_______ IL NAVICORDO

Fimiani Storia

Roma-Napoli 7 gennaio 1943-XXI

Cronache delle Provincie di Salerno e Napoli

FIMIANI Origini – Il passaggio dalla dipendenza di Mercato Sanseverino a quella di Castel San Giorgio – Una controversia superata dal….”tempo remoto”

Omaggio agli eroi Caduti

Nicola Lapegna

a cura di Gaetano Izzo - archivio Francesco Di Pace

 

L'egregio attivo e fattivo avvocato Gerardo Alfano versatile amatore di storia patria, con squisita cortesia, ha raccolto pel mio Archivio Enciclopedico Mobile notizie e ragguagli sulla costituzione del Comune di Castel San Giorgio (con S. Croce, Cortedomini, Torello, Campomanfoli, Aiello e S. Maria a Favore), avvenuto verso il 1300 e delle frazioni aggregate di Lanzara, Castelluccio e Fimiani, che fino al 1816 dipendevano da Mercato Sanseverino.

Cominceremo da Fimiani.

Il Giustiniani ne deriva l'origine da un Fimianus, feudatario nocerino, compreso nel catalogo dei Baroni di Principato, che pubblicò il Borrelli.

Monsignor Fimiani nel riprodurre il documento in una nota scrive: Prope Roccam in Principatus Citeriori (quod nunc popul ducatus est familiae Ravaschieriorum) dimidio fere S. Giorgio miliario pagus bene vetus, maiorum meorum patria, situs est Fimiano dictus, que baroniae iure nunc Marciano tenent.

Nei suoi”Ragionamenti sul pieno dominio del fondo d'anglona” al Martucci sorge il dubbio che Monsignor Fimiani non abbia riprodotto il catalogo dall' originale; questo per la cronaca e la storia.

Il Rev. P. Giacomo Fabiano d'Afragola, autore della dotta storia di Materdomini, e della leggendaria Basilica, che a suo tempo ho largamente illustrato, a pag. 101 scrive che dopo il 1700 una grave piaga tormentava l'organismo della chiesa: la Commenda, per cui le rendite degli istituti ecclesiastici, sottratte quasi per intere alla loro naturale destinazione, venivano godute da prelati, favoriti da sovrani o dalla Curia Romana o viventi nella stessa Curia o nelle grandi città, ed allo stesso tempo sollecitatori di favori pe' loro congiunti, ai bene spesso riuscivano di trasferire il grosso e spesso non meritato appannaggio, ed aggiunge che “l'insigne canonista Mons. Carmine Fimiani, nato nell'omonimo villaggio di Rocca, notando di essere servita la Commenda non all'utilità spirituale della chiesa, ma alla temporale degli investiti, ebbe a definirla perninicies et labes. Costui insegno diritto ecclesiastico nell'Università di Napoli e fu Vescovo di Nardò dal 1799 al 1799.

Pasquale Sarno (Alcide) solerte corrispondente da Castel San Giorgio del nostro giornale a sua volta osserva che la notizia ricavata dall'eccellente P. Fabiano dallo storico Michele De Santi per l'esattezza storica e non per velleità paesana va così chiarita” Monsignor Fimiani nacque nel capoluogo della frazione omonima, nel palazzo dove ancor oggi, conservata in buona parte dai discendenti, si ammira la bella biblioteca tenuta con molta cura dal pronipote Ludovico Fimiani, Podestà di San Giorgio”.

Comunque certo è che il villaggio assunse la sua denominazione dalla stirpe de Fimiani la quale vi si fermò da tempo remoto.

Una nostra instancabile ed egregia colletrice, la musicista Antonietta Preziosi mi ha mandato, poi, un esteso documentario su' Fimiani ed altri benemeriti.

E comincia da Antonio, del comm. Gaetano: Aveva vivido ingegno, e il “Cittadino” di Sarno ed altri giornali e riviste accolsero i suoi infiammati articoli d'amor patrio. Aveva dinanzi a sé un radioso avvenire scientifico e laureando in medicina e chirurgia, si specializzò in Igiene e su tale argomento tenne pure una conferenza nel 1911 promossa dall'Associazione “Unione e Progresso” di Roccapiemonte. Tale conferenza venne pubblicata dalla tipografia della R. Università di Napoli. Con abnegazione e incurante della sua vita lo troviamo coadiuvatore del Corpo Sanitario nel curare con perizia e altruismo i colerosi. E il Consiglio Comunale di Castel San Giorgio gli espresse meritato encomio ed il Sindaco del Tempo Cirri-Rescigno, in una mozione, fra l'altro scriveva: “L'ammirevole abnegazione del Fimiani resterà scolpita vivamente nell'animo nostro e dei cittadini tutti, che insieme a noi serberanno grato ricordo delle sue elette virtù”. Epperò la sua passione per la Patria lo entusiasmò a tal punto, che alla vigilia di laurearsi, si arruolò come volontario nella guerra del 15 preferendo campo di gloria al suo valore trincee e non tende di ospedali come è consacrato nella iscrizione al tumulo, dettata da Luigi Loguardio. Ma i resti mortali dell'eroe andarono dispersi e, invano, il fiero genitore li ha cercato, e invano la tomba li attende!

La Preziosi, proseguendo scrive che il 21 settembre 1915 all'Osteria Marmelada, nei pressi di Sasso di Stria, mentre Antonio Fimiani, impartiva ordine per mettere al sicuro i suoi dipendenti, lo scoppio di una granata lo colpiva in pieno e cadde fulminato e col petto squarciato, gridando: ”Coraggio ragazzi..”.

Il prof. Margieri, Rettore Magnifico dell'Ateneo napoletano, consegnava, più tardi, al commosso genitore del valoroso caduto, la laurea ad honorem conferitagli dalla facoltà di Medicina e Chirurgia.

Un altro Fimiani: Pasquale fu Raffaele, cugino e cognato di Antonio, offrì in olocausto alla patria la sua giovinezza presso Gorizia, lasciando in gramaglia la giovanissima sposa ed il primo fiore del suo amore.

Dei Fimiani viventi, che furono combattenti si contano: Alfonso, fratello di Antonio e Gaetano, fratello di Pasquale entrambi invalidi di guerra. E poi ancora, avv. Gaetano capitano medico, dottor Vincenzo fu Lorenzo del- in Commissione interalleata, e di un altro ramo dei Fimiani, capitano medico Pietro fu Saverio, e capitano di fanteria dottor Ludovico fu Michele.

Il Comune rese omaggio ad Antonio Fimiani intitolando al suo nome la strada più bella del paese. Di fronte al pino - ora scomparso -si trova la casa ove nacque Antonio. Un'altra via porta il nome di un eroe che ancora non aveva compiuto venti anni: Cristofaro Pentagna, sottotenente caduto sul campo nella guerra del 1915. Un'altra via porta il nome di Riccardo Ciancio.

L'ottimo reverendo Prof. Antonio Amendola, ha fornito alla Preziosi dati storici anche su Lanzara e Castelluccio, che pubblicheremo prossimamente, in una alla proposta che mi viene da una sfollata napoletana: quella di costruire a San Giorgio o a Lanzara, come già si vanno costruendo altrove, un museo di patri cimelii. L'idea va coltivata e va messa all'ordine del giorno. Come pure merita largo suffragio la proposta del rev. Amendola di rammemorare comunque a Castelluccio o a Fimiani l'eroica figura del cugino Carmine, promosso Colonnello dal Re sul campo, nel 1915.

Nicola Lapegna

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