

Ritengo per me particolare gioia presentare al pubblico la conversazione che il chiar.mo prof. Luigi Torraca, docente nelle Università di Napoli e Salerno, tenne nel giorno centenario della proclamazione a Dottore della Chiesa di Sant'Alfonso Maria de Liguori nella Basilica pontificia di Pagani, la sera del 7 luglio 1971.

Era giusto che fosse un docente dell'università di Na­ poli a parlare di S. Alfonso, che a soli dodici anni aveva varcato le soglie maestose di quell'università per seguire gli studi del diritto, e a meno di diciassette anni veniva proclamato dottore in diritto civile ed ecclesiastico. Era stato il grande Giambattista Vico ad esaminare il dodicenne Alfonso per giudicare sulla sua maturità idonea ad affrontare gli studi severi dell'università.

Io non so se nell'università di Napoli esista un ricordo di un tale singolare studente, che doveva diventare « il più grande personaggio religioso del Settecento ». C'è la fortuna anche per i santi. E S. Alfonso non ha certamente avuto quell'evidenza di fama, cui aveva diritto per la sua vita di napoletano « schietto » e per le sue opere, che hanno raggiunto come edizioni traguardi da nessun altro raggiunti. Il « Modo di conversare con Dio » — tanto per portare un esempio — uscì a Napoli il 1753, e fu subito tradotto in tedesco ed in francese, ed ha avuto finora oltre 600 edizioni. E' impossibile poi calcolare quante migliaia di edizioni abbia avuto la sua prima opera « Le Massime Eterne ».

E' un fatto che una figura di grande santo e di scrittore instancabile non ha avuto un risalto adeguato, neppure nell'ambiente ecclesiastico.

Forse ha giocato il suo ruolo negativo il fatto di essere un « napoletano », o meglio è stata una delle più grandi vittime di quel sottile laicismo anticlericale che puntò sempre ad offuscare tutto ciò che sapeva di chiesa o di sagrestia.

E' dolorosa sorpresa vedere un Alessandro Manzoni che, pur interessandosi di problemi morali per polemizzare col Sismondi, non fa cenno alcuno alle opere morali di S. Alfonso, al quale tutti riconoscono il merito di aver trovato la via mediana dopo oltre due secoli di aspri contrasti tra rigoristi e lassisti.

Così si deve con amarezza vedere che né il Tommaseo nè i maggiori storici del pensiero e della letteratura napoletana del Settecento danno importanza alcuna a Sant'Alfonso.

Anche nel « Dizionario Letterario Bompiani delle Opere dei personaggi » di tutti i tempi e di tutte le letterature a Sant'Alfonso è dedicato un quarto di pagina per la sua composizione musicale per due voci, violino obbligato e basso continuo « Recitativo e duetto fra l'anima e Gesù Cristo » (cfr. VI, 135-6).

E' stato giustamente detto che Sant'Alfonso fece per la morale quello che fece Socrate per la filosofia: la fece discendere dalle nuvole delle astrattezze accademiche, e la calò nella coscienza viva dell'uomo.

S' Alfonso diventò moralista solo perchè era missionario ed a contatto diretto con le coscienze : nei primi tempi fu anche lui un rigorista, ma nel contatto vivo dell'apostolato sentì vivido il bisogno di trovare una « morale » che nel Cristo è stata ricreata e che doveva puntare unicamente nella fedeltà allo spirito di Cristo, e che elementi fondamentali della morale cristiana sono la trasformazione dell'uomo operata dalla grazia dello Spirito Santo e le opere in cui si attua per stabilire sulla terra la comunione del «popolo di Dio ».

Sant'Alfonso tenne la penna in mano, non per ambizione letteraria, ma unicamente per parlare da uomo agli uomini di Dio e del prossimo; fece il missionario per ricordare che l'uomo vuole il bene e fa il male, e perciò ha bisogno di Dio.

Il prof. Luigi Torraca ha compiuto una nobile fatica nel raccogliere dati e notizie per presentare la figura davvero composita di S. Alfonso, e l'ha fatto con la diligenza di chi è aduso a scrutare i papiri ed i documenti del passato, e con l'amore di chi si sente meridionale e tanto ama questo meridione così ricco di sole e i geni, il cui splendore non da tutti è conosciuto.

Ed esprimo infine la mia ammirazione per il prof. Raffaele De Vivo, Sindaco di Pagani, che ha voluto prendere l' encomiabile iniziativa di pubblicare la conversazione del prof. Luigi Torraca: non poteva la Civica Amministrazione di Pagani rendere un omaggio migliore a Sant'Alfonso che considerò Pagani come la sua patria adottiva.

Jolando Nuzzi

Vescovo di Nocera De' Pagani

 

 

 

About Us | Site Map | Privacy Policy | Contact Us | ©2003 Company Name _