E' un dato di fatto che esistono tantissimi tipi di cani : il cane da pastore, il cane da slitta, il cane da caccia e altri tipi ancora.
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Dante è un cane da pollaio.
Lui è un batuffolo scuro, con varie macchie bianche sparse un po' sul piccolo corpo, e con una vivace frangia arruffata e bene infoltita dagli anni sui suoi dolci occhi. Se ne sta appollaiato su di un vecchio barile rosso nel pollaio, guarda le rumorose gallinelle che razzolano e svolazzano tutto il tempo e non sembrano affatto infastidite o intimidite dalla sua presenza. Eh, sì. Ormai Dante sa bene che con tutti quei pennuti dovrà farci i conti fino alla fine dei suoi anni !
Più in là, oltre la rete e fuori dal pollaio, sgambetta Omero, il suo amico setter chiaroscuro. Un tempo condividevano lo stesso spazio, le stesse giornate di sole e di pioggia, di caldo e di freddo; li ha accomunati un'infanzia di tristezza e di solitudine. In Dante è sempre vivo il ricordo della dolce Pulce e del suo latte che gli ha salvato la vita. Nelle orecchie ha ancora il rumore delle sue rassicuranti fusa e dei suoi miagolii mentre lo nutriva. Una vera fortuna per lui aver trovato una mamma gatta come lei, che lo ha soccorso quando era appena un cucciolo orfano e ha badato alla sua sopravvivenza. Poi quel mattino strano e grigio, un improvviso, terribile tonfo sulla strada e Pulce che si avvia lentamente e barcollante verso casa. Negli occhi di Dante è ancora stampata l'immagine di lei addormentata per sempre nel cortile , e lui che continua a vegliarla per tutto un tempo sospeso.
Ora sa che Pulce vive solo nel suo cuore.
Si ritrova in quel pollaio per vigilare sulle galline e per difenderle dalle improvvise scorribande notturne della volpe ; sente su di sé un gran bel peso di responsabilità: impara a conoscere tutte le galline, il gallo , la chioccia con i suoi quattro pulcini, le tortorelle di passaggio a volo. E come se non bastasse deve garantire anche la sicurezza delle uova!
Così pensa e sospira il povero Dante, mentre osserva incuriosito la gallinella rossa che fa i bagni di sabbia, scava un bel fosso nella terra e vi si accoccola compiaciuta. Lo fa spesso anche lui per tenere pulito il pelo dai parassiti.
E poi deve fare i conti con Aristotele, un gallo da battaglia che non ha per niente approvato così facilmente la presenza di un estraneo nel suo harem; per di più uno straniero che appartiene ad una specie diversa, quella pelosa, assolutamente incompatibile con la specie pennuta!!! Non può sopportare un simile affronto, proprio lui che è il capo assoluto e indiscusso del pollaio, la sola guida autorevole e incontrastata delle pollastrelle!
Eppure ha dovuto chinare la sua fiera cresta davanti alla vivace frangia di Dante. Ha capito che la presenza di quell'intruso peloso si è resa necessaria per la sopravvivenza del pollaio. Bene ha fatto, dunque, Dante a muoversi con cautela e a cercare di adeguarsi alle loro abitudini per raggiungere una tollerabile intesa e una collaborazione per ottenere buoni risultati sul fronte nemico.