_______ IL NAVICORDO

Lanzara Storia

BREVE STORIA DI SANTA MARIA A CASTELLO

a cura di Gaetano Ricciardelli

FRACTANOVA E FOSSALUPARA

 

SANTUARIO ELLENISTICO

IV-III secolo a.C .

 

L'altura della collina di Sant'Apollinare fu abitata già a partire dal IV-III secolo a.C.

Infatti, da alcuni materiali di ceramica rinvenuti nella zona del IV-III secolo a.C.. , dalla testimonianza di costruzioni posteriori di notevole interesse archeologico, è stata individuata l'area di un Santuario di età preromana probabilmente dedicato al Dio Mercurio (sul posto è stato ritrovato un pendaglio in bronzo raffigurante una mano con il mignolo lungo, attribuito alla divinità di Mercurio, Dio dei ladri e dei viaggiatori).

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Inoltre, a tale periodo, risalgono i vari frammenti di ceramica a vernice nera, che con una certa frequenza si rinvengono, e quelli di ceramica di tipo romano, in fittile grezzo in gran parte provenienti da anfore.

MONETE RINVENUTE SUL SITO

 

Per quanto riguarda la prima zecca, parliamo delle monete con dicitura IDNO , dove la D potrebbe essere in realtà una RO greca corrotta o una lettera di un locale alfabeto italico, probabilmente comunque corrispondente alla nostra "R".

Queste monete, per l'assonanza con il fiume Irno che scorre a Salerno e nelle sue vicinanze, sono state attribuite all'insediamento etrusco -sannitico (quindi italico ) della frazione salernitana di Fratte, identificato con la città di Irna proprio in virtù delle iscrizioni monetali.

Altre monete attribuite a questo insediamento commerciale recano la dicitura in genitivo IRNTHI. Siamo, dunque, sicuri che sia le monete con dicitura IDNO che le monete con dicitura IRNTHI siano ascrivibili alla stessa zecca di produzione (a prescindere dall'identificazione con la Fratte di Salerno).


Irnthi è il nome che si legge sui bronzi. La scritta è in osco, per cui la R è scritta come una D e la TH è rappresentata da un cerchio con X all'interno . Esistono rare varianti con piccoli spostamenti delle lettere, ma il nome resta IRNTHI. Era noto il simile nome IRNUM, nome di un piccolo fiume.

 

 

FRACTANOVA

79 d.C.

La mancanza di fonti certe ha permesso la formulazione di numerose ipotesi sulle origini dell'antica Fractanova (anch'essa posta sullo stesso promontorio del Santuario preromanico)

Fondata secondo alcuni studiosi , da un gruppo d i pompeiani che, fuggiaschi dalla terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C. , trovarono albergo sul colle di Sant'Apollinare e ne iniziarono l'urbanizzazione.

Ma c'è anche chi ha ipotizzato che quella città distrutta, cinta ancora da antiche muraglie era sicuramente di epoca preromana. Tali affermazioni sono state rafforzate da ulteriori studi e ritrovamenti. Sono stati individuati infatti, ruderi di opera incerta, abbondante materiale fittile tra cui molti frammenti di ceramica magno-greca a figure rosse ed infine due oboli bronzei della zecca di Irnum .

La prima notizia manoscritta riguardante Fractanova è contenuta nell'antica platea di Materdomini risalente al XIII secolo d.C.. Secondo questa fonte si rileva che, sin da quell'epoca, sul colle c'era l'antica fortezza longobarda di Fossalupara con due chiese, una in onore di San Gregorio all'interno del castello ed un'altra dedicata a Sant'Apollinare.

Secondo lo stesso documento, Fractanova per i suoi peccati, o meglio per la sua corruzione “ propter peccatum ipsius ” , fu devastata, disabitata ed abbattuta completamente dalle fondazioni.

 

NASCITA DELLA FORTEZZA DI FOSSALUPARA

Fossalupara (odierno Santa Maria a Castello) nacque nel periodo 758 – 786 come fortezza voluta da Arechi II Principe longobardo di Benevento sulle rovine dell'antico accampamento romano “Castrum Augusti” , entrando a far parte di quella lunga catena di castelli che da Castellammare, Lettere, Gragnano, Angri, Sarno, Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Montoro, Solofra, fino al Sannio assicuravano un perfetto controllo di tutto il Principato Longobardo di Benevento.

Il castello di Fossalupara fu costruito sulla collina di Sant'Apollinare a 292 metri sul livello del mare, a guardia della via Popilia ( unica via di accesso tra la valle del Sarno e quella di Sanseverino ) laddove questa attraversa la località conosciuta come il “ passo dell'Orco” . Tale denominazione popolare della gola risale all'età medioevale in memoria del passaggio di Annibale nel 216 a.C. , durante l'assedio di Nocera.

 

ARCHITETTURA DEL CASTELLO

L'attuale eremo ha conservato poche strutture dell'antica fortificazione, che si estendeva su un area di 1.000 m 3 circa. All'interno si riconoscono le mura di base di una possibile torre di difesa; questi ambienti riportano ancora le tracce di intonaco idraulico, che testimonierebbe l'uso di questi ultimi come cisterne.

A ridosso di tali strutture fu edificata una chiesa con annesso campanile. Sul lato sud, dove oggi c'è il portone di accesso all'eremo, emergono tracce dell'antica cinta muraria, riconoscibili anche all'esterno delle strutture dell'eremo sul lato nord. Queste mura esterne all'eremo racchiudono un'area che presenta un'intensa stratificazione di strutture classiche, probabilmente riutilizzate nei secoli successivi.

 

Il castello, a pianta quadrangolare con maschi angolari a pianta quadrata, accoglie il Santuario di Santa Maria della Grazia entro il maggiore dei corpi di fabbrica tutt'ora integri.

Il sagrato è circondato da un parapetto a sedili in pietra ed ornato da alberi di alto fusto e piante di ulivo . Dal sagrato, si accede alla chiesa ed alla cappella aperta.

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