Benevento, qualche anno fa..........
"Nonna Luisa aveva un bellissimo abito nero con il merletto tutto lavorato. Aveva anche le calze nere,le scarpe e il foulard severamente di color nero. Il tutto riposto ordinatamente nella sua cassa di legno.
Ogni tanto,quando le sovveniva un pensiero malinconico,alzava l'anta che chiudeva la cassa e con garbo tirava fuori l'abito,avendo cura di non sgualcirlo. Comare Gioconda l'aiutava a vestirsi,porgendole con una strana riverenza,tutti gli accessori . Ma prima di iniziare il rito, nonna Luisa aveva premura di chiudere la porta della camera.
Mia madre era una bambina all'epoca ed era incuriosita da quella periodica e segreta chiusura della porta della nonna. E così una volta non resistette alla tentazione di spiare dal buco della serratura. Alta, severa nel portamento,bella nella sua magrezza, nonna Luisa indossava l'abito nero e si stendeva sul lenzuolo bianco, rigorosamente lavorato a ricamo da lei. Giaceva stesa lì,immobile,con le mani incrociate sul petto e con gli occhi chiusi, trattenendo, a tratti, anche il respiro. Il silenzio ,allora necessario,era diverso dal solito.
Come sto?"- chiedeva gravemente a comare Gioconda; la quale,un pò intimorita dall'atmosfera e dal portamento grave della mia bisnonna,la fissava e le ripeteva con voce rassicurante : "State proprio bene. Fin troppo bene,comare".
Mia madre capì ,allora. La nonna faceva" le prove da morta" perchè doveva lasciare la Terra con dignità. Un miscuglio di emozioni e di paura l'assalì in quell'istante, ma non distolse l'occhio dalla serratura. Non andò via".
Margherita Tirelli