ACCOGLIENZA_A_ CIORANI
IL 23 marzo 1871
Pio IX proclamava sant'Alfonso Maria de' Liguori Dottore della Chiesa
Le grandi giornate di Ciorani
Verso Ciorani
Dopo la grande celebrazione e benedizione da parte di Mons. Gaetano Pollio della lapide affissa sulla facciata del palazzo di città, il corteo riprende il cammino verso la meta definitiva di Ciorani.
MONS. GAETANO POLLIO
LAPIDE RICORDO AFFISSA SULLA FACCIATA DEL PALAZZO DI CITTA'
Quando si riprende il cammino per la meta definitiva, Ciorani, è ormai notte. Gli sapari festosi diventano uno spettacolo di luci e colori ; i colpi di un centro interferiscono e si alternano con quelli del centro che viene appresso ; da varie parti il cielo è illuminato da bagliori vivissimi. Nei tratti oscuri delle strade, nell'urna illuminata internamente la figura del Santo è una visione serena e mistica, che si profila al di sopra della agitazione festosa, delle voci, delle grida, dei suoni.
A San Vincenzo, tutti nella strada con fiaccole in mano, alcune donne in divisa di associazione; sosta e rito di incensazione. Il parroco Don Graziano chiede un pò di tempo per precerci a Prisoli, altra sua parrocchia; e lì si rinnovano grida, fiaccolata, preghiere, spari. Era una ondata festosa che man mano si avvicinava a Ciorani.
Torello e Carifi, strade strette e tortuose; ma ogni angolo e spazio era riempito dai fedeli che aspettavano da ore, cantavano da ore; finalmente S. Alfonso arrivava per loro.
LA LUNGA ATTESA
E come avevano aspettato i Cioranesi !
Per mesi, si era parlato, progettato, preparato. Nella Novena di preparazione il P. Luigi Gravagnuolo aveva parlato presentando tutta la storia di S. Alfonso a Ciorani.
Quella sera molti Cioranesi si erano anticipati a S. Severino, portando lì per la processione anche il complesso bandistico di Gioia del Colle, in servizio a Ciorani per la festa. Dopo le manifestazioni di S. Severino, avevano ripreso la loro via velocemente per partecipare alla grande accoglienza di Ciorani, che apriva le braccia e apriva il cuore, offriva tutto quello che era e tutto quello che aveva, nel momento che si riabbracciava col suo Santo.
L' OMAGGIO DEL PARROCO E DEI FEDELI A CARIFI
UN IMMENSO ABBRACCIO
Una galleria di luci lunga cinquecento metri accolse S. Alfonso. Sul rettifilo era distribuita una folla osannante, vivace, garrula . . . . ; erano a migliaia; la popolazione di Ciorani si era decuplicata; erano venuti da tanti altri paesi, da Bracigliano, Siano, S. Severino.
Il superiore parroco della Casa religiosa di Ciorani, P. Giuseppe Capone, offrì l' incenso; egli è stato sempre al lavoro tenace e generoso, e insieme sempre dietro le quinte.
Ciorani - Il superiore della Casa religiosa, P. Giuseppe Capone, è felice di poter dare il benvenuto al Santo, dopo la lunga e faticosa preparazione
Dalla galleria di luci il Santo fu accolto nella lunga strada-piazza trasformata in un immensosalone dagli archi luminosi concatenati, in uno sfavillio di luci fisse e mobili, che avevano tutto un loro linguaggio. La piccola Ciorani in tutte queste realizzazioni ha superato largamente se stessa e le proprie possibilità. Si giunse davanti alla chiesa; all' artistica facciata era sovrapposta una armonica architettura di illuminazione.
Plausi, gioia, evviva . . . . . . e lacrime. Erano le ore 23,00.
Il superiore della Provincia religiosa di Napoli, P. Salvatore Meschino, dà il benvenuto caloroso interrotto dalle esplosioni di gioia dei Cioranesi.
E' presente il Rev.mo P. Amaral.
Il Santo entra nella sua chiesa già colma anch' essa di fedeli più anziani, ed è situato in alto nel presbiterio. Subito tutti si affollano per vedere da vicino, per baciare, per deporre fiori. Il flusso pieno e continuo durò fino alle prime ore del giorno seguente.
IL_ MUSEO _ALFONSIANO
Il giorno storico 18 Luglio 1971 cominciò con la inaugurazione del Museo Alfonsiano. Alle ore 9 il Rev.mo P. Tarcisio A. Amaral benedisse il Museo e si congratulò con la Casa di Ciorani. Visitiamolo insieme.
L' ambiente è ricavato da quattro camerette della costruzione più antica unite insieme. Gli oggetti di valore unicamente storico e religioso sono sistemati con criteri moderni e secondo la natura del pezzo.
Ecco il pulpito della prima chiesa dove alle prediche di S. Alfonso << accorrevano prelati e principi, colonnelli e artigiani, massaie e gentildonne. . . . >> ( Tannoia, Vita, Libr. II. Cap. 8 )
Ecco in posto di rilievo il grande Crocifisso dipinto da S. Alfonso nel 1719, quando era un brillante avvocato. Di questa Immagine caratteristica, tutta piaghe e squarci, sono state eseguite molte copie su tela, che i PP. Redentoristi presentano ai fedeli nelle missioni, suscitando emozione e conversioni; essa è anche riprodotta in immaginette e deffusa a milione di copie.
Copie delle prime edizioni della << Teologia moralis >> .
Indumenti del Santo e paramenti pontificali.
Copie fotostatiche degli Atti conclusivi dei primi Capitoli generali e della prima Professione Religiosa del 21 Luglio 1740.
Statua della Madonna del patrocinio della prima chiesa.
Grafico delle Provincie religiose dell' Istituto, con raggi che partono da Ciorani.
Quattro Statue dei misteri dolorosi che il padre di S. Alfonso custodiva nella cabina di comando della sua nave.
Ciorani - Il Rev.mo P. Tarcisio Ariovaldo Amaral, Superiore Generale dell' Istituto dei Redendoristi, benedice e inaugura il Museo Alfonsiano.
LA SOLENNE CONCELEBRAZIONE
Alle ore 10 concelebrano una Santa Messa S.E. Rev.ma Mons. Gaetano Pollio, Arciv. di Salerno, Mons. Ilario Roatta, successore di S. Alfonso nella Diocesi di S. Agata dei Goti, Mons. Iolando Nuzzi, Vescovo di Nocera dei Pagani, il Rev.mo P. Generale, il Superiore Prov.le e molti altri Padri.
Nella Omelia Mons. Iolando Nuzzi descrisse la città umana con l' amore di Dio e la città senza l' amore di Dio; affermò che S. Alfonso come cristiano e cittadino costruì la città umana con l' amore di Dio. E non è vero che in lui è stato tutto verticalismo, ma ha curato l'orizzontalismo, perché predicando l' amore di Dio, è stato insieme tutto amore per i fratelli più poveri e abbandonati.
Ciorani - L' Ecc.mo Mons. G. Pollio presiede la solenne liturgia: concelebrano con lui gli Ecc.mi I. Roatta e J. Nuzzi, il Rev.mo P. Amaral e molti Confratelli
LA INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO A S. ALFONSO
Dopo aver girato per le vie del paesetto, eccoci di fronte al monumento; da un giardinetto a vari riquadri sorge una colonna agile; su di essa si apre come una vasca con ramoscelli pendenti di edera; sulla vasca si erge la figura del Santo, quasi giovanile, in abito da missionario come venne e visse a Ciorani. La statua in bronzo è dell' affermato scultore paganese Domenico Stile; il disegno del monumento è dell' Ing. Vincenzo Bove, anche di Pagani.
Quando l' Eccellentissimo Ilario Roatta tirò giù la bandiera tricolore che copriva la statua, vi fu come un boato - solo così possiamo qualificare - di grida, battimani, evviva. Dal palco delle autorità l' Ecc.mo Mons. Pollio benedisse la immagine; e subito la immensa folla presente mandò il bacio della venerazione.
Parlò il consigliere comunale locale, Univ. Antonio Figliamondi, il quale nella lunga e difficile preparazione del monumento e di tutto il programma delle feste è stato il più attivo, il più impegnato, il più laborioso. . . . Il discorso fu ripetutatamente interrotto dai battimani di adesione e di simpatia dei suoi Cioranesi.
. . . . lasciate che in questa sera luminosa , il mio cuore si apra alla gioia, alla esultanza incontenibile perché troppo solenne sono le ore che stiamo vivendo.
I nostri padri videro S. Alfonso camminare per queste stesse strade, che ora ha finito di percorrere un' altra volta dopo più di 200 anni.
Lo videro entrare in queste stesse case che noi abitiamo, in cui viviamo. Le mura sembrano parlarci della sua presenza.
Lo vide questa piazza attorniato da fanciulli, da giovani, da donne, da intellettuali, da autorità, come questa sera, mai stanchi, mai sazi di ascoltarlo e di vederlo . . . . . . . . . . . . . . . .
L' Arcivescovo Mons. Pollio ancora parlò ai suoi diocesani con grande cuore pastorale; poi tutti gli Ecc.mi Vescovi impartirono la benedizione a tutti i presenti.
L' Urna fu accompagnata alla chiesa, e ancora deposta dall' automezzo con delicata manovra, sempre diretta dal responsabile attivo ed intelligente sig. Alfonso Grimaldi di Pagani, il quale aveva disegnato ed eseguito tutto l'artistico lavoro dell' Urna e del sostegno per il simulacro del Santo.
Ricominciò il vaivieni del pellegrinaggio di venerazione, e continuò sempre a pieno ritmo fino alle ore piccole.
LA FESTA CIVILE
Finite le celebrazioni religiose, cominciò la festa civile con l' esecuzione di musica sinfonica e operistica da parte del rinomato concerto di Gioia del Colle. La piazza diventata salone luminoso era gremita di migliaia di persone nel movimento animato delle grandi feste. Dopo mezzanotte, uno spettacolo pirotecnico di alta qualità artistica.
(estratto dalla pubblicazione di Padre Cimmino)
PARTENZA DA CIORANI
Organizzazione della processione per il rientro a Pagani, sono previste due folle di fedeli, una che è avanti al corteo, organizzata in canti e preghiere, l' altra dietro l' urna, che segue il corteo, in forma libera.
(estratto dalla pubblicazione di Padre Cimmino)