Lavori Edilizi Altari Chiesa Santa Maria delle Grazie

23 Febbraio 1806

Carmine Calvanese

Altare Maggiore

 

Altare Maggiore

 

Altare di San Rocco

23/02/1806 – Costruzione di quattro altari di marmo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie

 

 

 

TRASCRIZIONE

“Die vigesima terza mensis Feruarii millesimo octincentesimo sexto. Sancti Georgii.

Costitoviti nella nostra presenza il Reverendo Don Gaetano Rescigno, odierno Paroco della Venerabile Parochiale chiesa di Santa Maria delle Grazie, di questa Terra di San Giorgio, il quale interviene alle cose infrascritte, per se, suoi Eredi, e Successori e, da una parte e Luigi, e Don Francesco Conforti, germani fratelli del Casale di Calvanico dello Stato di Sanseverino, li quali insolido intervengono parimenti alle cose stesse, per essi insolido, e per li loro, e di ciascheduno di loro insolido, Eredi e Successore e, dall'altra parte.

Le Suddette Parti, e ciascheduna di esse ionsolido respettivè, Spontaneamente hanno asserito in presenza nostra, qualmente dovendosi costrovire in detta Parrocchiale Chiesa quattro altari di marmo, cioè l'altare di marmo con balaustra avanti di esso, e tre altari laterali, uno sotto lo stesso titolo di Santa Maria delle Grazie, nel quale devesi fare la custodia e due gradini, un altro nella Cappella del Santissimo Crocifisso, ed il terzo a San Rocco; per li quali altari se n'è dalli suddetti de Conforto formato disegno, e quello passato nelle mani del Regio Architetto D. Carmine Calvanese osservato, e ben considerato hanno stimato le parti Suddette, in unione di detto Don Carmine Incombensato di comune consenso, di venire alli patti, per la facilitazione, e costruzione di essi, e della maniera, che debonsi ponere inopra, con far menzione de marmi, e de lavori colorati, da ponersi ne medesimi quali sono del modo seguente. Ed in primo luogo, che l'Altare Maggiore deve essere di marmo bianco bel inuprito, e posto in opera, da componersi con due gradini, colla Custodia inesso, e questa ne due pilastri laterali, nel fondo, e nell'interno della portella, deve essere di color fior di Persico, ed il zoccolo sotto di detta custodia deve essere di pietra a dragone, e verde antico; Il secondo gradino commesso l'impugna di mezzo di Brecce di Francia, con stradetta di giallo di Siena intorno; tutta la cortina commessa nel secondo gradino dello stesso ordine, e colore; li pilastrini che sostengono la menza commessi di verde antico, con rastello di giallo, e nella costruzione di detto altare maggiore, debba farsi un palliotto ad urna, con ciamba di leone, siccome si vede segnato nel lato sinistro di detto disegno, e la cornice deve essere tutta bianca, siccome sta delineata a mano destra del medesimo di detto fondo di fior di Persico.

Quali suddetti quattro altari, devono essere tutti di marmo bianco, come sopra si è detto di buonissima qualità, ed ottimamente illustrito, e di sommo piacimento al suddetto Signor Incombenzato Carmine, servata la forma dell'altare maggiore, delle stesse pietre commesse, e della stessa tinta; E finalmente la Palaustra le Commesse basi, pilastrini, e gradino dello stesso marmo bianco, e li pilastrini commessi ne pilastrini, e sottogrado devono essere di pietra Dragone; con espressa legge, che tutto l'ornato venga commesso sopra dello stesso marmo, e non già a piperno, ne pezzi d'astico.

Ed essendosi unitamente dal suddetto Carmine considerato il disegno suddetto, e quello bene esaminato, sono venute le Parti suddette al patto del prezzo de nominati quattro altari; E dopo varii discorsi, e dibattimenti fatti tra di loro, alla per fine si Sono convenuti per l'estimato, e finito prezzo di docati settecento; De quali già li predetti Fratelli de Conforto se ne hanno ricevuti a conto docati duecento di essa di moneta d'argento avanti di noi numerati dal suddetto reverendo Paroco, e spontaneamente con giuramento in presenza nostra promettono, e s'obbligano di Costruire li sudetti quattro altari del modo, e forma si rileva dal detto Disegno, e di tutta sodisfazione, e piacere del divisato Don Carmine, e di diponere in opera di detta chiesa, per tutto il mese di settembre di detto corrente anno, non meno l'altare maggiore, compito di tutto punto, m'anche la balagustra; e gli altre tre altarini poi, ponerli in opera per tutto la fine di marzo dell'anno mille ottocento, e sette, il tutto sempre ad istruzione, parere e compiacimento di detto Signor Calvanese.

Altri ducati duecento promette, e s'obliga detto Paroco Don Gaetano, di pagarli in danaro contante, sonante effettivo alli suddetti Fratelli de Conforti per tutta la fine del mese di maggio di questo Stesso corrente anno, E li rimanenti docati trecento a compimento, pagarcili parimenti siccome faranno lavori de marmi Suddetti; Benvero però di detta Somma di ducati trecento ne debbano rimanere ducati cento di essi prezzo di detto Signor Calvanese, da doverceli pagare subito dopo situati l'Altari suddetti, a solo fine che possa il medesimo, esaminare bene, se sono stati adempiti apportino li patti apposti nel presente Istrumento, ne d'altro modo.

Ed in mancanza, non meno delli suddetti pagamenti advenienti li tempi stabiliti, e de patti nel presente istromento, il medesimo abbia la pronta esecuzione, l'uno contro l'altro, e l'altro contro l'uno da ponersi ad invincem incusare, e liguidare in ogni corte, o tribunale, etiam via vitus Magna Curia della Vicaria informa,

Con espresso patto, che il trasporto dei marmi, Grappe di ferro, ed alloggi in tempo si poneranno in opra in detta Chiesa l'Altari predetti, debbano andare a carico, e peso del detto Reverendo Paroco; come ancora le Spese cibarie le quali, restano a carici di detto Signor Don Carmine, doverle transigere in danaro, col suo savio ponere, con bonificarsele ancora dal Paroco Sudetto, ne altrimenti.

Ed hanno promesso, e convenuto dette parti, e ciascheduna di esse insolido respettivè, l'un all'altra, e l'altra all'una presenti, ed accettanti il suddetto abligo, patto promesse sudette, e tutte le cose predette, ed infrascritte; avere per sempre, ed in ogni futuro tempo, per rate, grate e ferme, ed a quelle non controvenire per qualsivoglia ragione, e causa.

E per la reale osservanza, e per la perpetua fermezza di tutte, e singole le cose predette, dette parti spontaneamente hanno obligare se stesse, e do loro, e di ciascheduno di loro eredi, successori e beni tutti mobili, stabili presenti e futuri l'un'all'altro, e l'altr'all all'una presenti, ed accettanti sub pena, et ad penam dubli medietate, cum potestate capiendi costituzione precarii, et renuncoaverunt, et juraverunt; id est dicatus reverendus Parocus Dominicus caietanus juravit tacto pectore more sacerdotali un depmi obblico come sopra”.

23/02/1806 – Costruzione di quattro altari di marmo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie -A.S.S. Prot not. San Giorgio, notaio Rescigno Giacomo, II vers -b. 702, pp.38r-41r.

In successivi atti dello stesso Notaio, in data10/03/1806 e 15/03/1806 vengono eseguiti altri lavori di sistemazione della Chiesa di Santa Maria delle Garzie.