Il 22 gennaio 1929, il Distretto Militare di Salerno lo collocò “in congedo illimitato”.
Affascinato dalla vita militare il 3 maggio di quello stesso anno si arruolò nell'Arma dei Carabinieri. Frequentò presso la Scuola Allievi di Roma il corso di formazione al termine del quale venne promosso carabiniere il 15 agosto 1929 e destinato alla Legione Territoriale di Napoli. Vi rimase per pochi mesi. Il 24 ottobre 1930 venne aggregato alla Scuola Centrale di Firenze per frequentare il corso sottufficiali. Al compimento del biennio formativo venne promosso vice brigadiere e il 17 maggio 1932 fu trasferito alla Legione Territoriale di Ancona.
CASA SAVASTANO . . . una STORIA . . nella STORIA
VIETRI SUL MARE NEI PRIMI ANNI DEL 1900
CASA IN CUI NACQUE IL SOTTOTENENTE BERARDINO SAVASTANO
CASA SAVASTANO PRIMA DELL'ALLUVIONE
A SEGUITO DELL' ALLUVIONE DEL 26 OTTOBRE 1954 LA CASA FU ABBATTUTA PERCHE' NON PIU' STABILE
LA CASA DEL SOTTOTENENTE DOVETTE ESSERE ABBATTUTA
(foto originali dell'epoca arch. personale dello Storico Aniello Tesauro)
LA STORIA COMPLETA
Il 22 gennaio 1929, il Distretto Militare di Salerno lo collocò “in congedo illimitato”.
Affascinato dalla vita militare il 3 maggio di quello stesso anno si arruolò nell'Arma dei Carabinieri. Frequentò presso la Scuola Allievi di Roma il corso di formazione al termine del quale venne promosso carabiniere il 15 agosto 1929 è destinato alla Legione Territoriale di Napoli. Vi rimase per pochi mesi. Il 24 ottobre 1930 venne aggregato alla Scuola Centrale di Firenze per frequentare il corso sottufficiali. Al compimento del biennio formativo venne promosso vice brigadiere e il 17 maggio 1932 fu trasferito alla Legione Territoriale di Ancona.
Il 31 luglio 1935 venne promosso brigadiere. Nei mesi successivi venne aggregato alla Legione del Lazio in Roma per essere sperimentato nella carica di scrivano del Comando Generale. Contemporaneamente non trascurò gli studi e a Napoli, presso l'Università Federico II, il 25 luglio 1935 si laureò in Economia e Commercio. Il 15 gennaio 1937 venne aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri Reali di Firenze per frequentare il corso pratico per la nomina a ufficiale. Promosso sottotenente (23 dicembre 1937) venne destinato in Lombardia, al comando della Tenenza di Treviglio.
Il 18 aprile 1939 partì per l'Albania con la Seconda Sezione Carabinieri Reali addetta alla Divisione Lupi di Toscana. Il 31 dicembre 1939 rientrò alla Legione di Milano e il 10 marzo 1940 assunse il comando della Tenenza di Colleferro. Allo scoppio della guerra decise d'imbarcarsi per la Libia. Così, il 9 gennaio 1941, partì per l'Africa Settentrionale dall'aeroporto di Guidonia. In Libia venne assegnato al Gruppo Carabinieri Reali di Bengasi e partecipò alle operazioni di guerra. Il 7 febbraio gli venne affidato il comando della 621 a Sezione Carabinieri Reali Motorizzata, conseguendo la promozione al grado di tenente alla fine del mese.
La guerra che in Europa già imperversava dalla fine del 1939, impose al Regime di raddoppiare gli sforzi in vista di un intervento al fianco dell'alleato tedesco come presupponeva il “Patto d'acciaio” stipulato da Mussolini e Hitler. Per tutto il 1940 venne attivata una massiccia mobilitazione generale
LA 621a SEZIONE
CARABINIERI MOTORIZZATA
La guerra, che in Europa già imperversava dalla fine del 1939, impose al Regime di raddoppiare gli sforzi in vista di un intervento al fianco dell'alleato tedesco come presupponeva il ‘'Patto d'acciaio” stipulato da Mussolini e Hitler. Per tutto il 1940 una massiccia mobilitazione generale coinvolse tutte le Forze Armate. Battaglioni, Compagnie e soprattutto Sezioni furono organizzate in pochi mesi per essere inviati sui vari fronti (Francia meridionale; greco-albanese e, soprattutto, Africa).
Mezzi, battelli, transatlantici e treni vennero requisiti e utilizzati per il trasporto delle truppe.
Molti reparti percorsero il cammino della 621a Sezione Carabinieri Motorizzata. Ironia della sorte, la 621a Sezione venne mobilitata il 24 maggio 1940 (esattamente l'anno prima dell'affondamento del Conte Rosso). Il reparto ebbe quale primo comandante il Sottotenente Alfonso Carluccini. La Sezione si imbarcò da Messina sulla nave Duilio il 30 maggio 1940 e raggiunse il 1° giugno la città di Tripoli.
Il 10 giugno, con l'inizio delle ostilità, si portò a Cirene presso il Comando Superiore delle Forze Armate in Africa Settentrionale e si acquartierò nei dintorni di Marsa Luk con il compito principale di sorvegliare gli indigeni sospettati di compiere attività di spionaggio. Successivamente il reparto venne dislocato nei pressi di Siidi El Barani, in prossimità della zona di combattimento, con compiti di Polizia Militare. Nel mese di dicembre, a seguito dell'offensiva inglese, la Sezione fu costretta a ripiegare su Tobruk e a raggiungere il villaggio “Luigi Razza” dove si stabilì per circa un mese. Il 5 febbraio 1941 venti militari effettivi alla 621 a Sezione vennero catturati dalle forze britanniche.
Tra essi figurava anche il Tenente Carluccini. L'ufficiale venne internato in Egitto mentre tutti gli altri militari furono liberati grazie alla pronta controffensiva italo-tedesca. Il 7 febbraio il Tenente Savastano assunse il comando della Sezione. Nel marzo del ‘41 la Sezione venne destinata a Sabrata con con il compito di vigilare i prigionieri inglesi internati in quel campo. Il 5 maggio 1941 il Tenente Savastano ricevette l'ordine di tradurre in Italia un ingente numero di prigionieri inglesi. La missione fu portata a termine con successo. II tenente e i militari della scorta sbarcarono a Napoli il giorno successivo. Tutti i prigionieri vennero consegnati alle autorità centrali.
il transatlantico " CONTE ROSSO " venne requisito e utilizzato per il trasporto delle truppe
IL CONTE ROSSO
Il Piroscafo, nave passeggeri di 18.000 tonnellate, venne costruito nei cantieri specializzati scozzesi. Lungo poco meno di duecento metri, fuori tutto, era largo più di venti metri e sfiorava i ventidue nodi di velocità. Dal febbraio 1921 venne utilizzato sulla rotta Genova - Napoli - New York. Fiore all'occhiello della flotta del Lloyd Sabaudo, anni dopo, venne impiegato sulla linea che collegava l'Italia al Sud America. All'inizio del 1932 entrò a far parte della società "Flotte Riunite Italia” e successivamente passò sotto la proprietà del "Lloyd Triestino” per soddisfare le esigenze sulla rotta fra Trieste e l'Estremo Oriente. Alla fine del 1940 insieme a tante altre navi, anche il Conte Rosso venne requisito dalla Regia Marina e utilizzato per il trasferimento di truppe e mezzi tra Napoli e l'Africa Settentrionale.
UNO DEI SALONI DEL CONTE ROSSO PRIMA CHE VENISSE REQUISITO PER USO MILITARE
L' AFFONDAMENTO DEL TRANSATLANTICO CONTE ROSSO
Il 24 maggio 1941 il Conte Rosso si apprestava a svolgere la sua diciassettesima traversata tra l'Italia e l'Africa Settentrionale, ammiraglia di un convoglio veloce formato insieme alle navi "Esperia”, "Victoria” e "Marco Polo”. Alle 04.40 del mattino, con la stiva stracarica di mezzi e fusti di carburante e con a bordo 2.729 uomini (280 membri dell'equipaggio e 2.449 militari), il Conte Rosso lasciò la banchina del porto di Napoli. Tra gli imbarcati c'era anche il Tenente Savastano e gran parte dei carabinieri della 621 a Sezione che, conclusa senza intoppi la traduzione dei prigionieri di guerra, facevano ritorno in Africa.
Quel mattino sul piroscafo erano imbarcati anche molti altri carabinieri che si apprestavano a rientrare presso i propri reparti in Libia come il Maresciallo d'alloggio Giuseppe D'Anna, i Brigadieri Vito Mita e Francesco Larizza e i Carabinieri Giuseppe Picchiati, Amedeo Arena, tutti effettivi al Gruppo di Tripoli, o i Carabinieri Giulio Del Giudice, Giulio Giuliani, Sisto Bonsignore, Adolfo Lucchesi, Dante Giannini, Costabile Malzone e Natale Terreni, effettivi alla 677 a Sezione. I Carabinieri Giuseppe Barbagallo e Ottaviano Fabbri, effettivi alla 620 a Sezione, anche loro a bordo del Conte Rosso, rientravano da un periodo di licenza ordinaria, mentre il parigrado Giuseppe Marino faceva ritorno in Africa a conclusione di un periodo di convalescenza.
I siluri presero in pieno il Conte Rosso che navigava sulla destra del Freccia .Il transatlantico venne colpito a prua ove si aprì uno squarcio irreparabile. L'imbarcazione fu subito invasa dall'acqua
C'era anche chi, come il Carabiniere Sebastiano Panetta, partiva alla volta di Tripoli per il trasferimento definitivo al locale Gruppo Carabinieri. I militari dell'Arma a bordo del Conte Rosso, quella maledetta sera, erano oltre un centinaio. Il pericolo per le incursioni sottomarine nemiche era vivo e non sottovalutato perciò il convoglio venne scortato dalle navi siluranti “Freccia”, “Procione”, “Orsa” e “Pegaso”. Nel pomeriggio, subito dopo aver superato lo Stretto di Messina, alle imbarcazioni di scorta si unirono gli incrociatori “Bolzano” e “Trieste” e i cacciatorpediniere “Ascari”, “Corazziere” e “Lanciere”. Zigzagando a diciotto nodi tra le acque calme, il convoglio seguì la rotta a levante della Sicilia. Più rapida di quella di ponente, ma più pericolosa per la vicinanza all'isola di Malta, roccaforte inglese. Al tramonto del 24 maggio il convoglio raggiunse le coste a largo di Augusta.
A bordo venne servita la cena. Ci si apprestò dunque a passare la notte. Chi in coperta. Chi sul ponte. Solo pochi fortunati in una cabina. Poco distante, il Comandante Wanklin del sommergibile britannico Upholder, di rientro da una missione, vide apparire nel periscopio le sagome del convoglio italiano. L'ufficiale britannico ebbe un sussulto.
Il sommergibile in mare da venti giorni non era stato capace di affondare granché. Aveva solo due siluri nella rampa di lancio. Alle 20.40, quando il convoglio italiano aveva raggiunto le acque al largo di Capo Murro di Porco, il nemico scagliò i suoi ordigni. I siluri rasentarono la carena della nave silurante Freccia senza colpirla. Purtroppo, però, presero in pieno il Conte Rosso che navigava sulla destra del Freccia. Il transatlantico venne colpito a prua ove si aprì uno squarcio irreparabile.
L'imbarcazione fu subito invasa dall'acqua. A bordo calò un silenzio tombale. I militari, secondo le disposizioni di salvataggio impartite all'inizio della traversata, si concentrarono a poppa. Ma in pochi minuti la nave iniziò ad abissarsi. Subentrò il caos. In tanti erano al primo viaggio in mare. In molti non sapevano nuotare. Tutti indossarono i giubbotti di salvataggio pronti a buttarsi in acqua o a prendere posto nelle poche scialuppe.
Un testimone scampato alla morte così ricorda quei momenti: “Si vedevano gruppi di ragazzi inginocchiati a pregare e il cappellano che li benediva. Ad un tratto si sentì la voce del capitano che gridò: si salvi chi può”. Dieci minuti dopo il suo siluramento il Conte Rosso si ritrovò con la prua sommersa dall'acqua e la poppa rivolta al cielo. Tutto avvenne così terribilmente in fretta. Tutt'intorno un brulichio di zattere. Uomini che si dimenavano tra le onde. Inghiottiti dal mare. Aggrappati sino all'ultimo istante alle fiancate verticali con tutte le proprie forze. Sfiniti ! Scivolavano nell'acqua gelida. Le urla sempre più assordanti! La disperazione! Il sapore acre della nafta mescolata all'acqua salmastra. All'improvviso un tonfo assordante: lo scafo andò a picco velocemente come se fosse risucchiato da un vortice sottomarino. Dagli abissi salirono a galla enormi bolle d'aria.
IL SOMMERGIBILE INGLESE HMS Upholder (P37) CHE AFFONDO' IL CONTE ROSSO AVEVA LA SUA BASE A MALTA CHE DAL 1 SETTEMBRE 1936 ERA DIVENTATA COLONIA INGLESE
IL SOMMERGIBILE INGLESE HMS Upholder (P37) CHE AFFONDO' IL CONTE ROSSO
LA NOTIZIA DELL' AFFONDAMENTO DEL CONTE ROSSO SARA' DIRAMATA SOLO CON IL BOLLETTINO DI GUERRA N° 359 DEL 30 MAGGIO 1941
IL SALVATAGGIO DEI NAUFRAGHI
Il Tenente Savastano in acqua c'era cresciuto. Non si perse d'animo davanti a quell'orrendo scenario e si prodigò per salvare più vite possibili. Poco prima che la nave colasse a picco, l'Uffìciale assunse la direzione di una delle imbarcazioni di salvataggio. Il suo coraggio gli valse la M.A.V.M. con la seguente motivazione: “imbarcato di passaggio sul piroscafo che veniva silurato da sommergibile nemico si prodigava con slancio e ardimento per la salvezza del personale mentre il bastimento era in procinto di affondare. Sollecitato a lasciare la nave assumeva la direzione di una delle imbarcazioni di salvataggio e continuava nella sua generosa opera con calma ed energia raccogliendo numerosi naufraghi che riusciva a portare in salvo nonostante l'oscurità della notte e le avverse condizioni del mare. Mediterraneo Centrale, 24 maggio 1941 ”.
L'intervento tempestivo delle navi di scorta evitò che la tragedia assumesse proporzioni ancora più strazianti. Fu una notte infinita. Alle prime ore del 25 maggio le navi soccorso iniziarono a sbarcare ad Augusta i primi superstiti. Insieme a loro approdarono sulla banchina del porto di quella cittadina i piroscafi dei soccorritori carichi di cadaveri. Tra le 239 salme recuperate dalle acque quella del Comandante militare del Conte Rosso, il C. V. De Bellegarde.
(n.d.r. Navicordo Funerali di Stato)
FOTO ESTRATTA DALLA PUBBLICAZIONE DELL' ASSOCIAZIONE CULTURALE LAMBA DORIA - SIRACUSA fot. di Angelo Maltese
(in occasione del LXX anniversario della tragedia)
FOTO ESTRATTA DALLA PUBBLICAZIONE DELL' ASSOCIAZIONE CULTURALE LAMBA DORIA - SIRACUSA fot. di Angelo Maltese
Per dovere di cronaca si segnala che il numero delle salme commemorate in maniera ufficiale non coincide con quello reale dei corpi recuperati. La motivazione di tale scelta è paragonabile a quello che accadde a Bergamo il 18 marzo 2020 a seguito dei numerosi decessi dovuti al Covid 19, dove il trasporto delle salme avvenne di notte su camion militari per non incidere psicologicamente sull' opinione pubblica. Anche nell' episodio sopra riportato, contando il numero di camion e di feretri su di essi trasportati, incrociando informazioni di testimoni oculari all'epoca degli eventi, si comprende che la commemorazione ufficiale cercò di mitigare l' impatto emotivo nella popolazione e nella Nazione intera. (notizia di redazione Navicordo)
PER COMPRENDERE MEGLIO IL PERCHE' DEGLI ANNEGAMENTI ED I POSTUMI DEL NAUFRAGIO SUI SUPERSTITI E' IMPORTANTE LEGGERE LA RELAZIONE MEDICA QUI RIPORTATA IN ESTRATTO
è questa una problematica che si presenta per la prima volta su un transatlantico alto 16 m fuori dalla linea di galleggiamento su cui viene lanciato un " si salvi chi può " legato ad un rapido affondamento dello stesso causato da esplosione nelle stive a seguito di siluro
il Conte Rosso sul mare dai fasti alla tragedia www.lambadoria.it
La maggior parte dei cadaveri non potè essere recuperata. Nonostante tutti gli sforzi, si contarono 1.297 vittime. Trentadue carabinieri vennero dichiarati morti o dispersi in mare. Il Tenente Savastano, il Maresciallo D'Anna e tanti altri militari dell'Arma, per i postumi dovuti al naufragio, vennero ricoverati presso l'Ospedale Militare n°23 di Napoli.
ELENCO CARABINIERI DISPERSI IN SEGUITO ALL' AFFONDAMENTO
ISTANZA INOLTRATA DAL TENENTE SAVASTANO AL COMANDO GENERALE
Ripresosi dalla convalescenza, il Tenente Savastano inoltrò al Comando Generale la seguente istanza: "avendo avuto oggi comunicazione del foglio Numero 208/3 del 14 giugno 1941, prega codesto Comando Generale affinché voglia compiacersi farlo ripartire per 1'Africa settentrionale allo scadere della licenza di convalescenza che di fatto fruisce e che terminerà il 1° agosto prossimo venturo. Vietri sul Mare 24 luglio 1941”. Ai primi di agosto l'Uffìciale riprese il comando di quel che rimaneva della 621 a Sezione. Ma le disavventure non terminarono con l'affondamento del Conte Rosso. In seguito alla soppressione del campo di prigionia (marzo 1942), Savastano venne trasferito al comando della 70 a Sezione mentre il Maresciallo Schepis assunse il comando interinale della 621 a Sezione (comando che mantenne fino al 12 maggio 1943 quando il reparto fu fatto prigioniero dalle truppe francesi a San Marie de Zottì in Tunisia e i componenti furono smistati nei vari campi di concentramento e successivamente rimpatriati). Il 4 febbraio 1943, Savastano fu promosso capitano e richiamato in Patria al comando della Compagnia dell'Aquila. Ci rimase pochissimo.
Troppo forte per l'ufficiale il richiamo di quel continente. Il 20 febbraio 1943, ritornò in Africa con l'incarico di Comandante della Compagnia Complementare dei Carabinieri Reali in Tunisia. Ma l'avanzata nemica fu implacabile e lo costrinse al rientro in Italia dove lo colse la notizia dell'Armistizio. In seguito all'occupazione tedesca della penisola, riuscì ad evitare la cattura ed entrò a far parte del Fronte Clandestino di Resistenza del Gene rale Caruso, con la qualifica di gregario. Partecipò alla Liberazione di Roma del 4 giugno 1944 e al termine della guerra gli venne conferito l'incarico di Comandante della Compagnia Interna di Nuoro.
Il 27 gennaio 1949 venne trasferito al Comando Carabinieri Seconda Zona Militare Territoriale per l'Aeronautica Militare di Padova. Il 26 aprile 1954 venne promosso maggiore e trasferito presso il Comando Autonomo dei Carabinieri per l'Aeronautica di Roma. Il 16 giugno 1959 venne promosso tenente colonnello. Il 15 ottobre 1964 fu collocato in ausiliaria. In tale posizione venne promosso colonnello (1° ottobre 1969). Il 3 aprile 1978 fu collocato in congedo assoluto.
Giovanni Salierno
(n.d.r. Navicordo)
DA SEGNALARE tra le tante iniziative per " IL RICORDO " di questo tragico evento, quello posto in essere dall' ASSOCIAZIONE Lamba Doria CHE NEL 2007
POSE A SIRACUSA QUESTA LAPIDE IN RICORDO DELLE VITTIME DEL CONTE ROSSO
a destra della corona il Com.te della Capitaneria di Porto di Siracusa alla data del 24 Maggio 1941 giorno dell' affondamento del Conte Rosso, il compianto C/Amm. Antonino Munafò
LA LAPIDE IN ONORE DEI CADUTI
IL CONTE ROSSO OGGI a 3000 m di profondità Custode di quel tragico evento di 80 anni fa