_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

 

LANZARA_ E _IL CULTO _DI _SAN BIAGIO

La Storia Tra Sacro e Profano

MARATEA

RIEVOCAZIONI_STORICHE_

Premessa

Si perde nella notte dei tempi, la manifestazione che ogni anno si tiene a Maratea nella prima domenica del mese di maggio, come meglio descritto dalla cronaca di diversi autori sotto riportata, in cui, la statua di San Biagio viene portata da Maratea Superiore ( dove è localizzata la Basilica Pontificia ) a Maratea inferiore, dove, dopo una sosta di circa tre giorni, riparte per essere di nuovo consegnata a Maratea superiore la domenica successiva.

E' un rito molto antico, di cui si ha certezza storica, perchè a seguito di una lite tra il parroco della chiesa situata in Maratea superiore, D. Domenico Lebotti, e quello di Maratea inferiore, D. Francesco Antonio Vita, dovette intervenire il Re che con un dispaccio datato 1781, imponeva ai due sacerdoti, Maratea superiore e Maratea inferiore, che la cerimonia commemorativa della traslazione delle spoglie del Santo, avvenisse senza nessuna processione ed in forma privata, vale a dire con la statua del Santo coperta da un panno e con sacerdoti senza la " cotta sacerdotale ".

( fonte Iannini Carmine cap. XIII pag. 233 anno 1835 )

 

MONS. DOMENICO DAMIANO

pag. 169 - 170

CASSANO, 2 APRILE 1695

O potentissimo nostro Patrono, tu liberasti i nostri concittadini naviganti che trasportavano la Statua (del Santo), dalle mani dei Turchi, e, interponendo una nube, togliesti la visuale al nemico !
Tu doni la sanità agl’infermi, raddrizzi gli storpi, dài l’udito ai sordi, la favella ai sordomuti. Tu sei la difesa della nostra Città ; a Te solo ricorriamo, perchè sei asilo e fortezza, aiuto nei pericoli, difensore degli oppressi, ausilio dei pellegrini che vengono da lontane contrade.


Per tanti innumerevoli benefici per i meriti del nostro Santo Vescovo, che i nostri Padri venerarono sempre come speciale Patrono, noi ci uniamo ad essi e correggiamo ciò che trascurarono per ignoranza, protestando che ogni anno, cominciando dal sabato che precede la prima domenica di maggio, siano resi grandi onori al nostro grande Taumaturgo, sino alla seconda domenica, sempre che questa non sia impedita dalla solennità di Pentecoste; nel qual caso la festività verrebbe trasferita alla terza domenica.


In fine, noi cittadini di Maratea, umilmente supplichiamolo, affinchè non cessi di stendere la sua mano potente su tutto il popolo, e voglia liberarci dal triplice flagello dell'ira divina: dalle infermità, dalla fame e dalla guerra; e, durante la nostra esistenza, voglia impetrarci la pace, l’abbondanza e la salute dell’anima e del corpo; mediante la sua intercessione, speriamo mantenerci fermi in questa volontà che promettiamo di aver sempre verso il nostro Santo !


All’istanza fatta al Vescovo di Cassano, si ebbe la seguente risposta :


CASSANO, 2 APRILE 1695

ATTENTIS ecc. ACCOGLIENDO LA SUPPLICA PRESENTATA PER LA PROCESSIONE IN MAGGIORE ONORE E LODE DEL GLORIOSO MARTIRE S. BIAGIO, PATRONO DELLA PREFATA CITTA’ DI MARATEA, STANTE L’ESPOSTO, LA DICHIARIAMO PUBBLICA E GENERALE, E QUINDI L’OBBLIGO AI REGOLARI DI ASSOCIARVI! SECONDO IL RESCRITTO DEL S.C.T. E LE DICHIARAZIONI DELLA S.C. DEI R. SALVO IL DIRITTO TRA LORO NELL'INCEDERE PER I LUOGHI DESTINATI, PRONUNCIAMO E COMANDIAMO ecc.


DATO IN CASSANO IL GIORNO 2 APRILE 1695.
F.to ABBATE RITO Vie. Gen. J. C. Cancelliere


La presente copia è stata estratta dal suo originale protocollo da me Regio Notaio Giovan Pietro Lombardi, da Mara tea, salvo sempre un più esatto confronto.
Locus sigilli


F.to G. Pietro Lombardi

 

 

D' ALITTI PAOLO

1728

La prima Domenica di ciasche mese di Maggio viene in Maratea sollennizata la Traslazione delle Sacre reliquie con plenaria Indulgenza perpetua conceduta dal Sommo Pontefice Pio Quarto: questa solennità chiamasi della traslazione delle reliquie di San Biagio, ed accade appunto nell’istesso giorno, che in Napoli celebrasi la Traslazione del Sangue miracoloso di San Gennaro, il di cui Sangue postoli fronte della Testa si liquefa.

(n.d.r.)

Si avverte il lettore che l' opera è scritta in latino e qui di seguito è riportata la stessa opera ristampata nel 2007 ma tradotta in italiano, senza però modificare le parti tradotte e lasciandole originali.

 

CARMINE IANNINI

1835

Sin da che la prima volta si fece la Statua, di cui non se ne sà il tempo preciso, restò stabilito che la stessa si fosse conservata sempre dentro la Santa Cappella, atteso teneva, come tiene nel petto la mentovata preziosa reliquia. Che nel primo Sabbato di Maggio, si fosse portata processionalmente per la Città superiore, e quindi si fosse tenuta esposta sino a tutto il Mercordì seguente. Nel Giovedì si fosse calata in Maratea inferiore, in dove si fosse portata in processione nel Sabbato appresso: e nella mattina della Seconda Domenica di Maggio, si fosse di nuovo salita in Maratea superiore, in dove sempre restar doveva. Con tal metodo la Festa della Traslazione in Maggio, per otto giorni si apriva, e si chiudeva in detta Maratea superiore.
Il metodo stesso ancora è nella sua osservanza; però non con quel fasto, e sontuosità primiera; ad oggetto che il perpetuo nemico dell’Uomo, al Frumento della premura e Zelo, per la Gloria di Dio, che resta sempre glorificato ne’ Santi suoi; non si astenne di soprasseminarvi la Zizania della discordia, tra i due Parrochi Lebotti di Maratea superiore, e Vita Diodato di Maratea inferiore ( *). Zizania di discordia, che portò un lungo litigio, la di cui conseguenza fù, che nell’anno 1781. restò di Sovrano Comando definito ed ordinato insiememente, ad evitarsi le ulteriori dissenzioni, che nel calare, e salire la Statua da Maratea superiore, in Maratea inferiore, e viceversa: fosse rimasta abolita ogni ombra di processione: si fosse portata velata, ed accompagnata da un Sacerdote, senza nemmeno poter essere vestito di cotta; ed avesse preceduto un obligo del Sindaco, della restituzione, dopo un stabilito breve periodo di giorni.

 

( *) D. Domenico Lebotti di Maratea superiore, puole benissimo essere rassomigliato a S. Stefano III. Papa, per la costanza nel difendere i Dritti di sua Chiesa: e D. Francesco Antonio Vita Diodato di Maratea inferiore, a S. Cipriano Vescovo, e Martire, per l’intrapresa nel pretendere, quanto non gli spettava. Erano entrambi Uomini sommi, ed insigni, nella pietà, e nella dottrina: ma in sostanza erano Uomini, e nel litigio assai si accanirono l’uno contro dell’altro. Noi nell’altro nostro mentovato Scritto ci ritroviamo aver di tanto diffusamente parlato, e perciò qui ci restringiamo a dire; che si hoc in viridi; quid in arido? cioè, doversi tremare dai Successori di entrarsi in puntigli; poiché non avendo la Virtù de’ suddetti, i danni potranno essere irreparabili.

 

1894

 

CAPITOLO TERZO FESTA DELLA TRASLAZIONE

 

FESTA DELLA TRASLAZIONE


Nessuna memoria ricorda tale festività, tanto da non farsene nè Ufficio nè Messa. Una pia tradizione però, la quale si perde nella notte dei tempi, costantemente ce la conserva.

In fatti nel Sabbato che precede alla prima Domenica di Maggio, le campane che suonano a festa, congregano il pòpolo ai Sacri Riti, e per le vie di Maratea Superiore si trasporta il simulacro del Santo.

In quello poi che precede alla seconda, si rinnova altrettanto in Maratea Inferiore. E la statua rilevata ii giovedì, si restituisce alla sua Chiesa nella mattina della seconda Domenica, tra la folla e Io acclamazioni di tutto un popolo.

Siffata consuetudine, ereditata dai nostri maggiori, non mai è venuta, per variar di tempi, interrotta: ed io stimo che un fatto, il quale si conserva per secoli sempre costante ed inva­ riabile, sia certissima pruova che la succennata festa, non pure debba farsi in tal tempo, ma pruova ancora che le preziose relique del gran Martire di Sebaste siano qui giunte nel primo Sabato del mese dei fiori, e che i nostri padri conmmemoravano tal fatto colla solennità dell’ ottava.

Il non aver fino ad ora messa ed Ufficio all’ uopo approvati dalla Santa sede Apostolica, e per Maratea, e per la Diocesi intera, è un vuoto da appianarsi ad onore del Santo, e a soddisfazione di coloro i quali sentono verso di lui tenerissimo affetto.


Diverse volte si è tentato ottenere tal grazia da Roma, e se ne trovano già iniziate le pratiche, poiché la Reverendissima Curia Diocesana aveva già preparato i lavori opportuni, quando dové sospendersi per più gravi pensieri.

NOTIZIE PRESE DA

Raccolta Manoscritti Storici riguardante l'Università di Maratea lasciati dal Molto Reverendo Parroco di S. Biagio

–      D. Carmine Cav. Iannini      –

ed accresciuti da altre notizie procurate dal suo discendente

–      Sac. Biagio Ant. Cav. Iannini    –

già arciprete Curato di Cipollina Grisolia e di poi arciprete di S. Nicola Arcella

 fascicolo I

 

DALLA LITE SORTA TRA I DUE PARROCI

La Statua venne restituita ma con regio dispaccio 20-1-1781 si prescrisse che non solo doveva calar coverta accompagnata da un solo prete senza cotta ma che il Sindaco avesse dovuto recarsi al Castello e fare un obbligo al Parroco di restituirla dopo un determinato numero di giorni. Lebotti insistette per far riammettere la processione, ma a 17 Dic. 1785 si rispose negativamente. Intanto fu definito esser parroci indipendenti, ma non furono fissati i confini di Deodati e poi Dalitto continuarono a sostenere la promiscuità del territorio, molti si portavano a battezzare a Maratea Inf. e si sposava ec. Deodati accompagnava le processioni di penitenza sin sulla porta e qui si predicava, essendo in loco promiscuo.

 

ANCORA OGGI 2023 NEL RISPETTO DEL REGIO DECRETO DEL 1781

LA CONFRATERNITA DI SAN BIAGIO

Secondo la tradizione, la statua del santo patrono viene portata a spalla solamente dai membri della Confraternita di San Biagio Patrono di Maratea. Non si hanno dati certi sull'origine di questo gruppo, ma si pensa siano i discendenti dell'antica Confraternita di San Biase, fondata molto probabilmente nel 1400 con lo scopo primario di diffondere il culto del Martire. I membri della Confraternita sono fedeli che rivestono un ruolo di particolare prestigio, e si riconoscono dalla loro “divisa”, sono infatti vestiti con tunica e copricapo bianco, un cingolo rosso legato attorno alla vita e una sorta di mantellina sulle spalle color rosso con l'effige del Santo.

Nel corso degli anni la Confraternita ha sostenuto a proprie spese anche dei lavori nella Basilica di San Biagio e nella Cappella che custodisce le Reliquie del Santo. Far parte della Confraternita di San Biagio è sempre stato un onore per i marateoti, motivo di lustro ed orgoglio visto il loro particolare legame e devozione nei confronti del Santo Taumaturgo. Il gruppo è molto chiuso, il diritto di entrare a farne parte si tramanda di padre in figlio e si permette l'ingresso ad esterni solamente nel caso in cui uno dei portatori muore senza figli, ma comunque l'ingresso alla Confraternita viene riservato a persone appartenenti alla famiglia del membro defunto.

( fonte www.basilicataturistica.it )

 

SAN BIAGIO LASCIA LA BASILICA PER SCENDERE A MARATEA INFERIORE

 

DISCESA A MARATEA INFERIORE PERCORSO STORICO

 

IL SANTO RAGGIUNGE LA LOCALITA' DI CAPOCASALE MARATEA INF.

( la statua viene scoperta ed il Sindaco consegna al Santo le chiavi della città )

 

 

LA STATUA E' SCOPERTA NEI GIORNI DI APPARTENENZA A MARATEA INFERIORE

(fot. località porto di Maratea)

 

STATUA DI SAN BIAGIO COPERTA DA UN PANNO

DURANTE IL PERCORSO DI CONSEGNA A MARATEA SUPERIORE

( fot. partenza da Maratea Inferiore )

 

CORTEO NEI PRESSI DELLA BASILICA DI MARATEA SUPERIORE

( fot. percorso per Maratea Superiore )

 

LA STATUA E' SCOPERTA ALL' ARRIVO ALLA BASILICA

( fot. arrivo alla Basilica di Maratea Superiore )

 

Nell' opuscolo pubblicato dalla Regione Basilicata, insieme alle diverse associazioni sorte per la divulgazione e conservazione delle bellezze di Maratea, viene descritto molto bene questo cammino che, simulando il percorso fatto dalle sacre spoglie di San Biagio, da Maratea inferiore raggiunge la Basilica del Santo posta in Maratea superiore.

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LA PUBBLICAZIONE

 

IL 1200° ANNIVERSARIO

732 - 1932

CARTOLINA STORICA COMMEMORATIVA

 

ISOLOTTO DI SANTO JANNI

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

Gli abitanti di Maratea, la sera, vedono una luce sull' isolotto di Santo Janni

 

ISOLOTTO DI SANTO JANNI

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

Gli abitanti di Maratea vedono una luce sull' isolotto di Santo Janni e la mattina seguente dell' anno 732, si dirigono verso l' isolotto per vedere da vicino.

 

ISOLOTTO DI SANTO JANNI

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

Gli abitanti di Maratea raggiunti l' isolotto trovano degli uomini che, all' inizio sono un pò impauriti, ma poi, vedendo che gli abitanti di Maratea si mostrano amici, scoprono il loro " tesoro ", trasportato dal lontano " Oriente ", ed insieme sbarcano sulla costa con il " prezioso carico " e si dirigono in località castello per mettere al sicuro quanto trasportato : " le Sacre Reliquie del Santo Martire Biagio e di San Macario ".

 

SAN BIAGIO PARTE DALL' ISOLOTTO DI SANTO JANNI

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

 

 

Podio fatto costruire dal Podestà Biagio Vitolo nel 1932

in località Capocasale a Maratea inferiore in occasione del 1200° anniversario

della traslazione delle Sacre Reliquie di San Biagio

 

ARRIVO DI SAN BIAGIO DALL' ISOLOTTO DI SANTO JANNI

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

 

SAN BIAGIO VIENE PORTATO IN CITTA' DIRETTO A MARATEA SUPERIORE

( rievocazione storica della traslazione delle reliquie di San Biagio 1932 )

 

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