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STORIA DELLA CHIESA DI SANTA BARBARA E DEL CASALE DI TORELLO
(CASTEL SAN GIORGIO)
D & P Editori 2017
di Giuseppe Benevento
Nel 1602 Don Aniello de Filippo fu il nuovo cappellano dopo la morte di Don Francesco de Sarno . La chiesa era stata riparata da poco tempo e si conservava il Santissimo, ma non era ancora perfetta e in tempo di necessità si celebrava nella chiesa del SS. Salvatore. Nel 1618 gli abitanti di Torello chiesero l'autorizzazione alla Curia di erigere dentro la Chiesa di S. Barbara nell'Altare Maggiore, la Confraternita del SS. mo Sacramento . La chiesa risultava nuovamente edificata. Nel gennaio 1620 il casale aveva 50 fuochi corrispondenti in tutto a circa 250 persone, vi erano quattro altari. Nell'altare maggiore fu eretta la confraternita i cui mastri erano Matteo de Falco e Carmine Salierno. Venne presentata la bolla di erezione del 20/2/1620.
Nella visita del 9 settembre 1625, in cornu evangelii vi era la cappella di S. Barbara ed in cornu epistulae l'altare con l'immagine del Crocefisso. Nel 1629 una parte del Casale risultava appartenere alla Terra di San Severino. Nel 1630 nella parete occidentale dell'altare Maggiore c'era l'icona con le immagini della Beata Maria Vergine, S. Sebastiano e S. Barbara in parete dipinta . Nel 1645 il Curato di S. Barbara era Don Domenico Palmiero secondo la bolla presentata. Per devozione dei figliani fu eretto l'altare del SS. Rosario e un altare di S. Maria a Favore dove si celebrava per devozione.
Nel 1650 nell'altare del SS. Rosario vi era l'immagine piccola della vergine . Il curato risiedeva nella parrocchia in una casa unita alla chiesa in cornu epistulae. Nel 1671 la chiesa, oltre agli arredi Sacri era fornita da due campane, più un'altra che si conservava per la Cappella di S. Francesco 3 . Vi erano due quadri, uno della Madonna, e un altro di S. Pietro, che stavano di fronte alla porta della chiesa sopra l'altare Maggiore. Una pittura di S. Barbara, S. Sebastiano e la Madonna delle Grazie erano nel muro e un quadro del SS. Rosario nel suo altare. Nel 1711 le reliquie erano conservate nella pietra sacra.
Nel 1724 venne edificata la nuova chiesa , quella attuale, in cui erano presenti tre altari, cioè l'Altare Maggiore sotto il titolo di S. Barbara, in cornu Epistule, l'Altare del SS. Rosario ed appresso l'Altare della Madonna dell'Arco. C'era la sagrestia con la porta che guardava verso Oriente e una piccola reliquia di S. Barbara.
Nel 1740 Don Marzio Selano, il parroco della chiesa possedeva una casa con due camere, nel luogo detto a Casa di Falco e per i danni causati dal terremoto propose alla Curia di venderla per ducati 58 anche perché poteva cadere, ed impiegare il denaro nella fabbrica di una cantina, che era necessaria allo stesso parroco per riporvi il vino.
Nel 1744 si conservava una statuetta dell'Ecc. Homo , ed una statua di cartapesta di S. Giuseppe fatta per carità dal Parroco e figliani. Un quadro del SS. Rosario , e un altro di S. to Antonio Abate . Nel campanile vi erano tre campane, una nel 1751 risultava rotta. Il Parroco abitava nelle case contigue alla Chiesa, dove anticamente c'era la Sagrestia, prima abitava in mezzo al casale di Torello nel luogo detto A Casa di Falco.
Il 16 agosto del 1745 il nuovo parroco Don Giuseppe Rescigno , ritrovò iniziato un Oratorio dai cittadini del villaggio, nel luogo dove fu fondata la Congregazione di Maria Santissima dei Dolori (Addolorata), con molti fratelli e sorelle iscritte.
Il 3 maggio 1758 con tutte le solennità, fu benedetta la Cappella della Beata Vergine del Carmine , riedificata dal parroco Rescigno. Era grancia della parrocchia ed il 16 luglio di ogni anno si celebra la festa nella sua cappella. Con licenza della Curia Arc. le si fabbricò il cimitero detto La terra Santa nel fondo della Chiesa, a spese dei Fratelli della Congregazione di Maria Addolorata e del parroco.
Nel 1762 don Giuseppe Rescigno, espose all'Arcivescovo: accanto alla Chiesa, luogo petroso si è edificata un'altra calcara in sostituzione di quella antica, perché faceva danni ogni volta che si cuoceva la calce. Nel 1785 c'erano solo tre altari, con una reliquia di S. Barbara autenticata. Il numero delle anime, che erano in distretto della suddetta Chiesa erano 406 . C'erano 6 Sacerdoti e 2 di essi erano Confessori. Attaccata alla Chiesa vi era la Congregazione, ossia Confraternita sotto il titolo della Beata Vergine Addolorata fondata nell'anno 1749 sotto l'Ecc. mo Arcivescovo Don Casimirro Rossi.
Nel 1841 il parroco Tommaso Tenore annotò i beni e le spese sostenute durante il suo mandato dalle quali emergeva che nell'anno 1821 aveva commissionato due quadri, uno del SS. Rosario ed un altro della Nascita del Signore eseguiti dall'artista Don Costantino Desiderio di Angri, i quali si 27 conservano attualmente sopra i rispettivi altari, dopo essere stati restaurati dalla D. ssa Adele Ruggiero di Nocera. Il parroco acquistò anche un confessionale e un organo dalla ditta Della Monica di Cava.
Nel 1844 a popolazione della Parrocchiale ascendeva al numero di anime 550. Dall'inventario del 1849 c'era la statua di S. Barbara titolare della parrocchia, un'altra di S. Antonio di Padova, una di S. Giuseppe (1744) di cartapesta, ed una di Ecce Uomo (1744) di rilievo nelle rispettive nicchie senza lastre, tre quadri grandi, uno nell'altare Maggiore di S. Barbara e S. Lucia (1800), non citato nell'inventario precedente che reca la firma dello stesso autore. Due altri del Rosario (1821 ), e Nascita (1821 ), fatti dall'ex Parroco sui rispettivi altari e Quattordici quadretti per la via Crucis.
Nel 1853 il parroco della chiesa Don Luigi Tenore segnalò alla Curia che la chiesa aveva bisogno di urgenti riparazioni , e non aveva mezzi per sostenere la spesa necessaria, quindi chiese il permesso di recidere delle piante di proprietà della Chiesa per compensare la spesa. Nel 1881 a causa dell' alluvione alcuni fondi della Parrocchia furono coperti da sabbia e pietre. Nel 1905 la chiesa e la canonica avevano bisogno di restauro.
Il parroco Don Aniello del Regno nel 1998 avviò la ristrutturazione della Chiesa, sostenuto dall'intera popolazione di Torello ed incoraggiato dall'intervento dell'On. Lubritto che molto si adoperò per ottenere un notevole contributo regionale. L'associazione S. Barbara sin dal suo nascere ha curato e trasformato l'area circostante. Don Antonio Sorrentino, nativo di Torello in memoria dei genitori offrì la progettazione e la realizzazione dell'altare e dell'ambone. Nell'altare Maggiore si conserva per sempre la Reliquia di S. Barbara, tenuta negli anni scorsi con riservatezza dal signor Anacleto Capuano, che l'aveva ricevuta in custodia dallo zio.
Le signorine Eleonora, Carmelina e Filomena Galluzzo collaborarono con un generosissimo contributo. La ditta del signor Luigi Cirillo e figli eseguirono i lavori della Chiesa. L'architetto Carlo Palladino ed il Geometra Sabatino Costabile, eseguirono il progetto . Si fece il rifacimento della copertura, il consolidamento delle murature esterne, con successiva intonacatura e tinteggiatura, si eseguirono interventi per la salvaguardia di tutte le parti originali presenti, in particolare, il recupero del cotto antico, della pietra tufacea del portale, della struttura del portone, delle decorazioni pittoriche del 28 controsoffitto Perret.
Particolare cura fu dedicata al rinvenimento degli antichi intonaci e dei frammenti di affresco ancora esistenti sulle pareti. Il restauratore Ciro Nastri di Napoli eseguì i lavori di restauro del cotto antico e del portale di tufo, e assistette al restauro del portone ligneo. I lavori di ripresa pittorica delle pareti perimetrali e la ripresa delle decorazioni pittoriche del controsoffitto Perret fu realizzata dall'impresa Pittur. Art. di Gerardo Galluzzo di Torello con a capo il Maestro Raffaele Picarella di Siano, e con la direzione tecnica affidata al restauratore Ciro Nastri. Le panche, la sede presbiteriale, gli sgabelli sul presbiterio e la sagrestia furono sostituite con legno di faggio e realizzate dal Gruppo Coetus di Antonio Iorio. I dipinti furono restaurati dalla dottoressa Adele Ruggiero ed i suoi collaboratori della ditta Ruggiero Dipinti con sede in Nocera. Due campane vennero fuse, e attualmente vi è un nuovo impianto di elettrificazione, sia a distesa che a rintocchi. La Sud costruzioni di Martino Galluzzo curò i lavori edili in canonica diretti da Francesca e Giuseppe Chiazza e Giuseppe Esposito.