_______ IL NAVICORDO

Narrativa

LA BENEDIZIONE

RACCONTI DI STORIE VERE

di Margherita Tirelli

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" LA BENEDIZIONE "

 

Benevento, qualche anno fa..........

LA BENEDIZIONE

Con l'arrivo del Tempo Pasquale è tradizione molto antica proteggere le famiglie dal male con una benedizione delle case.

E così accadde proprio un Venerdì Santo della fine degli anni Cinquanta che Don Flaminio curvò per la stradina di Via Castello, nella frazione di Montefalcone, per completare il suo rituale giro dell'atteso Sacramento. Lo accompagnava il suo fedele chierichetto, il quale di tanto in tanto mostrava un evidente disagio nell'andatura, alquanto goffa per via della lunga e pesante tunica bianca, fermata in vita da un enorme cingolo anch'esso lungo fino ai piedi; tutti sacri accessori di tortura per quell'innocenza malcapitata.

Finalmente il Ministro di Dio arrivò a destinazione e bussò con fermezza alla porta dei miei nonni.

In occasione della Benedizione della casa, come forma di rispetto era usanza offrire all'Arciprete un piatto di " fellata", caratteristico vassoio riempito di saporite e profumate fette di prosciutto,di salame, di capocollo,di pancetta ,di uova sode e di tanto altro ben di Dio che gli animali erano stati capaci di offrire in cambio di un indiscutibile ed eccellente trattamento in vita.

Ma la visita di Don Flaminio fu considerata inattesa da mia nonna Francesca. Per carità, proprio di Venerdì Santo , giorno di ritiro spirituale, di digiuno... Il giorno in cui il Figlio di Dio ha dato la sua vita per la nostra salvezza!

Quell'improvvisata spiazzava mia nonna e tutti i suoi programmi. Era davvero mortificata perchè non sapeva proprio cosa offrire al suo parroco. E quindi, imbarazzata, si scusò cercando di aggiustare il tiro dicendo che ,se proprio lui si fosse accontentato, lei avrebbe potuto offrirgli del baccalà già preparato...

Don Flaminio non si scompose. Lanciò un'occhiata severa al chierichetto che,ad un suo semplice cenno del capo,si voltò di scatto e scappò ubbidiente in cortile ad aspettarlo. Poi rivolto a mia nonna, sorrise ed esclamò con voce sicura : " Donna Francè, non vi preoccupate. Preparatemi il piatto di fellata! " Mia nonna lo guardò perplessa e un pò intimorita, ma obbedì. Sulla fornacella incominciò a tagliare fette di salame, prosciutto,capocollo,pancetta. Riempì un bel " piatto spiano" e con una certa esitazione lo pose sul tavolo davanti a Don Flaminio.

Il parroco, alla vista di tanta bontà, estrasse con disinvoltura dalla tasca della veste la bottiglietta di ceramica con l'acqua santa e l'aspersorio. Senza staccare gli occhi da quel piatto, iniziò una veloce, incomprensibile litania in latino, ad intuito una approssimativa lettura della parola di Dio; di seguito intonò una profonda ma breve preghiera di benedizione accompagnata da larghi gesti del braccio, a mò di aspergere con l'acqua benedetta la figura contrita di mia nonna,la casa e il piatto di salumi.

Poi un attimo di doveroso silenzio. Tutto sembrò finito: sospirò e, riponendo gli oggetti sacri nelle tasche,esclamò : " Avete visto,Donna Francè, ho benedetto la fellata e si è trasformata in baccalà! "

E soddisfatto si accomodò a tavola

Margherita Tirelli

 

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