San Giorgio Capoluogo
I Carabinieri Reali a Castel San Giorgio
Un salvataggio nella Cava di Tufo
11 Dicembre 1887
di
Rocco Amendola e Gaetano Izzo
BREVE STORIA DEI CARABINIERI REALI
Carabiniere Reale e Caserma
( disegno generico estratto dal giornale " IL Carabiniere " del 1887 )
( Fonte Ministero della Difesa : carabiniere a piedi nella tenuta di servizio di campagna 1878; porta il nuovo tipo di buffetterie dette 'unificate' perché uguali per carabiniere a piedi e a cavallo )
Giornale Storico " IL Carabiniere "
Prof. Livio Antonielli Ordinario di Storia delle Istituzioni - Università degli Studi di Milano
Non vi è dubbio che una delle forme attraverso le quali si riconosce il grado di civiltà di una società e di uno Stato è l'attenzione con la quale al suo interno viene difesa la memoria storica, e conseguentemente le fonti in cui questa è rappresentata.
Le istituzioni importanti dello Stato, tra le quali l'Arma dei Carabinieri non ha certo un ruolo secondario, sono dunque partecipi di questa doverosa necessità di conservazione della memoria.
La storia dei Carabinieri è strettamente legata alla società e alla storia del periodo in cui hanno operato.
Pertanto, si deve fare riferimento, per quanto attiene al presente contributo, alla vita del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia, dalla Restaurazione sino alla proclamazione di Roma capitale nel 1871.
Nel corso di quegli anni numerose vicende ebbero luogo in Italia come in Europa che videro attenti osservatori gli appartenenti al Corpo e poi all'Arma dei Carabinieri Reali.
Furono periodi complessi, di cambiamenti - sia delle forme di stato e di governo, sia dei fenomeni sociali e politici - che poi condussero all'Unità d'Italia e al processo di edificazione dello Stato.
In tali contesti i Carabinieri Reali e particolarmente i loro ufficiali, ebbero un ruolo di primo piano tanto a livello periferico, nell'ambito dell'articolazione territoriale che aveva il fulcro nelle stazioni rette da sottufficiali, quanto nel vertice al quale affluivano, attraverso la catena di comando e controllo, i segnali degli avvenimenti accaduti nel Regno e talvolta fuori di esso.
Rappresentanti dello Stato anche nei più piccoli centri, i sottufficiali ed i carabinieri avevano compiti di responsabilità in stretta collaborazione con gli organi locali.
Agli ufficiali, inoltre, furono affidati incarichi di coordinamento e controllo e i rapporti con le autorità politiche, militari, religiose; da attenti conoscitori del territorio, curavano particolarmente l'attività informativa e talvolta, insieme ai sottufficiali, erano mediatori di esigenze, pronti ad intervenire sia nel sostegno alla popolazione, sia nella tutela dell'ordine costituito.
Questo lavoro intende offrire un quadro di riferimento relativo agli ufficiali, dandone alcune note relative alla provenienza, all'orientamento di carriera, ad alcuni tra le loro principali funzioni e, in qualche caso, anche alla fine della loro esperienza nell'Arma.
Il corpo dei carabinieri reali veniva istituito da Vittorio Emanuele I, re di Sardegna, nel 1814 quando il sovrano si trovò ad affrontare l'opera di restaurazione della monarchia Sabauda in Piemonte.
L'istituzione del corpo dei carabinieri reali significava creare una forza, del tipo della gendarmeria, quindi di uomini a piedi e a cavallo, capace di mantenere il controllo della sicurezza interna dello stato e dei cittadini, nonché l'ordine pubblico.
Con il Regio Decreto del 13 luglio 1814, Vittorio Emanuele I istituiva il Corpo dei Carabinieri Reali, strutturato sul modello delle gendarmerie che i francesi avevano costituito in Italia. Questi corpi avevano dato ottima prova di saper assolvere a quei compiti ora affidati ai carabinieri.
Vista la carenza di personale che rispondesse ai requisiti richiesti, si dovette, per forza di cose inserire, oltre agli ex-gendarmi al servizio francese, anche parte del personale dalla gendarmeria del Regno Italico e non solo, quindi nell'insieme il corpo risultò piuttosto eterogeneo.
Il re rifiutò comunque la denominazione di gendarmeria, perché gli ricordava l'occupazione francese del suo stato, accettò invece quella di carabinieri reali, un corpo presente nelle antiche istituzioni militari Sabaude, anche se con poche analogie con la nuova struttura.
Le convulse vicende storiche di quegli anni, con il ritorno di Napoleone ed i cento giorni, misero in gran scompiglio tutti i progetti di restaurazione, la fase di transizione si prolungava.
Finalmente nel novembre del 1815 la forza del corpo era portata a 1200 uomini di cui 490 a piedi e 610 a cavallo, con 100 ufficiali, comandante era il conte Carlo Lodi di Carpiglio.
Il 1° novembre del 1816 assumeva il comando il marchese Giovanni Battista d'Oncieux de la Bathie.
Come stabilito dalle Regie Patenti del 15 ottobre 1816 e la determinazione del successivo novembre, la forza era nuovamente incrementata, portandola a 2068 uomini inclusi gli ufficiali, gli uomini erano ripartiti in 6 divisioni, 19 compagnie, 33 luogotenenze, 355 stazioni. Da questo momento il corpo acquista una sua propria fisionomia che lo rendeva inconfondibile.
Vista la consistenza ormai raggiunta dal corpo, il 1° ottobre 1820 veniva pubblicato il primo regolamento di esercizi ad uso esclusivo dei carabinieri, il manuale trattava anche delle scorte d'onore e di sicurezza da effettuare per i membri della famiglia reale.
I moti del 1821, con la richiesta di costituzione da parte dei rivoltosi destabilizzava la situazione, Vittorio Emanuele I, che aveva dato la sua parola alle potenze alleate, di mai concedere la costituzione, preferiva abdicare in favore di Carlo Felice, in assenza del designato, il giovane Carlo Alberto assumeva la reggenza e concedeva la costituzione, ma sarà ritirata dal nuovo sovrano.
La situazione tornava alla normalità con la forza , a cui seguirono repressioni, epurazioni e condanne.
Il 12 ottobre 1822 Regie Patenti definivano gli aspetti istitutivi e le prerogative dell'Arma, il 16 ottobre erano stabilite le attribuzioni, questi provvedimenti rappresentavano i fondamenti della struttura dei carabinieri reali, e determinavano tra l'altro, l'assorbimento del Corpo dei Cacciatori di Sardegna con un conseguente aumento della forza, il totale degli uomini era portato a 3100, di cui 2024 a piedi, 876 a cavallo, 100 allievi e 100 ufficiali.
Nel 1823 finalmente il governo austriaco, firmata una convenzione con il Piemonte, decideva di iniziare lo sgombero delle sue truppe dai territori del regno di Sardegna.
Nel 1831, morto Carlo Felice, saliva al trono Carlo Alberto, iniziava così un nuovo ciclo storico, il re prese particolarmente a cuore le esigenze del suo esercito, intanto, il 9 febbraio 1832, le due divisioni nell?Arma in Sardegna erano soppresse, il successivo 3 marzo, al loro posto era istituito il Corpo politico dei Cavalleggeri di Sardegna, su sei squadroni, se ne costituirono però solo quattro, i due previsti per la terra ferma non furono attivati.
Nel 1833 era pubblicato un nuovo regolamento sulle uniformi delle truppe sarde, naturalmente i carabinieri avevano il loro posto.
L'uniforme prescritta in questo documento era già all'80% come l'attuale grande uniforme. Nel 1843, ulteriori provvedimenti diramati dal ministro della Guerra, rimodernavano e miglioravano la tenuta delle truppe, sparivano così gli abiti a code, retaggio dell'epoca napoleonica ed erano sostituiti dalle tuniche a doppio petto. Solo i carabinieri mantenevano l'abito a code con le guarnizioni rosse, pennacchio rosso e blu colori di Savoia e alamari argento, distintivo della loro prerogativa di corpo reale.
Con questa divisa i carabinieri si trovarono sui campi di battaglia delle nostre campagne per l'indipendenza.
Come già anticipato nelle pagine precedenti e come si può leggere nella trattazione del Ministero della Difesa e del Prof. Livio Antonielli :
" . . . . e talvolta, insieme ai sottufficiali, erano mediatori di esigenze, pronti ad intervenire sia nel sostegno alla popolazione, sia nella tutela dell'ordine costituito. "
( n.d.r. )
Si preferisce in questa fase della trattazione, per allegerire la comprensione di quanto sopra riportato, allegare una serie di disegni originali dell' epoca 1884 - 1889 riportati sul giornale " IL Carabiniere " in cui vengono riportati nei dettagli gli episodi raffigurati .
Bambini strappati alle fiamme dell' incendio della propria casa
Come si può ben vedere dai disegni dell' epoca, si ricorda al lettore che siamo nel 1884 e la fotografia ha ancora dei costi proibitivi essendo stata inventata da poco, gli interventi dei Carabinieri Reali sono dei veri e propri atti di eroismo, considerando anche i mezzi a loro disposizione .
Alla luce di quanto descritto e di quanto si può percepire dalle immagini, non deve sembrare strano l' intervento fatto dai Carabinieri Reali di Castel San Giorgio, allorquando, allertati da Filippo Mariniello, corsero immediatamente in soccorso dei malcapitati lavoratori sepolti dalla frana nella cava di tufo nel circondario di San Giorgio .
Carabinieri Reali a
CASTEL SAN GIORGIO
IL DOCUMENTO NEL DETTAGLIO
Scompartimento Provincia di Salerno
Elenco delle Stazioni
Numero di Carabinieri Reali assegnati alla Stazione di San Giorgio
decreto 24 Gennaio 1861 e decreto 18 Giugno 1862
A Castel San Giorgio pertanto con i decreti sopra riportati, vengongono stanziati ben 7 Carabinieri a Cavallo, di cui Un Brigatiere e Sei Carabinieri semplici .
La Caserma nel 1873 era dislocata presso i locali dell' Ospizio appartenente all' Ex Convento delle Suore di S. Teresa (*) , confinante ad Ovest con Palazzo Napolitani .
(*) Giuseppe Benevento - La Terra di San Giorgio pag. 167
CASERMA DEI CARABINIERI FINO AGLI ANNI '70