_______ IL NAVICORDO

San Giorgio Capoluogo Storia

 

Gli__" SCARFASEGGI "

 

Appunti del Prof. Francesco Di Pace

 

BREVE STORIA DEL PERCHE' I SANGIORGESI VENIVANO APPELLATI

“ SCARFASEGGI ”

 

Già due secoli fà, gli abitanti del centro di Castel San Giorgio, venivano appellati col dispregiativo “scarfaseggi”.

Erano così nominati coloro che risiedevano in un raggio di 150 mt. dal centro del borgo: l'attuale Piazza Municipio o Piazza A. Amabile. La sede del Comune o l'Universitas, come allora veniva connotata, dopo l'affermazione delle classi cittadine emergenti della borghesia commerciale e delle corporazioni, non avevano alcun riscontro nel “Mezzogiorno” di quel tempo.

 

Le affermazioni dei ceti emergenti nelle principali città dell'Italia dei Comuni di allora (Milano, Firenze, ecc) stentavano a trovare al Sud, una via d'uscita verso il miglioramento delle condizioni di vita in cui versavano gli abitanti di allora.I ritardi del Sud erano fortemente presenti. La Questione Meridionale era già ben connotata, fin d'allora dalle nostre parti.Il divario dettato dallo Stato di “soggezione feudale” era pesantemente presente nel corpo dell'organizzazione sociale di allora.

Tuttavia la sede dell'Universitas dove aveva luogo il seggio, l'organo di governo della città con funzioni deliberative e di governo nonché del mantenimento dell'ordine pubblico, svolgeva in qualche modo bene o male il suo compito.Infatti, nel Seggio al centro di Castel San Giorgio vi era perfino il carcere dove venivano rinchiusi coloro che si macchiavano di reati a danno della collettività.

Vi domanderete dov'era ubicato il Seggio prima che venisse costruito l'antico stabile del comune?

Comune che lo ritroviamo identificato in alcune foto d'epoca arrivate fino a noi?

Era ubicato nei locali tra la ex farmacia Rescigno e il portone d'ingresso dell'attuale municipio.

I locali prima delle ultime recenti trasformazioni erano la sede di un circolo ricreativo: il Circolo Operaio. Fino a dopo gli anni sessanta del secolo scorso il Circolo Operaio. Comm A. Rescigno padre dei gestori nella farmacia Rescigno era stato il contraltare del Circolo dei “borghesi” del paese, dei cosiddetti “signori” che amavano distinguersi dagli operai.

Il Circolo in Epoca fascista veniva identificato come la “Casina” dei signori. Poi, dopo, la seconda Guerra Mondiale, trasformò il suo nome in Circolo Sociale. Alla fine degli anni settanta, i due circoli si fusero, dando luogo all'attuale circolo ten. B. Lombardi. Era proprio nel tratto che attualmente va dai locali del comune fino ai locali del Circolo Sociale che i “sangiorgesi” del centro andavano a sedersi. A sedersi sui marciapiedi in pietra cavati nelle cave di Costa di Mercato S.Severino. Davanti ai locali che ospitarono dal 1600 in poi le stanze del Seggio e, proprio per questa abitudine, venivano definiti spregiativamente “Scarfaseggi”.

Gli “Scarfaseggi” erano, dunque, coloro che si sedevano sui cordoli del marciapiede davanti all'attuale sede del Comune. E non già coloro che “scarfavano” le sedie di paglia comunemente intese, messe tuttora a bella posta davanti al Circolo Sociale. Specificatamente i Sangiorgesi identificati come Scarfaseggi, come abbiamo innanzi detto , erano coloro che avevano la residenza nel raggio di 150 mt. partendo dal centro dell'attuale Piazza Amabile. Erano coloro che abitavano Casa Izzo, l'antico toponimo tutt'ora esistente; Via A. Rescigno che prima era l'antica strada provinciale per Codola. E prima ancora era identificata come strada nazionale per le Puglie o strada del Vettovagliamento.

Tale strada proveniva da Capua e passando per Chivoli (Via Urbulana) si inoltrava per Atripalda fino a Foggia nelle Puglie. Era detta del Vettovagliamento perché fin dall'antichità, nel susseguirsi degli eventi, le città popolose come Napoli si andavano ad approvvigionare di Vettovaglie quali olio e grano per procurare cibo alle guarnigioni militari. Questa strada venne allargata successivamente alla fine dell'800.Infatti sul lato sinistro scendendo dal centro verso la chiesa madre, ancora si possono vedere le case in Via Rescigno tagliate a metà.Vedi il negozio di oreficeria o il negozio che fa angolo con il secondo vicolo Casa Izzo. Poi il negozio dell'attuale calzolaio e le stesse case che seguono oltrepassando Via Strettola. Via Rescigno è ancora famosa per l'esistenza dei vari pendini: Lombardi o di Gesù Cristo, Scarano, De Simone. In epoca Medioevale, i Pendini, non erano altro che l'imbocco iniziale degli antichi sentieri verso la retrostante montagna.Via Corso Claudio prendeva il nome dall'antico acquedotto Augusteo dello Claudio (I sec. A. C. – I sec. d. C.) costituiva l'ingresso verso Siano.Un tempo l'ingresso di Corso Claudio era identificato come Santa Maria alla Barra. Oggi Macelleria De Caro.

Santa Maria alla Barra era la chiesa che segnava alla Barra il confine del centro di San Giorgio. Negli anni'30 del secolo scorso, quando dopo il crollo della casa degli Amabile, l'antica sede dell' esattoria comunale la quale, sorgeva al centro della Piazza di Sangiorgio. Proprio dove ora c'è l'attuale piazzetta. La stessa piazzetta, venne all' epoca completamente ridisegnata. Qualche decennio dopo venne demolita l'antica Cisterna medievale (1928). La cisterna era costruita in pregiata pietra calcarea proveniente dalle cave di Costa .Era collocata al centro della Piazza.Da essa si attingeva l'acqua direttamente dall' antico Acquedotto di epoca romana (Acquedotto Claudio).

La cisterna assicurava l'acqua agli abitanti del centro del paese.Piazza Amabile assunse l'attuale fisionomia qualche anno dopo, quando ,nella stessa piazza venne rifatta la piazzetta in stile coloniale, in onore della venuta a Caste San Giorgio di Vittorio Emanuele III re d'Italia e Imperatore d'Etiopia (agosto 1936).Durante la Seconda Guerra Mondiale l'importante e monumentale palazzo Amabile, in via corso Claudio ,venne minato e fatto crollare dai tedeschi nella ritirata verso Cassino, passando per la montagna spaccata sopra Siano, verso Sarno.Questo avvenne dopo l'8 settembre 1943, dopo lo sbarco di Salerno.

Ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale i toponimi recitati da noi, allora ragazzi, nel comune dialetto erano identificativi della periferia di Castel San Giorgio.A basc' ‘a chiesa, sotto è Cieveze, o Muraglione' d'è monache da una parte, n' copp' ò mulino ‘n copp' à starza, l'attuale via T.B.Lombardi dall'altra, erano considerate periferia di Castel San Giorgio.Erano strade sterrate e polverose.Vere e proprie periferie rispetto al centro di Castel San Giorgio che era pavimentato in basolato di Pietra Vesuviana.

La San Giorgio che abitavamo noi adolescenti degli anni'50 poteva ancora considerarsi nel modo in cui l'abbiamo fin'ora descritta. Una città racchiusa in un raggio di 150 mt., facendo centro a partire da Piazza Amabile.Con le 12 frazioni quelle di sotto e quelle di sopra:sott' è n' coppa erano i termini di allora (forse anche di oggi) che affollavano le nostre menti di ragazzi degli anni'50.Ma, torniamo, in chiusura, agli “Scarfaseggi”.Noi ragazzi ci consideravano ancora tali quando facevamo capo ai due bar , allora molto accorsati al centro di San Giorgio. Quello di Don Pasqualino Zambrano e quello di Donna Ida (a'cafettera) la quale gestiva il suo bar –caffetteria ,dove, adesso, ci sono i locali del fotografo Rosamilia. Mentre al posto del bar Zambrano vi sono il supermercato e il Club Napoli.Concludiamo dicendo che dai Longobardi di Nocera, ai Normanni di Rota, con Troisio De Rota capostipite normanno; dai Budetta di San Severino, ai Villani, ai De Sanctis; E, poi, i Mastrilli, i Sarno Prignano, i Miroballo, i Filangieri; E, ancora, il banchiere fiorentino conte di Nocera della famiglia degli Acciaiuoli che ospitarono il Boccaccio nella Torre pentagonale del Parco Fienga, nel 1362 Sono stati questi, i protagonisti illustri del nostro Territorio, identificato come una parte della Campania Felix.Questi personaggi costituiscono la nostra storia remota.Essi si sono alternati al governo di un Territorio benedetto da Dio, il quale, nei tempi a noi vicini, è stato stravolto e fatto decadere dai predatori della malapolitica dei nostri giorni.

Prof. Francesco Di Pace

 

 

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