_______ IL NAVICORDO

Narrativa

IL CAN DANTE NEL POLLAIO

RACCONTI DI STORIE VERE

di Margherita Tirelli

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" IL CAN DANTE NEL POLLAIO CAPITOLO SETTIMO "

 

CAPITOLO SETTIMO

- Non sono vibrisse di gatto ... - Dante finge di sonnecchiare - ...bensì quelle di una volpe !

Tanto gli basta per saltare come un grillo dal barile rosso e mettersi alle calcagna....ehm...ai cuscinetti di quell'ombra che taglia la luce della luna nel pollaio. La insegue tra gli schiamazzi delle galline e degli altri amici. Improvvisamente l'ombra si ferma di scatto e incomincia a starnutire una, due volte, tre, quattro volte , all'infinito, lasciando la presa di un fagotto che starnazza, svolazza e scappa verso il posatoio. Il fulmineo Dante afferra l'ombra per la collottola e la trascina verso lo spicchio di luce. Non c'è più ombra... di dubbio: il chiarore della luna rivela una volpe tremolante e scheletrica che continua a starnutire senza riuscire a smettere.

- Poverina, come la capisco... - mormora Geppino tirando su col...becco.

- Il piano è riuscito perfettamente ! - grida Dante trionfante. Solo in questo momento il riccio, la talpa,il gatto e tutti gli altri abitanti della notte fanno timidamente capolino dai propri rifugi. Anche tutti i pennuti si appollaiano lentamente sui rispettivi alberi e posatoi. Geppino sceglie il ramo di un olmo, stavolta, ben lontano dall'albero rosa. Elfo lo segue saggiamente. Il pollaio si ripopola e la gallina che ha rischiato più delle altre, batte furiosamente le ali e si avvicina alla volpe svolazzandole intorno audacemente. - Dove hai portato la nostra amica? Parla e vergognati! Agire di notte è una vera vigliaccata!

Le fanno eco tutti gli altri, con tanta forza e prontezza. Le galline soprattutto sono irrefrenabili, chiocciano, schiamazzano, fanno baccano e lanciano severe occhiate di rimprovero alla misera volpe, non risparmiandole insulti e rimbrotti. Un vero ed unico concerto.

- Come ben vedi, questo è un pollaio divinamente pepato, a differenza degli altri ! - esclama soddisfatto Dante rivolgendosi alla povera creatura che, umiliata e con la testa bassa, continua a collezionare starnuti insopportabili, a tenere lo sguardo a terra e la coda tra le zampe. Una coda spelacchiata ora, ma nel passato sicuramente invidiabile, folta , fulva e rigogliosa. Dante sa osservare, soprattutto con il cuore: gli occhi della volpe brillano alla luce della luna, ma a guardar bene si scorgono dei lacrimoni.

- Non aggiungere altro, - interviene il mite e saggio Omero. E con un cenno del capo, invita Dante a tacere e a guardare il lato estremo del pollaio: dalla buca scavata dalla volpe fa capolino un cucciolo che, un po' intimorito, zampetta velocememte verso la volpe. Poi ne esce un altro che, come il primo, trova rifugio tra le zampe della presunta mamma volpe .

- Ma non sono i tuoi figlioli ! - esclama Dante sbalordito - questi sono due cuccioli di faina! Magrissimi e affamati !

- Sì, sono affamatissimi - osserva Omero con tenerezza. - Ma come mai dei cuccioli di faina?

Anche Dante è molto incuriosito e intuisce qualcosa di molto triste nella risposta che la volpe sta per dare.

- Con il mio compagno trovammo questi due cuccioli accanto a mamma faina uccisa dai cacciatori tante lune fa. Hanno condiviso il mio latte con i miei due cuccioli.

Mamma volpe si interrompe e singhiozza. I due cuccioli si stringono di più a lei in cerca di conforto e protezione. Tutti gli altri sono lì in rispettoso silenzio. Tantissimi flashback attraversano gli occhi di Dante: la sua mamma gatta Pulce, le sue paure di cucciolo abbandonato, l' infanzia triste e difficile....

Con un gesto spontaneo e rassicurante, si avvicina alla volpe e la fissa con dolcezza negli occhi.

- Sei rimasta sola con questi due cuccioli.... vero ? - le mormora delicatamente

Mamma volpe fa un cenno di assenso col capo. Poi continua con profonda amarezza:

- Il mio compagno e i nostri due figli caddero in una trappola.... ! Cercai con tutte le mie forze di liberarli ma i cacciatori e i loro segugi non mi diedero il tempo giusto per agire; dovetti scappare per proteggere almeno questi due cuccioli e salvarli. Da quel giorno torno sempre lì dove sono stati catturati. E li chiamo, e aspetto. Li chiamo ancora e aspetto. Per un tempo infinito....

Il silenzio regna nel pollaio. Senza pronunciare un verso, ogni creatura della sera si avvicina ai due cuccioli e a mamma volpe e offre tutto ciò che può per sfamarli. Anche le galline contribuiscono con le loro uova. Il Gufo Elfo e Geppino dispongono di pezzi di pane, di granaglie, di farro, di lenticchie.

E così tutte le sere. Ognuno cerca di assicurare anche un po' di serenità ai nuovi amici. Dante ne è il garante. I suoi ricordi di cucciolo si mescolano e a volte coincidono con l'esperienza dei piccoli di faina. E tutto sembra ricomporsi in armonia. Lo pensa anche Omero. Ciò che conta è l'aria che si respira ogni giorno e ogni notte in quel pollaio; un'aria di reciproca intesa, di scambio, di tolleranza e di complicità tra creature diverse ma accomunate da una autentica solidarietà e da una perfetta armonia.

F I N E

Margherita Tirelli

 

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