_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

 

LANZARA_ E _IL CULTO _DI _SAN BIAGIO

La Storia Tra Sacro e Profano

LANZARA

LA _CHIESA

LA _NASCITA _DEL CULTO DI_SAN _BIAGIO

CHIESA DI SAN BIAGIO LANZARA

 

Premessa

Il sottoscritto, in qualità di Presidente dell' Associazione " IL Navicordo ", nello spirito della ricerca storica, della verifica dell' attendibilità delle fonti, e di quant' altro potesse servire alla formulazione di un racconto " veritiero " su questi argomenti, ha inviato diverse richieste a mezzo mail - info@navicordo.it - , sia alla Diocesi di Tursi Lagonegro da cui dipende Maratea, sia alla stessa Maratea Basilica Pontificia, senza però ricevere mai nessuna risposta.

Nell' ultima richiesta inviata alla Diocesi di Tursi Lagonegro, si chiedeva la verifica dell'esistenza di un " registro delle reliquie ", in cui fossero annotate le " Donazioni " di reliquie di San Biagio ad altre parrocchie e chiese dedicate al Santo.

Tutto ciò per poter verificare con certezza storica documentata, la provenienza delle reliquie presenti nella nostra Parrocchia di Lanzara, che, in maniera orale si attribuiscono come provenienza proprio alla cittadina di Maratea, ma su queste affermazioni però, nessuno è in grado di produrre documentazione storica in merito.

LA CALOTTE GIORNALE SATIRICO FRANCESE DEL 1900

La mancanza di risposta, purtroppo, non può che alimentare la constatazione della realtà descritta dalla vignetta satirica riportata sopra, in questa rivista anticlericale francese del '900.

La chiarezza e l' onestà intellettuale manifestata da Padre Placido Tropeano nel 1982 proprio a Maratea, probabilmente non ha dato i frutti sperati.

LA CHIESA

PARROCCHIA DI LANZARA

( LE FONTI STORICHE CONSULTATE )

Purtroppo, il Prof. Vito non è mai riuscito a produrre ufficialmente, memorie storiche sulla Chiesa di San Biagio di Lanzara, e allo stato attuale, non ho certezza su appunti e documenti che il Prof. aveva sicuramente raccolto e stava esaminando, così come trapela dalla pubblicazione fatta su Lanzara e le sue origini.

Un lavoro fatto da Don Nicola Bari nel 1978 per la Confraternita di San Biagio in occasione del 670° anniversario contato a partire dalla prima notizia certa sul culto del Santo a Lanzara, lavoro incoraggiato anche dal Prof. Vito, potrebbe contenere anche quelle informazioni trovate dal Prof. ma poi mai pubblicate personalmente.

Nelle fonti citate da Don Nicola Bari, si legge a pag. 22 della sua pubblicazione, nota (33) Cfr. G. Crisci - A. Campagna, Salerno Sacra, ed. della Curia Arcivescovile Salerno 1962 pag. 142; 227.

 

FRONTESPIZIO DELL' OPERA

 

NOTA DELLA CONFRATERNITA DI SAN BIAGIO

( con citazione del Prof. Vito Grimaldi )

 

Il lavoro di Don Nicola Bari, pubblicato il 17 novembre 1978, riporta la prefazione del Cancelliere Arcivescovile Don Francesco Spaduzzi.

 

Altre notizie certe che si possono scrivere sulla Chiesa di San Biagio di Lanzara, sono quelle che fanno riferimento al monumentale lavoro fatto da Mons. Generoso Crisci e Can. Angelo Campagna nel 1962, dal titolo " Salerno Sacra " - Ricerche Storiche -, edito dalla Curia Arcivescovile di Salerno, Opera questa già citata da Don Nicola Bari

QUESTE LE PAGINE CITATE DA DON NICOLA BARI

( nel suo lavoro su San Biagio a Lanzara nel 1978 )

Nelle immagini sopra viene riprodotto il testo in originale da me citato, che è stato anche fonte storica per Don Nicola Bari. E' questa una prova tangibile della consultazione da me realmente effettuata, considerato che oggi, con il proliferare di pubblicazioni di vario tipo, tutti citano ma poi sono in pochi quelli che realmente leggono e verificano le fonti citate.

Ulteriori notizie sono state prese dalla seconda edizione dell' Opera pubblicata nel 1962, questa volta curata da Vincenzo De Simone - Giuseppe Rescigno - Francesco Manzione - Donato De Mattia, avente sempre lo stesso titolo " Salerno Sacra ", opera aggiornata ed ampliata, pubblicata nel (2001).

LA SECONDA EDIZIONE AGGIORNATA DELL' OPERA anno 2001

PRIMA DI PASSARE ALLE NOTIZIE STORICHE E' OPPORTUNO RICHIAMARE

LA NOMENCLATURA DEL PRESBITERIO

PER UNA COMPRENSIONE DEI TERMINI UTILIZZATI NELLE DESCRIZIONI

FATTE DURANTE LE SANTE VISITE DA PARTE DEI VESCOVI

1  Croce dell'Altare - 2  Cupola - 3  Tabernacolo coperto da canopeo - 4  Candelabri - 5  Candelabri - 6  Candelabri - 7  Candelabri - 8  Candelabri - 9  Candelabri - 10  Candele - 11  Candele - 12  Cartagloria dell'ultimo Vangelo - 13 Cartagloria delle principali preci fisse - 14  Cartagloria della preparazione del calice e del lavabo - 15  Primo ripiano dell'Altare - 16  Secondo ripiano dell'Altare - 17  Altare coperto da tre tovaglie - 18  Stipiti dell'Altare - 19  Paliotto - 26  Credenza coperta da tovaglia - 27  Ampolline di acqua e vino su vassoio - 28  Catinello per lavabo - 29  Manutergio - 30   Piattino della Comunione e tabella delle Preci - 31  Sedile per il Sacerdote - 32  Campanello per la Consacrazione

Per Cornu Epistulae e Cornu Evangelii

si intendono il lato destro ed il lato sinistro dell' altare guardandolo di fronte

Il lato del vangelo (in cornu Evangelii in latino)  prende il nome dal luogo dove avveniva la lettura del vangelo nella liturgia prevista dal messale prima della riforma liturgica del concilio Vaticano II . Rispetto all'altare maggiore, e guardando verso questo, si trova sul lato sinistro .

( 12 - 13 - 14 ) ESEMPIO DI TRITTICO DI CARTAGLORIA XVIII Sec.

Tabella che, dal sec. 16°, si usava porre nel mezzo dell'altare delle chiese cattoliche, con alcune orazioni della messa stampate in caratteri chiari, per aiutare la memoria del celebrante (in origine prob. solo il Gloria , da cui il nome); divenute poi tre, le tabelle, racchiuse in cornici di legno intagliato e dorato, talvolta di metallo, erano poste: una nel mezzo (la sola prescritta), con preghiere del Canone e dell'Offertorio, e generalmente anche altri testi, tra cui il Gloria e il Credo ; una sul lato dell'Epistola, contenente il salmo Lavabo ; e una sul lato del Vangelo, con l'inizio del Vangelo secondo Giovanni. L'uso delle cartegloria è stato abolito con la riforma liturgica del 1965.

 

LE NOTIZIE STORICHE SULLA CHIESA

La prima notizia della località è dell’anno 907 : « ... locum apusmonte ubi ad Linzara dicitur » (*) e, nel 982, anche della chiesa di S. Angelo, attuale parrocchia, con Leone presbitero rettore: « ...ego mulier... Ima.,, indico et dispono atque in manu commino Leoni presbiteri rector ecclesie vocabulo sancti angeli in lenzaria... » una terra confinante con la via pubblica che porta al castello (2).
Leone è ancora rettore nel 986, nel 1013 e nel 1016 (3).
Nel 1168 la chiesa di S. Angelo, detta ’ de capulo in territorio Roccce Pimontis è dichiarata esente dal papa Alessandro III (4).
Di essa non si conoscono in seguito altre notizie.

( note citate nella trattazione )

 

In Lanzara è indicata la chiesa di S. Biagio.


La prima notizia è del 1309 nella Relazione delle decime dovute alla S. Sede nel sec. XIV: chiesa di S. Biagio, con il rettore Matteo de Protoiudice da Salerno, e con il cappellano Maffeo de Alfano (Rat. Dec., 446 n. 6405 ).


Dagli atti della Visita Pastorale del Card. Fregoso nell' anno 1511 (*) rilevano che ivi si conservano il Fonte battesimale, gli Oli Santi ed il SS.mo Sacramento. La Platea del Pastore afferma che la ’ Parrocchia di S. Biase di Lanzara è confinante con la diocesi di Nocera ’.

(*) ( cit. Rescigno ed altri - Salerno sacra 2° edizione )

 

notizie dalla 2° edizione dell' Opera Salerno Sacra

Nella visita del 16 Dicembre dell' anno 1564 la chiesa è libera da collazione dell'ordinario.

Ha una cappellania e la rettoria distinte. La prima con una rendita di 30 ducati, la seconda di 25 ducati. Inoltre viene descritta una presenza generica di arredi, che però sono di fattura mediocre.

In essa vi è una cappella intitolata a S. Maria Maddalena, di collazione dell' ordinario, anche se si pretende essere di patronato della famiglia Apostolico.

Il beneficio di detta cappella è del chierico Giulio Villano il quale da sei mesi non celebra le messe prescritte.

Durante la visita fatta dall' Arcivescovo, quest' ultimo viene a conoscenza di una usanza che esamina con prudenza : " una certa Adriana cura le ferite con olio rosato e la recita di una orazione ".

La donna affermava che una volta apparve la Madonna ad una ammalata, e durante questa apparizione le disse di usare alcune foglie verdi e di recitare una preghiera.

L' Arcivescovo, ascoltato il testo della preghiera, ordina di non recitarla più, perchè ha un contenuto superstizioso, e invita ad accompagnare la medicazione delle ferite con la recita di cinque Padre Nostro e di cinque Ave Maria, senza null' altro da aggiungere.

Il 1° ottobre 1594 si svolge la visita di Monsignor Maccarella, delegato dall arcivescovo. Questi rileva che il cappellano Gallotta non ha rendita certa, ma solo le decime che mediamente ammontano a 30 ducati annui, mentre la rendita del rettore, un napoletano, ammonta a 27 ducati annui.

Il tabernacolo e le pissidi sono in regola, manca invece la pianeta nera, che si prescrive di acquistare entro tre mesi con il contributo dei fedeli e del rettore. Altra disposizione è quella di tenere nel fonte battesimale l' immagine di s. Giovanni Battista che battezza Gesù.
In “cornu Evangelii” vi è la cappella di S. Maria Maddalena di patronato di casa Apostolico di Lanzara. Beneficiato è d. Tiberio Rinaldi canonico da Salerno con una rendita di 4 ducati.
Nella visita del 1605 la cappellania rende 40 ducati e la rettoria 24. Il visitatore si accerta dell’avvenuto restauro dell’immagine di s. Biagio, come disposto nella precedente visita.
Nella visita del 7 luglio 1608 il tabernacolo e le due pissidi sono in regola.

Tra i registri esaminati vi è quello delle messe votive rilegato con carta pergamenacea. Viene visitata anche la cappella di S. Maria Maddalena. Beneficiato è ancora d. Tiberio Rinaldi, con una rendita di 6 ducati annui provenienti dall’affitto di terreni e l’onere di una messa al mese. Per mancanza di paramenti l’onere viene soddisfatto presso l’altare maggiore, come viene dichiarato dal curato. I compatroni della cappella denunciano al visitatore la mancata cele­ brazione delle messe.
Nella visita del 1625 rettore e cappellano sono ancora distinti. La rendita è costituita dalle decime e da 8 ducati che soddisfa il rettore quale contributo di spese di manutenzione, secondo il decreto delle precedenti visite. Il parroco abita in parrocchia e adempie ai doveri pastorali. La popolazione è buona.
All' altare maggiore vi è eretta la confraternita del Santissimo con decreto del 12 dicembre 1576.

E’confermata la presenza nella chiesa della cappella della Maddalena con beneficio semplice del canonico diacono della Cattedrale di Salerno con l’onere di 12 messe annue. Il cappellano dichiara che da due anni non si celebra, pertanto si prescrive che adempia all’onere per quelle trascurate e future prelevando l’elemosina dalle rendite del beneficio e che celebri all’altare mag­ giore in quanto la cappella non è decentemente ornata.
Nella visita del 1630 parroco di S. Biagio è d. Gregorio de Simone 1 dal 1601. Rettore è Cecia, cameriere segreto del Papa, il cui procuratore è d. Vittorio Bottiglieri, canonico di Salerno 6.
La sede è in Castel S. Giorgio, frazione Lanzara, piazza Calvanese.

 

NOTIZIE SCRITTE DA DON NICOLA BARI

Durante il parrocato di Vincenzo Alfano ( 1792 - 1824 ), sepolto nella cappella della SS. Annunziata di Castelluccio, il culto del S. Patrono ricevette un notevole incremento e particolare fu la devozione al Santo.

PALA D' ALTARE OPERA DI COSTANTINUS PRAESIDEI

 

PALA D' ALTARE OPERA DI COSTANTINUS PRAESIDEI

DOPO IL RESTAURO ANNO 2023

( fot. Gaetano Ricciardelli )

 

DETTAGLIO LA PALA D' ALTARE DOPO IL RESTAURO 2023

( fot. Gaetano Ricciardelli )

In quel periodo, difatti, nel 1795, veniva collocato nell’abside della Chiesa un quadro di m. 2x3, tuttora lì esposto. Il quadro, che porta la firma di un certo Costantinus Praesidei, è di notevole valore artistico, è in ottimo stato di conservazione e raffigura S. Biagio legato per le mani, che subisce il martirio dei pettini di ferro.

 

Una iscrizione su marmo: « Ex voto fecit Carminus Calvanese filius Francisci A.D. 1828 », ricorda la costruzione di una cappella laterale ove è riposta la statua del Santo. L’affresco del soffitto, restaurato agli inizi di questo secolo, raffigura al centro la gloria del Santo e ai lati quattro momenti della sua vita: nel rifugio con le belve, la comunione ad Eustrazio, il miracolo della lisca di pesce, la decapitazione.

I sacerdoti che si sono avvicendati nella cura pastorale della Chiesa di Lanzara hanno mantenuto sempre viva l' antica venerazione per il Santo Patrono soprattutto, perchè la fede del santo vescovo e martire facesse da modello per la crescita nella fede e nella carità dei fedeli.
Per tutti vale il ricordo di Mons. Aniello Grimaldi, parroco dal 1929 al 1969, che si prodigò con particolare zelo per il culto a S. Biagio e fornì la parrocchia di opere utilissime alla pastorale.

Successione dei parroci di Lanzara dal 1719:


Dacunzo Stefano (1719 - 1749).
Apostolico Carmine economo.
Quaranta Marco (1749 - 1792).
Alfano Vincenzo (1792 - 1824).
Lanzara Raffaele (1825 - 1865).
Corvino Pietro (1865 - 1901).
Sammartino Gennaro (1901 - 1929).
Grimaldi Aniello (1929 - 1969).
Spaduzzi Francesco (1-10-68 - 31-10-69) vicario coadiutore.Giglio Arcangelo vicario cooperatore.
Merola Giovanni (1-11-69 al 1-7-2014 ) parroco.

ALIBERTI Don Rocco dal 1 Settembre 2014

Parrocco di Parrocchia S. Biagio Vescovo e Martire

(Lanzara di Castel San Giorgio)

Professore Istituto Teologico Salernitano


Don Giovanni Merola, l’attuale parroco (*), in continuità con i suoi predecessori e attento alle tradizioni della Chiesa di Lanzara, ha dato un rinnovato incitamento al culto del Santo nella vita della comunità, sollecitando il popolo a testimoniare sempre più la propria fede in una reale e visibile comunione.

(*) Parroco alla data del 1978 anno di pubblicazione del libro di Don Nicola Bari

Con lui sono stati eseguiti i lavori di restauro (1974) della chiesa secondo le norme liturgiche del Concilio Vaticano II.


La festività di S. Biagio si celebra il 3 febbraio con la rituale processione dell’immagine del Santo e della reliquia per il corso principale della cittadina.

La preparazione a tale avvenimento è curata con una novena e un triduo di predicazione ai quali affluiscono un gran numero di fedeli, non solo di Lanzara, ma di tutta la Valle del Sarno. In quel giorno e in quelli seguenti, una folla di devoti viene in Chiesa per ricevere funzione alla gola che rimane la forma di devozione più diffusa.

Numerosissima è la partecipazione alle sante messe che si succedono frequentemente molti sono quelli che si accostano al sacramento della penitenza e alla mensa eucaristica. La devozione al Santo viene anche espressa offrendo gli « ex voto » e consumando, nelle famiglie, la tradizionale « panella » azzima.

La Confraternita di San Biagio coordina l’andamento della festività con spirito di servizio e con appassionata partecipazione.
Tale congrega, dal passato glorioso, nacque sotto il patrocinio di San Biagio e a Lui fu dedicata fin dal 12 novembre 1573 (*) , anno della sua erezione.

MADONNA DELLA PURITA' CONFRATERNITA SAN BIAGIO LANZARA


Ne è conpatrona la Madonna della Purità, come testimonia il quadro nell'abside della cappella della confraternita.(* *)

(*) - (n.d.r.) - notizia priva della fonte storica.

(* *) - (n.d.r.) anno 2023 - IL quadro della Madonna della Purità fu sottratto nel 1990 e sostituito con la Madonna Addolorata

QUADRO DELLA MADONNA ADDOLORATA

( sostituisce quello della Madonna della Purità sottratto nel 1990 )

( fot. Gaetano Ricciardelli )

La sua presenza in parrocchia, oltre a testimoniare un’antica espressione di spiritualità dei laici, è operosa collaborazione alle iniziative pastorali.


In passato la confraternita rappresentò per Lanzara un luogo di spontaneo e vivo impegno religioso capace di abbracciare la spiritualità popolare e coinvolgere gli aderenti, « i fratelli », in una regola di vita comunitaria.

Fu certamente una esperienza dotata di acuto sentimento ecclesiale. Si pensi al costante atteggiamento penitenziale sottolineato in Avvento e in Quaresima anche con la flagellazione; alla recita in comune — ogni domenica alle 6 — dei tre notturni dell’ufficio dei defunti; alle opere assistenziali, alle iniziative civili e religiose.


Gl attuali iscritti, anziani e giovani, cercano sinceramente di rinnovare il volto della confraternita. Spogliandola dagli elementi superflui ne conservano la fisionomia di organizzazione di laici che cooperano con la Gerarchia ecclesiastica, tendono alla santificazione personale e comunitaria, si impegnano per il decoro della chiesa e la pro­ mozione religiosa e sociale della comunità di Lanzara.

DAL DIARIO DI EMILIO GRIMALDI

( mast' Emilio )

•  iscritto alla Confraternita San Biagio Lanzara dal 1949 con l'allora Priore Sig. Armando Fedele con il ruolo di cassiere dal 1973 al 2011;

•  componente del primo comitato del dopoguerra (1946) per l'organizzazione della festa di San Biagio e ne faccio parte tuttora per un totale di 69 anni;

Ho sempre sperato e creduto in questo Santo che non mi ha mai deluso ne abbandonato. E' stato proprio grazie a questa fede che ho cominciato a collaborare per organizzare i festeggiamenti in onore del Santo Patrono che vennero ripresi, dopo la fine della guerra, il 3 febbraio del 1946, in quanto nel corso della stessa, per ovvie ragioni, furono sospesi.

 

LA _NASCITA _DEL CULTO DI_SAN _BIAGIO

CERCHIAMO ORA DI RIASSUMERE QUANTO SOPRA ESPOSTO

Secondo l' unico e solo documento ufficiale, storicamente valido, che viene esibito in copia qui sotto,

DECIME PAPALI ANNO 1309

 

Il culto di San Biagio a Lanzara può datarsi sicuramente a partire dall' anno 1309, ma è probabile ( non dimostrato però allo stato attuale 2023 ) che esso possa essere anche precedente a tale data.

Riprendendo il lavoro di ricerca fatto da Padre Placido Tropeano, riportato in forma integrale nel capitolo Maratea Storia, che viene qui riportato per comodità di ricordo:

Il vostro santuario come una qualsiasi altra chiesa occidentale in onore di San Biagio, deve rientrare nel quadro storico sopra descritto; va pertanto rifiutata ogni tradizione popolare, che pretenda di fissarne la fondazione in una data anteriore al sec. XI.

Alla luce di quanto sopra esposto, certezza della datazione 1309 come chiesa dedicata a San Biagio, certezza degli studi del Paleografo Padre Placido Tropeano direttore della Biblioteca di Montevergine (AV), che non riscontra culti di San Biagio prima dell' XI secolo, si può concludere che :

 

Nel capitolo successivo si tratterà invece il problema delle reliquie di San Biagio e delle due statue del Santo presenti in parrocchia.

 

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