La Storia Tra Sacro e Profano
MARATEA
LA_BASILICA_DI _SAN _BIAGIO
Premessa
Nella maggior parte dei casi, le chiese, intese come strutture di culto, sono sorte su antichi templi o antichi luoghi deputati a riti religiosi diversi dal cristianesimo.
Come già visto in precedenti capitoli, con Papa Damaso, queste chiese venivano edificate sui luoghi del martirio o dove erano presenti tombe di martiri cristiani.
Nel caso di Maratea e della sua chiesa, oggi Basilica di San Biagio, che sorge in località Castello, non ci sono studi e ricerche storiche compiuti, che attestino la presenza univoca di precedenti culti sull'area di sedime della chiesa attuale.
ORIGINI E DATAZIONE DELLA CHIESA
Se dovesse essere sfuggito nella lettura dell' intervento di Padre Tropeano alla conferenza del 1° Febbraio 1982 tenutasi proprio a Maratea, si riporta di seguito, il risultato della ricerca storica fatta proprio da Padre Tropeano sulla datazione della chiesa di San Biagio :
Il vostro santuario come una qualsiasi altra chiesa occidentale in onore di San Biagio, deve rientrare nel quadro storico sopra descritto; va pertanto rifiutata ogni tradizione popolare, che pretenda di fissarne la fondazione in una data anteriore al sec. XI. Per il caso specifico del vostro San Biagio, l'assoluta mancanza di una qualsiasi documentazione, diretta e indiretta fino a tutto il sec. XV, non può essere giustificato col semplicistico ricorso all'incendio dell'archivio del 1646 , ma sta a significare che la sua fondazione è assai tardiva o che per lo meno fino a quell'epoca la chiesa non aveva ancora assunto l'importanza che la tradizione pretende di accreditare.
La bolla del Papa Pio IV del 4 Marzo 1562, se non segna l'origine della chiesa e l'arrivo dell'urna con le ossa di San Biagio, conferisce di certo l'iniziale necessaria spinta al rapido sviluppo della confraternita sorta sotto il patrocinio di San Biagio con lo scopo dì inserirsi nel risveglio religioso voluto dal concilio di Trento.
ANTICA MARATEA CON IL SANTUARIO DI SAN BIAGIO
Si ricorda al lettore che l' antica Maratea era arroccata sulla sommità della montagna, dove sorgeva anche il castello con una grande fortificazione di muri.
DETTAGLIO MARATEA ANTICA
Ovviamente la quotidianità della vita non era proprio così agevole nella antica Maratea, ma la sicurezza che ne derivava, a seguito di svariati attacchi provenienti dal mare, mitigavano questi disagi.
Con la riduzione del pericolo dovuto ai Saraceni, e degli assestamenti politici dei governi succedutisi nell' Italia meridionale, pian piano è iniziato un trasferimento della vita della popolazione della Maratea antica, in una parte più bassa della montagna, sul versante occidentale, dando luogo così ad una nuova Maratea.
Risulta oggi pertanto la terminologia Maratea superiore e Maratea inferiore, con ovvio riferimento ai due insediamenti urbani collocati rispettivamente, il primo nella zona alta, la cosiddetta zona castello, ed il secondo nella parte più bassa rispetto alla montagna.
La massima onorificenza
La sistemazione del trono di S. Biagio appassionò tutta la cittadinanza; ma come sempre succede specialmente nei paesi (non nelle grandi città), nel popolo vi furono i consenzienti, i contrari, gl’indifferenti... In questo modo e in simile circostanza, noi potemmo leggere nell’animo di tutti la testimonianza di una grande fede e di una immensa devozione verso l’oggetto più amato, verso il S. Patrono.
A questo appunto volevamo giungere : volevamo un risveglio autentico, un'agitazione pacifica, uno scoppio generale di vivo interessamento per richiamare l’attenzione di tutti verso il quasi dimenticato Santuario !
Di tutto questo non esitammo un istante a redigere una completa relazione alle Supreme Gerarchie della Chiesa, illustrando i valori spirituali del popolo e l'importanza rilevante del Santuario.
Le Supreme Autorità della Chiesa, accolsero tutte le documentazioni senza alcuna riserva, e, senza chiedere altre informazioni, presentarono la supplica al Sommo Pontefice allora re gnante Pio XII di s. m. il quale concedeva la massima onorificenza del Titolo di Basilica al vetusto Tempio !
Telegraficamente la grande notizia veniva comunicata al Vescovo diocesano:
SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI - ROMA, 10 AGOSTO 1940
A SUA ECC. MONS. FEDERICO PEZZULLO
VESCOVO DI POLICASTRO
MI PREGIO AVVERTIRE V. E. REV.MA CHE IL SANTO PADRE SI E’ BENIGNAMENTE DEGNATO DI CONCEDERE IL TITOLO DI BASILICA AL SANTUARIO DI S. BIAGIO, IN MARATEA.
( Testo estratto da " Maratea nella Storia e nella Luce della Fede " - Mons. D. Damiano 1965 )
CHIESA DI SAN BIAGIO ANNI '30
CHIESA DI SAN BIAGIO ANNO 1941
(n.d.r.)
Si noti che nella didascalia della prima fotografia la chiesa viene indicata come Tempio di San Biagio, nella seconda fotografia invece l'indicazione è quella di Santuario Basilica di San Biagio.
Inoltre nella seconda fotografia è presente a destra del portone di ingresso una lapide commemorativa dell' evento che assegnò il titolo di Basilica alla antica chiesa di San Biagio nell' agosto del 1940.
LA BASILICA OGGI
LA STATUA DI SAN BIAGIO NEL TIMPANO DELLA CHIESA
RACCONTO DELLA TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE DALL' ISOLOTTO DI SANTO JANNI ALLA CHIESA IN LOCALITA' CASTELLO
Si narra che il “viaggio” ebbe una sosta un centinaio di metri prima di giungere al Castello, in località detta “San Biasello”, ove fu edificata una edicola, con la scultura in pietra del Santo .
Questa edicola fu demolita durante i lavori di costruzione della via “aerea” e della statua del Redentore, negli anni 1964-1965, e la statua del Santo fu collocata poi nel timpano dell'attuale Basilica.
( fonte : pubblicazione " IL Cammino di San Biagio " - conoscere Maratea )
DI FRONTE ALLA BASILICA DOVE OGGI C' E' IL REDENTORE
La croce in pietra fu fortemente voluta dal podestà Biagio Vitolo, e sostituì nel 1941, la croce in ferro, più volte danneggiata da fulmini, eretta nel 1907 in ricordo della difesa della città dai francesi.
LAPIDE IN RICORDO DELL' EPISODIO
A tramandare ai futuri la memoria dei prodi concittadini
immortali nella storia e nel cuore della patria
che col patrocinio del martire di Sebaste e duce Alessandro Mandarini
strenuamente difesero nel dicembre dell' anno 1806
resistendo su questo monte agli assalti dell' esercito Francese
il popolo di Maratea questo marmoreo ricordo
nel 12 maggio 1907 pose
(n.d.r.)
Si ricorda ai lettori che la parola "duce" riportata nella lapide sta ad indicare "comandante" ed è rivolta al Colonnello Alessandro Mandarini, non si riferisce ad altra terminologia storica il cui inizio è successivo al 1922.
CROCE MONUMENTALE ERETTA NEL 1941
( per volere del podestà Biagio Vitolo )
CHIESA DI SAN BIAGIO VISTA DALLA CROCE
NEL 1965 LA CROCE FU SOSTITUITA CON IL REDENTORE
Ideata dal Conte Stefano Rivetti di Valcervo, eseguita dal prof. Bruno Innocenti dell' Istituto di Belle Arti di Firenze.
La vecchia croce fu smontata e portata su una collinetta di fronte alla città.
NEL 1965 LA CROCE FU SOSTITUITA CON IL REDENTORE
INTERNO DELLA CHIESA PRIMA DEI LAVORI DI MODIFICA
NELLA CHIESA ERA CONSERVATA UNA PALLA DI CANNONE
PALLA DI CANNONE CONSERVATA
Nella chiesa, prima delle modifiche interne, era conservata un' antica palla di cannone, che la leggenda racconta essere stata sparata dai Francesi, durante l' attacco del 1807, e che per intercessione di San Biagio non esplose e non arrecò nessun danno.
In occasione della assegnazione del titolo di Basilica, avvenuto nell' agosto del 1940, furono fatti dei lavori di trasformazione interna della antica chiesa.
Questi lavori portarono ad una divisione all' interno della comunità di Maratea, creando una frattura tra favorevoli e contrari alle trasformazioni.
I lavori, regolarmente autorizzati, ricevettero il parere favorevole del Vescovo, e portarono ad una nuova configurazione architettonica degli interni.
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CAPPELLA SEICENTESCA CONTENENTE L' URNA CON LE RELIQUIE DEL SANTO
NOTIZIE STORICO CRITICHE
( fonte scheda Beni Culturali )
Sacello per le reliquie di San Biagio, dichiarato "Regia Cappella" nel 1622 per decreto di Filippo IV d'Asburgo, re di Spagna e di Napoli, era stato fatto costruire nel 1619 dal sovrano in segno di riconoscenza per la guarigione da malattia alla gola.
Da una stampa del 1704 è possibile conoscere l'originaria struttura del sacello, che si limitava alle colonne con gli stemmi di Filippo IV e di Maratea sulle basi e all'architrave con l'iscrizione.
Nel 1878 per iniziativa di monsignor Gennaro Buraglia, come si legge nella seconda iscrizione, la cappella fu rivestita con lastre di marmo rosso e furono aggiunte la porta in marmo bianco e il tondo raffigurante San Biagio a mezzo busto, opere eseguite dallo scultore napoletano Domenico Oglia.
Originariamente disposto sulla parte destra della navata centrale, il sacello fu smontato nel 1941 e collocato nel presbiterio in corrispondenza dell'abside. Per ridare alla cappella il suo significato originario, è in progetto il trasferimento in essa del busto di San Biagio, dell'urna contenente le reliquie e della coppa della manna, che secondo la tradizione locale trasuda dall'urna e dalle colonne della Cappella
Il giorno 3 maggio del 1941 , si completò questo spostamento, rimuovendo appunto l' urna con le sacre reliquie dalla sua posizione secolare, trasportandola nella sua collocazione definitiva ( attuale ) in fondo all' altare.
INTERNO DELLA CHIESA DOPO I LAVORI DI MODIFICA 1941
INTERNO DELLA CHIESA DOPO I LAVORI DI MODIFICA
INTERNO DELLA CHIESA DOPO I LAVORI DI MODIFICA
INTERNO DELLA CHIESA DOPO I LAVORI DI MODIFICA
CAPPELLA DI SAN BIAGIO DOPO LO SPOSTAMENTO
CAPPELLA DI SAN BIAGIO
SISTEMAZIONE STATUA E RELIQUIE DI SAN BIAGIO
STATUA ORIGINALE DI SAN BIAGIO DEL 1700
La statua in argento massiccio, del peso di circa 32 Kg, fu cesellata a partire dal 1699, con l'artista Parascandolo di Napoli che modellò la testa, per poi essere completata da Domenico De Blasio nel 1706 (*) , ha subito diverse vicissitudini :
(*) Luca Luongo, Divo Blasio. Ricerche storiche e sociologiche sul culto di S. Biagio di Sebaste a Maratea , Amazon, 2020
1) Nel 1806 a seguito dell' invasione delle truppe Francesi, visto che Lauria era stata oggetto di saccheggio e devastazione, per evitare che la statua potesse cadere nelle mani degli invasori, su indicazioni del Colonnello Mandarini, fu portata in salvo sull' Isola di Dino caricandola sulla barca di padron Francesco Zaccaro.
Purtroppo durante l'approdo all'isola, a seguito di una tempesta, la barca affondò e morirono diverse persone che erano a bordo, la statua cadde a mare e si inabissò.
La statua successivamente fu ripescata, però fu trovata priva del basamento pure esso in argento, che si era sganciato durante il naufragio e l' affondamento, questo basamento non fu mai più ritrovato.
Nel 1812, i reduci della guerra di Mosca lo ricostruirono.
( fonte : " Maratea nella Storia e nella Luce della Fede " - Mons. D. Damiano 1965 pag. 70-75 )
Nel 1813, a seguito di un voto fatto a San Biagio, da parte di D. Raffaello Latronico, tesoriere e Governatore succeduto a di Lieto, la statua fu restaurata, furono tolti i pezzi di stagno messi per coprire le parti in argento mancanti, perse nel naufragio .
Latronico aveva promesso al Santo che se avesse fatto ritornare suo figlio dalla Russia, figlio di cui non si avevano più notizie, avrebbe fatto sostituire i pezzi di stagno con vero argento, e si sarebbe accollato interamente le spese.
Il figlio tornò realmente dalla russia, e disse che l' ampollina della sacra manna di San Biagio che portava sempre con se lo aveva protetto e riportato a casa.
( fonte : Carmine Iannini " Di San Biase di Maratea " - 1835 pag. 226 - 227 )
2) Nel 1873 subì il furto della croce processionale. ( fonte Luca Luongo )
3) Nella notte del 26-27 Ottobre 1976 fu trafugata ad opera di ignoti.
La popolazione di Maratea, devotissima al Santo, non si perse d' animo e avviò la raccolta di fondi per realizzare una nuova statua.
Con una forte sottoscrizione giunta dai concittadini residenti in America, fu raggiunta la somma occorrente per la realizzarla e fu dato l' incarico al Prof. Romano Vio di Venezia.
( fonte " Trenta Anni Di Storia Di Maratea " - di Giovanni Lamarca 1982 )
Vio Romano
(biografia)
Scultore italiano ( Venezia 1913 - ivi 1984). Allievo di E. Bellotto all'Accademia delle belle arti di Venezia negli anni Quaranta, dove è stato in seguito assistente di U. Baglioni e, dopo la guerra, di V. Crocetti , ha privilegiato materiali quali il bronzo, il marmo e il cemento per creare opere figurative – di arte sia sacra sia profana – fortemente debitrici alla tradizione classica italiana, nelle quali pure traspare un'originale ricerca, supportata da eccellenti abilità tecniche, sul senso etico dell'esistenza e sui conflitti della modernità.
Docente dal 1956 di scultura decorativa all'Accademia di belle arti di Venezia, presente a varie edizioni della Biennale di Venezia (1938, 1940, 1951), alla Quadriennale di Roma (1951, 1965) e alla Quadriennale di Torino (1953, 1957), tra le sue opere più significative vanno citate il gruppo scultoreo di leoni con obelisco per la piazza del Duomo di Traù (1941), la statua in bronzo di Sant'Antonio per la chiesa di Camposampiero (1947), la Madonna per il campanile e la Via Crucis per la chiesa di San Giuseppe a Cavarzere (1953), il monumento a U. Giordano a Foggia (1956), il rifacimento della statua di G. Washington nel Parlamento di Raleigh, North Carolina, in sostituzione dell'opera di Canova distrutta da un incendio nel 1831 (1970), la statua della Madonna del Carmelo per la chiesa di Santa Maria dei Carmini di Venezia (1978) e una copia della statua di San Giacomo per la chiesa di San Giacomo di Rialto di Venezia (1980).
Tra i finalisti nel 1949 del concorso per la realizzazione delle porte per la Basilica di San Pietro, membro dell'Accademia di San Luca dal 1963 e presente con le sue opere nei maggiori musei e nelle più importanti collezioni pubbliche e private, V. è stato insignito di prestigiosi premi, quali la Medaglia d'oro alla Mostra per artisti di Genova (1935), il premio di scultura Fadiga a Venezia (1939) e il primo premio alla mostra Tempio di Padova (1948).
PREPARAZIONE DEL MODELLO DELLA STATUA
PREPARAZIONE DEL MODELLO DELLA STATUA
STATUA DI SAN BIAGIO ULTIMATA
La nuova statua avrà un peso di 63 Kg e verrà inaugurata e benedetta giovedì 10 Maggio 1979.
( Fonte Giovanni Lamarca " Trenta Anni di Storia di Maratea - 1982 ", pag. 240 )
ARCHIMANDRITA DELLA CHIESA GREACA ORTODOSSA
Il giorno 12 maggio 1979, in occasione della festa della rievocazione della traslazione delle sacre reliquie, partecipò alla manifestazione oltre che il Cardinale Silvio Oddi assistito dal vescovo della Diocesi di Tursi Lagonegro Mons. Vincenzo Franco, anche l' Archimandrita della Chiesa Greca Ortodossa accompagnato da altri Padri della stessa comunità religiosa.
( Fonte Giovanni Lamarca " Trenta Anni di Storia di Maratea - 1982 ", pag. 239 )
STATUE A CONFRONTO
SULLA SX ANTICA STATUA DEL 1700 A DX NUOVA STATUA 1979
STATUA DI SAN BIAGIO OGGI 2023
La nuova statua ha un peso di 63 Kg