_______ IL NAVICORDO

Aiello Storia

 

La Chiesa Santa Maria di Costantinopoli

XVI Sec.

di Giuseppe Benevento

 

IL CONSUMO DEL PESCE

Poichè Costantinopoli era citta' marittima, si volle rappresentare la venuta della Madonna dal mare, consumando prodotti ittici. Era il tempo in cui l'attività della pesca era molto florida. Il mar tirreno era pieno di alici, di sarde e di sardine. I paesi costieri, specialmente Vietri e Cetara , per la pescosita' del mare, tiravano sempre le reti con quintali di pesce. Si cercò, allora, d'incoraggiare il consumo delle alici, perché i pescatori erano sempre poveri. Per questo motivo, in ricorrenza della festività della Madonna di Costantinopoli, l'arcivescovo di Salerno Antonio Salomone stabilì che i festeggiamenti dovessero avvenire sempre dopo le Pentecoste e durante i giorni di lunedì e di Martedì qualunque fosse il mese, la data e l'anno impose inoltre, che durante i due giorni era sacrilegio mangiare carne di qualsiasi animale, anche se fosse stata insaccata o affumicata. (1)

 

La popolazione oltre a consumare le sarde ed le alici inventò “la scapece“ cioè la conservazione sotto aceto reso profumato con foglie di menta e dagli agli triturati. La si può conservare per molti giorni perché le sarde vengono prima pulite, asciugate al sole, arrostite ai ferri e poi formano la scapece. Contemporaneamente alle sarde ed alle alici la popolazione, in tanti anni, ha curato proprie ricette appetitose e succulenti facendo entrare anche nel pesce fresco quello salato; il Baccalà,cioè il merluzzo essiccato al vento e poi posto sotto sale, oppure affumicato. Poiché il culto per la Madonna si estese per tutta la plaga, si pensò di donare al visitatore, che dà l'offerta, diversi etti di baccalà e dei vermicelli. Un tempo, la pasta veniva preparata in casa e poter portare al ritorno nelle loro famiglie i vermicelli della Madonna, era la gioia di tutti. Un tempo la Domenica dopo la festa venivano allestiti tanti giuochi che rallegravano la gente. Si faceva quello della corsa nei sacchi, del tiro alla fune, della pignatta con la moneta dentro, delle cinque lire d'argento mantenuta con pece ad una padella e bisognava staccarla coi denti, mentre le mani erano legate dietro la schiena.

 

per contattare l'autore gius.bene@libero.it

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