La Storia Tra Sacro e Profano
LANZARA
IL_RITO
DI _SAN _BIAGIO
CHIESA DI SAN BIAGIO LANZARA
SAN BIAGIO Febbraio 2023
( fot. Gaetano Ricciardelli )
SAN BIAGIO Febbraio 2023
( fot. Gaetano Ricciardelli )
SAN BIAGIO 3 Febbraio 1950 VECCHIO ALTARE DEMOLITO NEL 1974
( Fot. Fausto Lauro )
Estratto dal libro di
Don Nicola Bari
S. Biagio di Sebaste Patrono di Lanzara
( 1978 )
La festività di S. Biagio si celebra il 3 febbraio con la rituale processione dell’immagine del Santo della reliquia per il corso principale della cittadina.
La preparazione a tale avvenimento è curata con una novena e un triduo (*) di predicazione ai quali affluiscono un gran numero di fedeli, non solo di Lanzara, ma di tutta la Valle del Sarno. In quel giorno e in quelli seguenti, una folla di devoti viene in Chiesa per ricevere l’unzione alla gola che rimane la forma di devozione più diffusa.
(*) - novèna s. f. [der. dell'agg. lat. novenus «a nove a nove»]. – Pratica privata di devozione (sconosciuta ai libri liturgici), con cui si dedicano nove giorni continui alla preparazione di una festa o si onora un santo o si domanda una grazia particolare con atti di pietà individuali o, più spesso, comunitarî.
(*) - trìduo s. m. [dal lat. triduum «periodo di tre giorni» comp. di tri- «tre» e tema affine a dies «giorno»]. – Ciclo di preghiere o di riti concluso nello spazio di tre giorni; i tridui di preghiere sono previsti dalla liturgia (per es., in onore di un santo dopo la sua canonizzazione) e sono consueti nella devozione popolare (e privata) in preparazione di una determinata festa o per ricevere una grazia particolare.
Numerosissima è la partecipazione alle sante messe che si succedono frequentemente molti sono quelli che si accostano al sacramento della penitenza e alla mensa eucaristica. La devozione al Santo viene anche espressa offrendo gli « ex voto » e consumando, nelle famiglie, la tradizionale « panella » azzima.
La Confraternita di S. Biagio coordina l’andamento della festività con spirito di servizio e con appassionata partecipazione.
Tale congrega, dal passato glorioso, nacque sotto il patrocinio di San Biagio e a Lui fu dedicata fin dal 12 novembre 1573 (*), anno della sua erezione.
(*) - ( n.d.r.) - La notizia riportata nel libro di Don Nicola Bari è priva della fonte.
Ne è conpatrona la Madonna della Purità, come testimonia il quadro nell' abside della cappella della confraternita. La sua presenza in parrocchia, oltre a testimoniare un’antica espressione di spiritualità dei laici, è operosa collaborazione alle iniziative pastorali.
In passato la confraternita rappresentò per Lanzara un luogo di spontaneo e vivo impegno religioso capace di abbracciare la spiritualità popolare e coinvolgere gli aderenti, « i fratelli », in una regola di vita comunitaria.
Fu certamente una esperienza dotata di acuto sentimento ecclesiale. Si pensi al costante atteggiamento penitenziale sottolineato in Avvento e in Quaresima anche con la flagellazione; alla recita in comune — ogni domenica alle 6 — dei tre notturni dell' ufficio dei defunti; alle opere assistenziali, alle iniziative civili e religiose.
Gl attuali iscritti, anziani e giovani, cercano sinceramente di rinnovale il volto della confraternita. Spogliandola dagli elementi superflui ne conservano la fisionomia di organizzazione di laici che cooperano con la Gerarchia ecclesiastica, tendono alla santificazione personale e comunitaria, si impegnano per il decoro della chiesa e la pro mozione religiosa e sociale della comunità di Lanzara.
IL Rito di San Biagio
Il " Rito di San Biagio ", viene condotto in maniera diversa dalle singole comunità in cui si celebra e si venera il Santo, esso consiste, qualunque sia la modalità di svolgimento , nella " invocazione del Santo ", seguita poi dalla gestualità di esecuzione e conclusione del rito.
Nella nostra tradizione " Lanzarese " il " pellegrino " , recatosi il 3 Febbraio in chiesa per ricevere la " benedizione salvifica " di San Biagio, prima di recarsi nei pressi dell' altare per ricevere detta benedizione, in maniera rituale effettua delle offerte propiziatorie al Santo, che nel corso dei secoli si sono modificate nella forma, rimanendo però tali nel loro significato simbolico.
DIVERSI ANNI FA LA STATUA ERA TAPEZZATA DI BANCONOTE
Dopo lunga attesa, per la presenza di moltitudine di fedeli, il pellegrino giunge finalmente sull' altare, dove il prete, mediante una piuma d' oca intinta nell' olio, precedentemente benedetto nella liturgia di San Biagio, esegue un segno della croce sulla gola, pronunciando la seguente " invocazione " :
PER L'INTERCESSIONE DI SAN BIAGIO, VESCOVO E MARTIRE, IL SIGNORE TI LIBERI DAL MAL DI GOLA E DA OGNI ALTRO MALE. IN NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN .
UNA VOLTA TANTI ANNI FA
Gli ammalati riceveranno in casa il cotone idrofilo imbevuto nell'olio benedetto, mentre continuano a mobilitarsi i venditori ambulanti.
( estratto dal Mattino mercoledì 3 Febbraio 1982 )
( L' articolo completo del Mattino è nel capitolo Folklore )
OGGI INVECE
SANTINO DI SAN BIAGIO CON AMPOLLINA DI OLIO BENEDETTO
SANTINO DI SAN BIAGIO CON AMPOLLINA DI OLIO BENEDETTO
Con l' introduzione più moderna, del santino con ampollina contenente olio benedetto, oggi è possibile portare la benedizione e quindi il " Rito " di San Biagio in tutte le case, e consentire a tutti, anche se infermi o anziani, di partecipare e beneficiare di questo sacro rituale.
Terminato il " Rito Religioso " dell' unzione della gola con olio benedetto, effettuato in chiesa, il pellegrino completa il suo percorso mistico e di invocazione della " protezione fisica e spirituale " da parte di San Biagio, comprando sulle " bancarelle ", quella che nella nostra tradizione di Lanzara si chiama la " Panella " di San Biagio.
PANELLA DI SAN BIAGIO 2023
La cosiddetta " Panella " non è altro che un pezzo di pane " azzimo ", cioè senza lievito, quindi senza fermentazione.
Il pane azzimo è stato per molto tempo l'unico conosciuto dall'umanità. Si preparava con farina integrale e acqua , e si cuoceva mettendo l'impasto su pietre arroventate o cenere calda.
LE PANELLE BENEDETTE DURANTE LA MESSA
Oggi, le " Panelle " vengono benedette durante la celebrazione della messa, quindi distribuite ai fedeli presenti in chiesa durante detta benedizione.
ALCUNI LE RICORDANO COSI
Per il passato purtroppo, mancano notizie storiche attendibili, sia sulla provenienza sia sulla introduzione di questo rito della " Panella " nella tradizione Lanzarese di San Biagio.
Quando iniziano questi " Riti " a Lanzara non ci è dato di saperlo, con molta probabilità essi sono iniziati con la dedica della chiesa al culto del Santo, la cui certezza storica è stata dettagliatamente già esamina e documentata, nel capitolo " Parrocchia di San Biagio " a Lanzara, quindi risalente con datazione certa al 1309.
BENEDIZIONE DELLA GOLA
LA NASCITA DELLA RITUALITA'
La nascita di questo antico rito ci perviene dalla trattazione della cosiddetta " Passio " di San Biagio, cioè di quei momenti molto intensi che precedono la morte del Santo.
Questi momenti, raccontati in maniera più o meno " dettagliata " dai diversi autori, hanno però un denominatore comune, quello della " invocazione " del Santo ad intercedere con " Dio " per ottenere la grazia richiesta.
PASSIO DI SAN BIAGIO
DA ALFONSO NICCOLAI DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
1752
( pag. 55 - 56 )
Mentr' egli tutto quasi sollevato da' sensi pregava in questa guisa , subitamente fu veduta sopra di lui una lucida nuvoletta , dalla qual si partirono le seguenti parole : Io fono quel Dio , o fortissimo Atleta , che t'ho glorificato fino a que s to tempo , e ti procaccer ò gloria non minore in avvenire ; e perci ò far à fatto , come tu chiedi a pro de' tuoi divoti giusta la fede e utilit à di ciascuno ; io ne' mali del presente secolo qualunque sieno se nel tuo patrocinio si confideranno , e se fia ben di loro , darò ad essi conforto e aiuto , e a veri beni dell'eternal vita gli chiamerò ; io renderò larga ricompensa a quella povera ma pietosa e fedel donna , per la qual tu facesti special preghiera , ne farò ripiena la casa delle mie benedizioni , e infine la condurrò a possedere le celestiali ricchezze nel mio regno , in cui tu già vieni , o valoroso , a prender sublime luogo e sempiterno . Dopo queste parole la nuvola fi dileguò , e i carnefici a ferir fi disposero .
TRASCRIZIONE PIU' MODERNA
( altri autori )
La leggenda aggiunge ancora che San Biagio, prima di sottoporre la testa al carnefice, abbia rivolto la seguente preghiera a Dio in favore di coloro che l’avevano assistito nella lotta e di quanti avrebbero in avvenire invocato il suo aiuto: “Signore, mio Dio, che mi hai liberato dagli idoli, che hai convertito le tenebre in luce, Dio delle potenze che siedi sui Cherubini, esaudisci questo tuo servo: se qualcuno avrà qualche osso in gola o qualunque altra malattia della gola stessa e con fede chiederà il tuo aiuto, o Signore, per mezzo del mio patrocinio, portando a testimonianza quel che facesti per mezzo di me, tuo servo, aiutalo. Se qualcuno sarà gravato da infermità o si troverà in qualunque pericolo e si ricorderà di me e ti pregherà in mio nome, sanalo dall’infermità, liberalo dal pericolo, salvalo dalle tribolazioni ”.
Il Signore gli apparve dicendogli: “ Ho ascoltato la tua preghiera e ti esaudirò in tutto quello che mi hai domandato ”. Subito dopo gli fu recisa la testa insieme a due fanciulli. Era il 3 febbraio del 315 o 316 d. C. durante l'impero di Licinio.