_______ IL NAVICORDO

Narrativa

C'era una volta il Natale

RACCONTI DI STORIE VERE

di Rocco Amendola

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( Nel mio paese . . . . che ora non c'è più )

 

C'era una volta . . . . . il Natale

Era nell'aria, nei pensieri, nei gesti, negli occhi, . . . . ma soprattutto era nei cuori.

Ricordo che si andava in montagna, ma sarebbe meglio chiamarla collina, a raccogliere il vischio ed il pungitopo, per ornare il portone e quella stanza, con un grande tavolone, dove, al caldo del braciere, la famiglia si riuniva in questo immenso abbraccio che, dall' alto giungeva anche qui da noi.

Erano giorni freddi, c'era spesso anche la neve, ma la felicità che era ovunque ci riscaldava, così come un raggio di sole riscalda una lucertola in primavera, quando ancora c'è freddo nell'aria, ma lì, proprio lì, in quel punto e in quel momento, c' è qualcosa che ti fa dimenticare quello che hai intorno e ti crògioli nel tepore di una speranza, quella dell' estate che ormai non tarderà

Ricordo i miei compagni, tutti alla ricerca di muschio e quant'altro utile per il presepe, non c'erano i social per comunicare, ma le notizie arrivavano lo stesso : “ vai sulla stazione, nel canale . . . . . ne ho trovato tanto . . . bello e molto folto “, " vai per la strada che va a Casali . . . . . vicino alfiume " ecc. ; e così si correva, e spesso arrivati sul luogo descritto si rimaneva delusi, si c'era già stato qualcun altro e . . . . . si vedevano ancora i segni del distacco delle “ Pellizze “, così le chiamavamo quelle zolle di muschio, belle e tondeggianti, dal profumo di terra ed erba fresca.

Ricordo quella scatola di pastori, erano lì che ti guardavano, ti aspettavano, erano pronti ad essere messi in mostra per la grande sfilata.

Ce n'erano molti “ infortunati “, chi aveva perso un piede, chi un braccio, chi la fiaschetta o il cestino che aveva in mano, pecorelle zoppe, ma tutti, tutti indistintamente erano consapevoli che, nonostante questi “ acciacchi “ dovevano partecipare alla grande festa, quella del Presepe.

Non si buttava via mai nulla, quello con il braccio rotto si metteva in secondo piano, magari si nascondeva l'arto mancante con qualche stratagemma del momento, si curava alla meglio quel che si poteva e . . . . . . tutto era così bello, che ti faceva dimenticare quel brutto momento in cui l'anno precedente durante i preparativi ti era sfuggito di mano era caduto a terra e si era rotto.

Ma come !

Qualcuno potrebbe esclamare.

Un pastore che cade per terra e si rompe ! . . . . . . cose dell'altro mondo ! . . . . ma non può essere ! . . . i miei sono caduti tante volte e non si sono rotti mai !

I tuoi pastori, mio caro giovane lettore, purtroppo hanno seguito la stessa sorte del vischio e pungitopo, dei rametti di abete, delle palline dell'albero di Natale, ma anche dei nostri sentimenti.

Sono stati tutti trasformati, da un grande malefico “ Mago “ in plastica ed in resina, il loro cuore ormai non batte più, è una sintesi di chip e microchip che accendono e spengono luci, muovono mani e girano ruote, è diventato un " presepe di robot ", senza cuore, senza calore, senza più quel raggio di sole che splendeva nelle case, quando . . . . . . c'era una volta il Natale.

Ma la gente ?

Chip e microchip anche per loro, si muovono ed eseguono gli “ Ordini del Natale “, quello finto, quello senza calore, quello ricco di luci e sfarzi, che ti inganna e ti tradisce, ti rende schiavo del momento e . . . . . . ti cambia anche nel cuore.

Ti convince che il “ Natale “ non è più quello “ vecchio “ di una volta , sei un retrograda se non cambi, sei bigotto e fuori dai tempi, oggi si cambia, basta spendere più che puoi e “ Magicamente “ hai trasformato una “ Antica “ festa, in cui il “ sorriso “ e lo stare insieme era il valore, in un triste carnevale ricco solo di squallore.

Rocco Amendola

A completamento di questi vecchi ricordi, ecco una antica tradizione . . . . .

 

 

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