_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

 

LANZARA_ E _IL CULTO _DI _SAN BIAGIO

La Storia Tra Sacro e Profano

LE PRIME NOTIZIE DI LANZARA

Questa è una pagina di doveroso omaggio e riconoscimento storico

ad un nostro " caro concittadino " Lanzarese

 

PRIME CONOSCENZE STORICHE SU LANZARA

del Prof. Vito Grimaldi

( anno della ricerca storica 1955 - 1960 )

N. 13-9-1927 __M.M. 30-8-2006

 

" La prima volta che compare il toponimo Lanzara in una carta risale all' anno 907 "

(cit. Vito Grimaldi )

La Pergamena citata dal Prof. Vito e da lui visionata personalmente, come si dimostrerà più avanti, è parte di un complesso antichissimo di pergamene conservate presso l' Abbazia Benedettina di Cava de' Tirreni, conosciuta come_ Codex Diplomaticus Cavensis _abbreviato (C.D.C.)

 

Il Prof. Vito, nel periodo intorno agli anni '50 aveva iniziato una campagna di ricerca Storica, per documentare la Storia di Lanzara ed i suoi territori limitrofi.

STRATIGRAFIA TERRENI DI CODOLA

( come si vede il tufo è presente dopo i 4 m di profondità )

Era il periodo delle cosiddette " Tufare ", enormi voragini scavate ai piedi delle nostre colline confinanti con la statale 266 Nocerina. Da queste cavità veniva estratto il " cosiddetto tufo ", pietra tenera di origine sedimentario, costituita dal materiale piroclastico eruttato dal vicino Vesuvio.

TUFARA

( venivano scavate delle enormi buche sul pendìo della collina )

 

TUFARA

( venivano scavate delle enormi buche sul pendìo della collina )

 

SUL FONDO DELLO SCAVO VENIVA ESTRATTO IL TUFO

( si utitizzavano seghe circolari a motore poste su binari per un taglio regolare )

 

E' proprio in questo periodo che, a seguito di questi scavi di natura, non certamente archeologica, che vengono alla luce numerosi reperti di " antica fattura ", Romana e non, che testimoniano la presenza sul nostro territorio di radici di popoli lontani nel tempo.

ACQUEDOTTO ROMANO VENUTO ALLA LUCE DURANTE GLI SCAVI DELLE TUFARE

Ecco allora che si accende nell' animo del Prof. Vito il desiderio di capire, di spiegare, di trovare chi ci fosse prima di noi sui territori Lanzaresi, da dove venissero questi "uomini" , come vivevano.

Il Prof. Vito intraprende allora questa campagna di ricerca, e come si legge dai suoi appunti, essa avanzava su un doppio binario :

1) il primo era quello di risalire alle Origini Storiche di Lanzara ;

2) il secondo, rispondere al quesito Storico : " è il toponimo che dà il nome alla Famiglia ( famiglia intesa come casato ) oppure è la Famiglia che dà il nome al toponimo.

Ricordo ai lettori che siamo intorno agli anni 1950, e c'è un contrasto di vedute tra gli " Storici Accreditati " sul nostro territorio, c'è Fresa - De Sanctis - Gennaro Orlando, solo per citarne alcuni, ognuno con le proprie " Opinioni Storiche ", che erano ancora in fase di dimostrazione, ed è proprio in questo " Umus Culturale " così fertile che si innesca la ricerca storica, seria, documentale, per poter dimostrare l' asserto sopra citato.

La questione sarà affrontata 20 anni dopo dal sac. Don Mario Vassalluzzo, giornalista, storico, storiografo, di Roccapiemonte, nella Sua pubblicazione " Rocca Apus Montem ", di cui si accennerà anche in seguito e di cui qui si riporta un estratto di pag. 145.

 

ESTRATTO DA " ROCCA APUS MONTEM " pubblicazione anno 1980

 

RICORDO DELLE ANTICHE TUFARE

Concludo l' argomento sulle Tufare, segnalando che queste enormi voragini, che arrivavano anche fino a 30 m e oltre di profondità, oggi risultano visibili solo dalla discontinuità orografica ( dal vecchio bodo dello scavo per intenderci ) che affiora alle pendici delle nostre colline.

TUFARA RIEMPITA - CON ? - PER REALIZZARE CAMPI ARATI

 

Con quali materiali siano state riempite le tufare, oggi purtroppo non si sa e non è dato conoscerlo.

FOTOGRAFIA FAUSTO LAURO

Dai miei ricordi da ragazzo, quando andavamo sul campo sportivo di Santa Croce, ho ancora davanti ai miei occhi, quell' enorme buca a nord del campo sportivo, lato collina, parzialmente riempita di rifiuti, a cui avevano appiccato il fuoco, tanto che sembravano le fumarole dei Campi Flegrei.

FOTOGRAFIA FAUSTO LAURO

Quell' odore acre che il vento spargeva su di noi spettatori delle partite di calcio, e che ti rimaneva addosso come un " profumo ".

QUELLO CHE RIMANE OGGI ( sopra ) 2023 DEL CAMPO SPORTIVO

( ma cosa rimane sotto ? )

 

CAMPO SPORTIVO DOTT. GIUSEPPE LANZARA

 

BREVE BIOGRAFIA DEL PROF. VITO

Nella trattazione di Lanzara e della sua storia non posso che partire dal nostro primo " grande storico " quale il Prof. Vito Grimaldi, nato proprio a Lanzara il 13 Settembre 1927, e di cui, in maniera molto frettolosa le " nuove generazioni emergenti " ne hanno bollato la sua immagine come visionario e simpaticone.

Ricordo ai lettori, a coloro che lo hanno conosciuto, ma soprattutto a quelli più giovani che non potranno mai conoscere ciò che nessuno gli ha mai detto, che il Prof. Vito aveva un " amore per la storia " che andava oltre quello che oggi purtroppo è diventato " interesse commerciale " ed " interesse di elevazione sociale ".

Non ha mai pubblicato libri, non ha mai partecipato a conferenze di alto livello, non ha mai messo in tasca niente, ma soprattutto " non ha mai plagiato (copiato) o manomesso lavori altrui " per apparire " un grande storico " .

Il Prof. Vito non aveva la macchina, il suo mezzo di trasporto era una bicicletta (sgangherata) colore giallino (almeno io così la ricordo), girava per tutte le frazioni del paese, su Santa Maria a Castello, nella zona delle vecchie tufare, con l' amico Don Mario Amabile, osservando, scrutando questa e quella iscrizione, quel portale o quelle vecchie mura, faceva ritrovamenti archeologici fatti in prima persona sul territorio, chiedendosi e chiedendo a quelle pietre : " parlami di te ".

Quanto sopra non lo dice " IL Navicordo " ma, lo certifica anche una firma autorevole ed indiscussa della Storiografia dei nostri territori, quale quella di Don Mario Vassalluzzo, nel suo lavoro qui sotto riportato :

 

anno di pubblicazione 1980

 

ESTRATTO DI PAGINA 21

RICONOSCIMENTO STORICO COME CITATO DAL NAVICORDO

 

In questo capitolo su Lanzara e la sua storia, dedicato al lavoro e all' amore per la sua terra, profuso dal Prof. Vito, emerge questo suo grande intuito e certosino lavoro di ricerca, fatto con una semplice bicicletta e senza macchina fotografica __ ( che poi acquisterà in seguito ) , recandosi sugli Archivi della Basilica di Materdomini prima, e con il bus a Cava dei Tirreni poi, sull' Abbazia Benedettina a prendere visione delle antiche carte e pergamene.

 

ESTRATTO ORIGINALE DATTILOSCRITTO RISALENTE AGLI ANNI '50

 

LA TRATTAZIONE E' COMPOSTA DI TRE FOGLI

 

ECCO UN ESTRATTO SU LANZARA DELLA TRATTAZIONE DI SOPRA

" La esistenza della Chiesa di Sant' Angelo in Lanzara in una carta ( pergamena Benedettina presso Abbazia Cava de' Tirreni ) del 982, così come il nome Lanzara in Apusmontesi trova in altre carte del 907 . . . . ecc. ecc. "

 

VERIFICA SUL CODEX DIPLOMATICUS CAVENSIS

( citata dal Prof. Vito )

Il Prof. Vito, così come spiega nella trattazione dattiloscritta, rimanda ad un approfondimento successivo la storia della Chiesa di Lanzara, dovendo acquisire ulteriori ed approfondite informazioni nelle " carte " , così vengono da lui indicate le Storiche Pergamene Benedettine dell' Abbazia di Cava De' Tirreni.

Pertanto, anche se in forma parziale, il 9 Giugno del 1960, pubblica sulla testata del " Risorgimento Nocerino ", le prime notizie storiche su Lanzara.

 

ESTRATTO DAL RISORGIMENTO NOCERINO 1960

 

NOTE SUGLI ALBORI DI LANZARA

STORIA - LEGGENDA - VERITA'

Le poche notizie che ho potuto collegare sulla Parrocchia di Lanzara risalgono a studi espletati da noti autori su Nocera e sul Santuario di Materdomini oltre a determinate notizie rilevate da vari tomi e scritti, nonché dalla tradizione.

Di aiuto mi sono stati anche alcuni scritti inediti del compianto Ispettore Scolastico Domenico Lambrano.

Tratterò, in questo articolo, delle frazioni di Castel San Giorgio ; che sono tutte comprese nel territorio della Parrochia di San Biagio in Lanzara : Lanzara, Fimiani, Casalnuovo, Castelluccio, Trivio, Codola e l' Eremo di Santa Maria del Castello.

FOTOGRAFIA DEL 2014

 

Guardando dall' alto queste frazioni, le si vedrà sistemate a forma di semicerchio con centro sulla frazione Lanzara e racchiuse tra i monti del Demanio Comunale ( Castello di San Giorgio ), Monte Pimpinello, Santa Maria del Castello e Montagna Spaccata dal lato Nord-Ovest, mente dagli altri punti cardinali si sconfina nella vallata che racchiude altri centri abitati come : Roccapiemonte, Santa Maria a Favore, Santo Eustachio e Santa Croce.

Ci soffermiamo su Lanzara e poi sulle altre frazioni.

LANZARA CARTOLINA INIZIO 1900

( FOTOGRAFIA FAUSTO LAURO )

E' mio desiderio, far sì, che quando dal Parroco Aniello Grimaldi sarà dato alle stampe il volumetto in seconda edizione di “ Notizie storiche di Santa Maria del Castello “ vengano incluse in esso alcune notizie che mi propongo di ampliare attingendo da altre fonti nonché da Archivi e completando lo studio attraverso altre ricerche che per vari motivi mi è stato impossibile fare ora.

Lanzara è alta m 70 sul livello del mare, la sua latitudine è di m 43.43 mentre la sua longitudine è di 42 gradi.

La formazione di essa può risalire verso il 794-800 e tutto lo lascia supporre. Infatti Zotone I, duca di Benevento, aveva dato il governo militare e civile delle varie città ai guastaldi ed intorno alla città venivano aggruppati i borghi ed i villaggi.

Così occupando il territorio di Nocera, esso venne diviso nei guastaldi di Sarno e Rota, il quale ultimo fu un Castello e subito si popolò la campagna d' intorno e si formarono dei centri abitati come Pero ( Bracigliano ) Siano, Aiello e molti altri paesi compresi tra San Severino e Castel San Giorgio.

E così anche presso il Castello di Fossalupara, non ancora abbattuto, sorsero altri centri abitati quali Paterno, Lanzara ed il declivio di Sant' Apollinare.

Infatti si ha memoria di Lanzara e della sua Chiesa sin dal secolo VIII.

L' Orlando nel suo “ studio “ di Nocera e Pagani propende che l' origine del nome Lanzara, come quello di altri paesi circonvicini, sia da attribuire a qualche famiglia esistente nel paese, ma nelle “ Famiglie Nocerine “ di De Sanctis ci è dato di vedere che la concezione dell' Orlando è errata : in quanto prima della famiglia, dovette esistere il paese.

Io propendo per quest' ultima tesi avvalorata anche da alcune citazioni

in una carta del 982, così come il nome Lanzara in Apusmonte.

Linzara o la storia si trova in altre carte del 1016 , del 981 e del 907 sempre del C.D.C.

Soltanto in alcuni scritti o atti posteriori alla data su citata, troviamo alcune persone che venivano indicate con il nome della località di provenienza : perché prima, si sa, venivano indicate solo con il nome proprio o con quello paterno.

Ciò smentisce che il nome Lanzara debba ottenersi dal nome di qualche famiglia. Io sono dell' avviso che è la famiglia che prende il nome del paese e che dunque le varie cognominazioni Lanzara sono derivate dal paese.

Infatti troviamo un certo Riccardo di Lanzara, figlio di Ademario ( forse uno dei tanti Ademarii, famiglie nobili Nocerine ) che con la moglie Macaria faceva donazione nel 1197 di un castagneto alla starza dove erano molte terre del genitore all' Abate di Materdomini.

Ed in atti del 1292 e del 1296 si trova il nome di Filippo di Lanzaria ( Leg. 1206 B Car. IIf. 115 ).

Quindi la citazione della località come si vede risale sin dal 907-982 mentre le citazioni di qualche persona, avente il cognome Lanzara risalgono solo al 1197-1292.

Ed avvalora ancora questa tesi dell' esistenza prima del paese e poi della famiglia, con altro documento storico.

In altra carta troviamo che < Musando, Abate del Monastero di S. Sofia > da Salerno, l' anno 907 ( manca il mese e l' indizione) fitta due superfici di terre de locus apus montis abi ad Linzara dicitur : e lo anno 982 Giugno. X. Indizione Ima, figlia del quondam Maurondi, fa testamento in favore di Leone Abate della Chiesa di Sant' Angelo in Lanzara.

Mentre ancora in data posteriore troviamo altre citazioni di persone di Lanzara.

Un certo Masello da Lanzaria intorno al 1400, e che la famiglia Lanzara si sia andata formando dopo . . . . . . . prima dell' esistenza del paese.

Rileviamo anche da queste citazioni che la Chiesa di Sant' Angelo in Lanzaria esisteva già da molto tempo e che a favore di essa vi si potevano fare delle donazioni e che in quell'epoca aveva già una ben determinata importanza, tanto da essere un vero e proprio Ente.

Così ci è da dire, con sicurezza che il paese non ebbe ad ereditare il nome da qualche famiglia , ma fu quest'ultima a prendere il nome dal paese come Lanzara.

Qual è l' etimologia di Lanzara o Lenzara ? E' molto dubbia, perché lascia fare molte ipotesi e lascia pensare.

Comunque ho tentato di spiegarmi questa etimologia che è stata tralasciata dagli storici citati e da quanti han no scritto alcune note su Lanzara, per quanto io ho potuto sapere. Essa poggia su alcune citazioni e fatti che verrò citando.

La parola < Lenza> proviene dal latino << LINTEUM >> un sostantivo femminile con significato di Lino ; mentre la parola << LANZA >> è una abbreviazione di Lanzichenecco ( Fante famiglio del paese ) oppure proveniente da Lanzmann che significa arciere o Lanciere.

Dal significato etimologico delle due parole < Lenza > e < Lanza > è mia supposizione (pur non tralasciando in futuro di approfondire ancora l'etimologia di essa) ritenere che l' etimologia Lanzara provenga appunto da questi due appellativi.

Nei lontani tempi di Augusto, molti Veteres e Milites Romani furono inviati nella zona di Castel San Giorgio, e precisamente nella località oggi denominata Codola.

Essi, per lo più venivano inviati in zone, il cui clima fosse salutare e di fertilità ottima.

Quello che dico risulta, in quanto, oltre le varie citazioni storiche che ci parlano di ciò, il luogo così come parallelamente alla strada che conduce a Piedimonte di Nocera si son potute vedere le tracce della via Domiziana che di li passava e poco distante da essa la via Popilia.

Portandoci a queste citazioni dobbiamo e possiamo ritenere che queste terre fossero fertili e che avessero un clima mite e salubre e richiamandoci alla parola Lenza potremmo pensare che ivi fossero coltivazioni di lino ( e quindi da ciò il nome Lenzaria alle poche case sorte ) oppure, esso paese, abbia preso il nome, proprio a ricordo, di quei miles e veteres romani di Augusto.

Ciò per la parola Lanza da Lanzmann – arciere – lanciere -.

Questa, come dicevo innanzi, è una mia modesta veduta che userò meglio valutare appena altro materiale potrò sottoporre a mio esame.

Per quanto riguarda la Chiesa di Lanzara, ne parlerò in altra parte ; portava il nome di Sant' Angelo e apparteneva a Sant' Angelo a Rota ed in seguito si è chiamata San Biagio attuale Patrono della borgata.

Il fatto che essa sia appartenuta al vicino paese di Sant' Angelo è provato.

Infatti molti possedimenti e terreni della frazione erano sottoposti a censi e canoni che venivano pagati direttamente alle confraternite di Sant' Angelo a Rota come attualmente, molti di det………………………… costituito di poche case che poi man mano si sono sviluppate facendo un tutt' uno con la vecchia Taverna detta poi Casalnuovo.

Essa non era altro che un < casale > con posto di ristoro ( perciò Taverna ) per i viandanti che attraverso il Castello del Parco di Fossalupara e di San Giorgio si recavano nei tenimenti di Siano o del Castello di Rota.

Ancora oggi, in questa zona, sussistono alcune locande che danno ristoro, specialmente ai carrettieri che transitano per la Nocera – San Severino – Avellino.

Nel C.D.C. leggiamo << Ipso casalae meus cum casalis, arbustis ecc. ipso casale cum ipso servo vostro ; cum uxsoris filiis et filiabus et potestatem habeamus in rebus ipsius monasteri homines quales et quantos habere potueri mus bi mittere et hordinare ad laborandum et pastenandum et si potemus Casales bi unum, vel plures hibi facciamus, ecc. >>

Ed il nome Castelnuovo proviene dai Casales, così come detto innanzi, che non erano altri che alcuni terreni, posti nello stesso luogo, con poche case atte alla coltivazione dei campi ed assegnati ad alcune famiglie ; questi, trasformatosi in villaggi, hanno portato ancora oggi il nome di origine (es. Casalvelino, Casali di Roccapiemonte, Casaletto Spartano, Casalnuovo).

In questi casali si percepiva il diritto di <<passus>>.

In seguito i casolari di Lanzara, Castelluccio e Fimiani appartennero alle terre di San Severino sotto la giurisdizione dei Caracciolo, principi di Avellino e marchesi di San Severino, che divisero i territori in sezioni, una di queste comprendente le suddette frazioni, faceva capo a Piazza del Galdo (paese di origine longobarda da Waud) ed a quei tempi un Marciani (forse Domenico, dottore in troque jure) fu vicario per il quartiere occidentale, comprendente anche Lanzara.

In altra parte ci furono diatribe e sentenze con il Barone di Castel San Giorgio e solo nel 1841 Lanzara e le altre borgate vennero aggregate a Castel San Giorgio formandone il Comune.

In altro scritto, per quanto mi sarà concesso, ancora di Lanzara ed anche delle altre frazioni, sperando di giungere sino ai tempi odierni.

Parole venute fuori con una certa semplicità e senza pretesa di assurgere a storici del luogo natìo, ma solo per ricordare qualcosa di bello, di buono, che può esserci anche in paesi come i nostri e sperando, domani di poter ampliare dette note.

 

Parte di questi riscontri si troveranno 2 anni più tardi, pubblicati quindi nel 1962, su una monumentale opera dal titolo " Salerno Sacra " e sotto riportata, come testimonianza degli eventi descritti in cronologia.

 

Mons. GENEROSO CRISCI Vicario Generale

Can. Angelo Campagna Cancelliere Arciv.le

 

 

NEL CAPITOLO LANZARA

DELLA PUBBLICAZIONE 1962 SALERNO SACRA

( quindi 2 anni dopo le ricerche fatte dal Prof. Vito )

 

Come si può dedurre da questa semplice considerazione sulle date di pubblicazione, si evince in maniera chiara ed evidente che le cosiddette " fonti storiche " del Prof. Vito, riportate nel documento dattiloscritto risalente agli anni '50, sone veritiere e fondate, ricavate dal Prof. Vito esaminando i documenti nella loro collocazione ed originali.

 

LE FONTI STORICHE

CITATE DAGLI AUTORI DI SALERNO SACRA

 

Concludo questo doveroso omaggio in ricordo di " Uno dei Nostri Conterranei ", il Prof. Vito appunto, riportando una notizia, di nostra vera e genuina storia locale, vera e non Leggenda, che ormai nessuno ricorda più.

Il Prof. Vito, invogliato da mio padre Ins. Francesco Amendola, acquistò una macchina fotografica, iniziò quindi a produrre a proprie spese, come del resto faceva anche mio padre negli anni '40, cartoline di Lanzara e di Santa Maria a Castello, per divulgare la conoscenza dei nostri territori all' Italia intera.

Ebbene ! . . . , queste cartoline, per chi non ha più memoria, venivano trasmesse sugli schermi televisivi dalla Rai, Radiotelevisione Italiana, canale unico Rai1 a quei tempi degli anni '60, durante il cosiddetto " Intervallo ", quello con il sottofondo musicale dell' Arpa per intenderci.

Infatti la Rai, spesso proiettava sullo schermo greggi di pecore, tra una trasmissione ed un' altra, poi incominciò a trasmettere immagini di località italiane.

Ebbene, se si fa richiesta in cineteca Rai è possibile rivedere i nostri territorI, Lanzara - Castelluccio - Fimiani - Santa Maria a Castello, ecc. , trasmessi per televisione proprio negli anni '60.

QUESTA SOTTO E' UNA RIPRODUZIONE VIRTUALE

ma così era realmente nella diretta Rai

Grazie " Prof. Vito " per il tuo amore dimostrato verso la nostra terra.

 

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